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ACR, la Smart-TV ci spia davvero

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Esistono ancora ingenui convinti che le loro smart-TV non li stiano spiando. Madornale errore! Invece vi spiano sempre di più. Tutte!

Qualcuno dei 24 informatissimi lettori di Cassandra, nelle sue navigazioni in Rete, avrà forse “inciampato” in un nuovo acronimo ACR — Automatic Content Recognition, un sistema usato dai fabbricanti di Smart-TV per tracciare i loro clienti.
Recentemente, l’argomento è stato rilanciato su diversi blog podcast, ma non è mai diventato mainstream.

Per questo motivo Cassandra ve ne parlerà, nella sua nuova veste di predicatrice della riduzione del danno, perché la dimensione del danno alla privacy che l’ACR sta procurando alla generalità della popolazione di questo pianeta ha ben pochi precedenti, e perché il tecnocontrollo è tanto più insidioso quanto meno è conosciuto e più è impercettibile.

Inoltre, per una volta le possibilità di eliminarlo completamente esistono, quindi per coloro che vorranno ascoltare, un interessante premio è a portata di mano in termini di riduzione del danno. E se la cosa non sembrasse di vostro interesse, (ri)ascoltate quello che V diceva a riguardo che fa sempre bene

Come d’abitudine, prima di tutto un po’ di storia.

Cassandra lo prediceva da tempo, anche in questo video, registrato al Festival del Giornalismo per l’appunto nel lontano 2015.

Il “sogno bagnato” di tutti i produttori di contenuti è sempre stato di poter conoscere esattamente come, quando e quanto i propri prodotti venissero utilizzati. Dopo anni, la diffusione pervasiva di Internet rendeva questo teoricamente possibile, e fin dal 2011 vennero realizzati i primi sistemi di rilevazione degli ascolti sulle piattaforme dell’epoca, come Shazam.

Ai produttori dei contenuti era perfettamente evidente che queste tecnologie diventano sempre più potenti quanto più sono invasive della privacy degli utenti, e man mano che gli apparecchi di fruizione diventano più informatizzati e più connessi.

Per intercettare la fruizione dei contenuti video rimaneva tuttavia un limite difficilmente superabile; il fatto che la loro riproduzione sulle TV avvenisse da una quantità di fonti molto diverse, come file, DVD, PC, programmi televisivi e servizi di streaming.

L’idea brillante, nata nel 2015 per unificare e rendere universale il tracciamento di qualsiasi cosa venisse riprodotta da una TV, è stata quella, davvero tanto semplice quanto diabolica, di catturare continuamente degli screenshot di quello che veniva mostrato a video, di portarseli “a casa” e di riconoscere direttamente su questi screenshot cosa l’ignaro spettatore stesse guardando.

Sfruttando la crescente potenza di calcolo e di connessione delle nuove Smart-TV il sistema ACR si è diffuso in maniera capillare, fino a riguardare la totalità degli apparecchi prodotti negli ultimi tre anni

Per questo motivo, da diversi anni è diventato impossibile acquistare un apparecchio televisivo che non incorpori l’ACR. Questo ha permesso ad una intera industria, quella dei fabbricanti di Smart-TV, di avere una nuova ed importante fonte di guadagno, che per alcuni fabbricanti è più grande di quella derivante dalla vendita degli apparecchi stessi.

Se vi foste mai chiesti perché le Smart-TV sono sempre più potenti e sempre più economiche, ora avete la vostra risposta. Come nel caso delle stampanti e delle cartucce di inchiostro, i fabbricanti guadagnano molto di più dall’utilizzo dei loro apparecchi che dalla vendita iniziale.

Ma, mentre agli utilizzatori delle stampanti era perfettamente chiaro questo meccanismo commerciale, fatto di stampanti a prezzi stracciati e cartucce a prezzi astronomici, per gli ignari possessori di televisori l’ACR, poiché non creava costi ulteriori, rimaneva un perfetto sconosciuto.

Per fortuna recentemente la notizia ha cominciato ad apparire sulla stampa specializzata, sia estera che italiana.

Ed arriviamo ad oggi ed alle usuali brutte notizie.

In questo preciso momento, qualsiasi cosa venga visualizzata sullo schermo della vostra Smart-TV viene resa nota in tempo reale al fabbricante del vostro apparecchio. Che la analizza, ne fa quello che vuole, e rivende i vostri dati ai chiunque sia disposto a pagarli. E sono tanti.

Quindi, tutto quello che guardate, non solo i normali programmi televisivi e quelli in streaming come Netflix o DAZN, ma anche i DVD ed i Blue Ray che vi siete comprati, le riprese di comunioni o matrimoni, i filmati intimi, i file più o meno questionabili che forse riproducete sulla televisione, le telecamere che visualizzate, e perfino quello che fate con il vostro PC (se usate la TV come schermo), viene catturato dal produttore della vostra Smart-TV.

Quindi anche le password, tutto quello che scrivete, documenti word riservati e messaggi di posta elettronica inclusi. Terrificante, vero? Avete Rekall attivo da anni sulla TV e non lo sospettavate nemmeno.

E grazie all’ACR, si è creato anche un nuovo mercato di aziende specializzate nel controllo il più invasivo possibile dei consumatori televisivi.

Tuttavia, chi di voi andasse adesso in giro per la Rete a cercare gli articoli che parlano di questo, troverebbe (stranamente!) una percentuale altissima, anzi una grande maggioranza di link rotti e documenti spariti.

Chissà perché?

Anche in questo caso Internet Archive è un vostro utilissimo amico.

Anzi, tra parentesi, perché non installate questa estensione nel vostro browser che, ogni volta che vi imbattete in un link rotto col relativo 404, ricerca automaticamente la pagina sulla Wayback Machine? E’ utilissima, particolarmente in questo caso

Ed ora, per una volta, una buona notizia.

Non per fortuna, ma solo perché esistono normative a difesa dei consumatori quali il bistrattatissimo GDPR, questi meccanismi richiedono un consenso da parte dell’utilizzatore, e devono quindi essere disabilitabili. Si, le leggi ben fatte, come il GDPR, talvolta riescono a portare tangibili vantaggi per i consumatori.

Per cui, con un minimo di pazienza, grazie al GDPR ed alle politiche dell’Unione Europea, voi cittadini europei, e probabilmente tutti gli altri abitanti “televisivi” di questo pianeta, potete disabilitare questo perverso meccanismo di tracciamento.

I fabbricanti, ben consci di questo, hanno tuttavia già ottenuto il vostro consenso tramite quelle licenze d’uso ed informative sulla privacy che appaiono durante la prima accensione della vostra nuova televisione, e che certamente non avete letto, e continuano ad ottenerlo con le schermate di consenso con cui ogni canale televisivo vi tormenta.

Tuttavia, anche se purtroppo avete risposto e risponderete sempre OK a queste schermate (pessima abitudine!), oggi potete ancora disabilitare l’ACR andando a scavare nei settaggi della vostra Smart-TV.

Laggiù, ben sepolti dai dark pattern, sotto tre o quattro livelli di menu ed indicati con nomi fuorvianti e falsamente rassicuranti, diversi per ogni fabbricante, troverete uno o più pulsanti che, una volta spenti, disabiliteranno per sempre l’ACR.

Inoltre, già che ci siete, fareste bene a disabilitare tutto quello che troverete nei settaggi che parla di IA, di “miglioramento dell’esperienza utente”, o di “aumento di qualità della riproduzione”.

Infine, per ridurre la vostra fatica ed aumentare la certezza di aver davvero disabilitato l’ACRin fondo a questo articolo, troverete le istruzioni dettagliate su come fare per disabilitare l’ACR per le principali marche di televisori.

Vi basteranno un paio di minuti.

State ancora leggendo queste righe???

Cosa aspettate? Fatelo subito!

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