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Euro digitale, una visione critica

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Marco Fava, titolare di una società di consulenza, si aggiunge al novero degli autori per Economonia&FinanzaVerde, con una riflessione critica sull’euro digitale, che contribuisce al dibattito finora troppo centrato sull’ottimismo della BCE. Di seguito l’abstract e il link al suo lavoro. Buona lettura.

2025-03-31 – Euro Digitale – Insights e Suggerimenti

L’attuale proposta di introduzione dell’euro digitale (D€) fa della valuta digitale emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE) un’aggiunta agli strumenti di pagamento in circolazione, ma con meno tutele e senza offrire benefici aggiuntivi.

Dal punto di vista dei consumatori, l’euro digitale non offre benefici aggiuntivi rispetto alle carte, wallet digitali e bonifici. Al contrario, introduce complessità operative, come la necessità di gestire un conto separato in D€, e presenta un livello di tutela inferiore in caso di frode, in quanto le transazioni saranno irrevocabili e non protette da meccanismi di chargeback. Anche il livello di privacy, seppur superiore rispetto ad altri strumenti di pagamento, non è equiparabile al contante, visto che sarà necessario fornire alcuni dati personali.

Per le imprese, l’obbligo di accettazione rappresenta un onere non indifferente, soprattutto per i esercenti. L’integrazione dell’euro digitale nei sistemi esistenti richiede investimenti, mentre le potenziali commissioni di accettazione non sono ancora state definite. Inoltre, l’assenza di un meccanismo efficace di protezione dalle frodi rende il sistema poco attrattivo anche per gli operatori commerciali.

Sul piano sistemico, l’introduzione dell’euro digitale potrebbe alterare l’equilibrio di un mercato dei pagamenti già efficiente, riducendo la competitività e l’innovazione da parte dei fornitori privati. L’esperienza di introduzione di valute digitali in alcuni paesi dimostra un’adozione molto limitata. Anche recenti sondaggi rivelano una scarsa propensione degli Europei ad adottare l’euro digitale.

L’unico potenziale beneficio dell’euro digitale è portare sovranità monetaria, ovvero la riduzione della dipendenza dai fornitori di pagamento extra-europei. Tuttavia, questo obiettivo potrebbe essere meglio perseguito tramite l’evoluzione del sistema di pagamento SEPA verso un modello simile a PIX, il sistema di pagamenti istantanei introdotti dalla Banca Centrale del Brasile a fine 2020. PIX si distingue per semplicità di utilizzo che ne ha permesso la rapida adozione tanto che quest’anno – a soli 5 anni dal lancio – diventerà il primo strumento di pagamento in Brasile. Tutto senza creare una nuova valuta.

Evolvere il sistema SEPA Instant Credit Transfer verso un PIX europeo potrebbe essere un’opzione preferibile: garantirebbe sovranità monetaria, semplicità d’uso e un forte stimolo allo sviluppo di un ecosistema di servizi accessibili via open banking, con risvolti positivi legati all’innovazione nei servizi di pagamento.

1 COMMENT

  1. Le CBDC sollevano importanti questioni politiche e normative. I governi e le banche centrali devono stabilire regole chiare per l’emissione, la distribuzione e l’uso delle CBDC, tenendo conto delle implicazioni per la politica monetaria, la stabilità finanziaria e la protezione dei consumatori. Finora non mi pare che siano state quel grande successo che si pensava all’inizio. Credo che alla fine si farà l’euro digitale ma non spopolerà come mezzo di pagamento, ne esistono già tanti e si rischia di inflazionare e frammentare il mercato.

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