“È proprio come l’oro, solo che è digitale”.
Così Jerome Powell, presidente della Fed, ha descritto i Bitcoin mentre i giornali celebravano l’effetto positivo della vittoria di Trump sul mercato delle criptovalute.
Immagina: sei comodamente seduto sul divano, il tuo smartphone vibra, una notifica ti chiama. Non resisti. Lo prendi in mano e scopri che un’app ti avvisa di un’offerta imperdibile: “Investi ora in Bitcoin, il suo valore ha superato i 100.000 dollari!”
L’adrenalina sale, i numeri sembrano urlare “ricchezza facile” e tu, senza pensarci troppo, decidi di entrare in gioco.
Nel cassetto hai messo da parte poche migliaia di euro per un regalo di Natale speciale: un viaggio a sorpresa per la persona che ami.
Ma un pensiero si fa strada nella tua mente: “Beh, posso usare questi soldi per un po’, guadagnare qualcosa in più e poi comprare un regalo ancora più importante”.
E poi c’erano tutti quei titoli a caratteri cubitali: “Il Bitcoin supera ogni record: nuova era per la finanza digitale!” e “Oro digitale: quanto ancora salirà?”. Tutto gridava al successo.
Scarichi una “app” di trading, ti registri, trasferisci i tuoi primi euro. In sostanza, è un investimento, no?
Il Bitcoin continua a salire. Ogni ora controlli il grafico che sembra puntare solo verso l’alto. “Geniale! Perché non ci ho pensato prima?” ti dici, mentre immagini già come spenderai i tuoi guadagni. Un viaggio ai Caraibi o alle Maldive?
Nei giorni successivi, il tuo piccolo investimento cresce. I tuoi euro aumentano. L’app ti manda notifiche entusiaste: “Il tuo portafoglio sta crescendo!”
Ti senti un genio della finanza. “Questo è solo l’inizio”, pensi e decidi di investire altri euro.
Poi arriva il momento in cui il Bitcoin tocca il suo massimo storico. Sei elettrizzato, ma non vendi. Perché? Beh, è ovvio: vuoi vedere quanto in alto può arrivare.
Poi, mentre controlli, un calo improvviso! Il Bitcoin è sceso del 5%. Non è nulla, pensi, è normale. Ma il giorno dopo, un’altra caduta: -15%.
L’app continua a inviare notifiche, ma questa volta non sono entusiaste. “Il mercato è volatile, ma è il momento di comprare di più!” ti suggeriscono.
In preda al panico, inizi a cercare consigli online. Un influencer di criptovalute su TikTok ti dice di “resistere”, un altro ti consiglia di vendere tutto. Ti senti confuso, sopraffatto. E nel frattempo, il valore continua a scendere.
Alla fine, vendi tutto, per paura che il tuo viaggio si trasformi definitivamente in una gita fuori porta, se non addirittura in una più modesta scatola di cioccolatini.
Ti siedi sul divano, guardi il telefonino e ti chiedi: “Come ho fatto a farmi convincere così facilmente?”.
In effetti si tratta di una dinamica comune per chi si avvicina alle criptovalute senza una chiara comprensione dei rischi.
Non bisogna dimenticare che Bitcoin e altre criptovalute, pur avendo rivoluzionato il settore finanziario, presentano significative vulnerabilità, come ribadito di recente in uno studio (2024) pubblicato proprio dalla Fed (https://www.newyorkfed.org). Lo studio, tra l’altro, evidenzia:
- L’estrema volatilità delle criptovalute. Il prezzo può oscillare rapidamente in entrambe le direzioni. Bitcoin ha perso fino al 70% del suo valore in alcuni periodi.
- La mancanza di fondamentali chiari. A differenza di azioni o obbligazioni, le criptovalute non generano flussi di cassa. Il loro valore si basa principalmente su domanda, fiducia e, spesso, speculazione.
- Rischi sistemici crescenti. La crisi di piattaforme di trading (come FTX o TerraUSD) hanno dimostrato che le difficoltà nel settore cripto possono creare tensioni nei settori finanziari tradizionali e questo, in prospettiva, lo sarà con maggiore intensità.
Ciò dimostra, ancora una volta, quanto sia importante avvicinarsi alle criptovalute, come a qualsiasi operazione finanziaria del resto, con prudenza e una chiara consapevolezza delle diverse implicazioni.
Non esistono investimenti privi di rischio. Anzi, com’è noto se qualcuno promette guadagni sicuri è di per sé un segnale di allarme.
Non bisogna nemmeno lasciare che la paura di perdere un’opportunità spinga a decisioni impulsive. Il fenomeno psicologico, conosciuto come FOMO (Fear of Missing Out, Paura di rimanere fuori), spinge molte persone a investire senza pensarci.
Comunque se si decide di investire in Bitcoin, è consigliabile acquisire prima qualche dato.
Possono essere di utile orientamento alcuni indicatori di mercato. Ad esempio:
– il Bitcoin Historical Volatility Index (BVOL) (https://bitbo.io/volatility/) che misura la volatilità del momento. Valori elevati possono indicare il rischio di oscillazione brusche;
– il Relative Strength Index (RSI) (https://www.cryptowaves.app/), che segnala se un asset è sopravvalutato (sopra 70) o sottovalutato (sotto 30). Un valore sopra 70 potrebbe suggerire di vendere almeno parzialmente per proteggere i guadagni.
Naturalmente questi indicatori (come altri) non sono infallibili, ma possono aiutare a valutare meglio i rischi.
Inoltre può essere importante anche decidere in anticipo l’obiettivo di guadagno e un prezzo di vendita anche parziale, per proteggere i guadagni e mantenere una posizione bilanciata.
“Non è tutto oro quello che luccica” ha affermato (intervista su Affari&Finanza), a proposito di Bitcoin, la Vice Direttrice della Banca d’Italia, Chiara Scotti, ex Fed e coautrice dello studio sopra richiamato.
E allora?
Nel dubbio, meglio i cioccolatini: fanno sempre colpo, costano meno, non crollano di valore e, soprattutto, non lasciano l’amaro in bocca!