Un anno anomalo questo 2024 che ha rivelato un mondo multipolare con attori sempre meno propensi a seguire le istanze dell’Occidente, con il riaccendersi di conflitti mai risolti. L’avvento di tecnologie come l’intelligenza artificiale in un mondo sempre più frammentato ha visto ridisegnare molti profili anche passando da 76 elezioni parlamentari e presidenziali con quattro miliardi di persone al voto.
Attendiamo l’insediamento del nuovo presidente americano. In questi anni, Trump ha catalizzato e alimentato il disagio di Stati Uniti che appaiono sempre meno capaci di gestire i processi di trasformazione che li stanno attraversando e le dinamiche di un sistema internazionale che faticano sempre più a governare. La sua vittoria nelle ultime elezioni, nonostante i numerosi e controversi giudizi, è una conferma, oltre che del ‘fiato corto’ del Partito democratico, dell’efficacia con cui The Donald ha saputo costruire la sua base di consenso, dare voce ai suoi umori e riplasmare ‘a sua immagine e somiglianza’ la realtà del vecchio Partito repubblicano. Essa è, inoltre, la conferma di come il rapporto degli Stati Uniti con i loro alleati e interlocutori, primi fra tutti quelli europei, sia oggi cambiato e come questo cambiamento renda necessario guardare a Washington e alle sue politiche con uno sguardo diverso rispetto al passato.
Ma e’ Natale e non sappiamo se i conflitti in atto si fermeranno, nel frattempo un viaggio nel paese di Babbo Natale fino in Lapponia, può aiutare a svelare alcuni “segreti” e curiosità.
Tutto ciò offre l’occasione per riflettere su due aree centrali della geopolitica contemporanea, dal nostro punto di osservazione. Da un lato, l’attenzione italiana verso i Balcani Occidentali come parte del Mediterraneo Allargato, dall’altro il crescente interesse verso l’Artico, un’area che rappresenta sempre più una frontiera strategica globale. In Finlandia si affronterà il tema del destino dell’Artico che tocca questioni ambientali, economiche e di sicurezza.
L’Italia vanta una lunga tradizione di presenza nell’Artico, che risale alle esplorazioni del Duca degli Abruzzi e Umberto Nobile e, dal 2013 il nostro Paese è osservatore nel Consiglio Artico, e attraverso istituzioni come il CNR e l’Enea promuovono ricerca avanzata e cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale, confermando che la regione è di interesse prioritario anche per la politica estera italiana.
Il contesto globale sta rapidamente trasformando l’Artico in un teatro di competizione tra grandi potenze. Lo scioglimento dei ghiacci, accelerato dal cambiamento climatico, sta aprendo nuove rotte commerciali, rendendo accessibili risorse naturali immense ad attori come Russia, Stati Uniti e Cina. Mosca, che possiede la più grande flotta di rompighiaccio al mondo, vede nell’Artico una leva economica fondamentale, mentre Pechino ha inserito la regione nella Belt and Road Initiative attraverso il progetto della Polar Silk Road. Gli Stati Uniti, insieme agli alleati Nato, stanno rafforzando la propria presenza nella regione per contenere l’influenza russo-cinese e preservare il controllo su risorse e rotte strategiche. La Cina, pur non essendo un Paese artico, si è autoproclamata “Near Arctic State” e ha intensificato la cooperazione con Mosca, soprattutto sul piano economico. Questo asse si manifesta in iniziative congiunte come lo sviluppo della Northern Sea Route e di progetti energetici russi, ma solleva dubbi sulla reale neutralità delle ambizioni cinesi.
L’Artico, dunque, si configura come un crocevia di interessi economici, ambientali e geopolitici, con forti legami verso altre aree strategiche come il Mediterraneo Allargato e l’Indo-Pacifico. L’interconnessione tra questi teatri emerge chiaramente dalle recenti dinamiche globali, che vedono sovrapporsi rotte, attori e interessi in un sistema sempre più interdipendente. È in questo contesto che l’Italia, con la sua tradizione scientifica e il suo impegno diplomatico, tenta di ricavarsi un ruolo di qualche rilievo.
Ma proviamo a mettersi in viaggio verso la Lapponia per incontrare Babbo Natale nella sua città Rovaniemi, lungo il circolo polare artico. Scopriremo alcune cose che ci spiegheranno meglio certe dinamiche geostrategiche.
Sappiamo che tutto il mondo è sempre più connesso digitalmente, siamo sempre più influenzati dalla crescente importanza delle infrastrutture digitali e delle reti di comunicazione. Molte persone ancora alzano il naso al cielo convinti che le trasmissioni dei dati avvenga lassù, nello spazio, non immaginando che si debba invece andare invece nella profondità dei mari per trovare la rete di trasporto dei dati digitali e dell’energia elettrica. Sono i cavi sottomarini che permettono una velocità senza precedenti alla tecnologia per il funzionamento delle economie moderne e per la sicurezza di ogni paese.
Ora è in Germania, che ci sono basi NATO fondamentali per la sicurezza, con il paese che è un hub centrale per le telecomunicazioni europee, con cavi sottomarini che si diramano verso la Polonia e i paesi baltici. Possiamo dire che le acque del mar Baltico da un po’ di tempo sono politicamente agitate perché interconnettono paesi come Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia, Lituania e Russia, e sempre nel Baltico, una nave cargo, probabilmente russa, ma registrata in Cina e diretta dal porto russo di Ust-Luga a Port Said, in Egitto, è passata a novembre nello stesso momento che sono stati tagliati due cavi fondamentali, quello svedese-lituano e quello finlandese-tedesco. Le acque erano già agitate nel 2022 quando fu sabotato il gasdotto Nordstream che trasporta il gas proveniente dalla Russia verso l’Europa occidentale, ad opera, si dice, degli Ucraini.
Vedi Babbo Natale, tu che da secoli in una sola notte vedi tutto il mondo ti starai accorgendo che c’è un grande caos.
In un’economia sempre più dipendente da internet e dall’Intelligenza artificiale, i cavi sottomarini in fibra ottica sono una fonte inesauribile di dati, sono la dorsale lungo la quale cresceranno le nuove fonti energetiche. Si chiama “eolico flottante” e turbine da moto ondosi, che oggi possono sembrare fantascienza, ma che fra poco tempo saranno la realtà. Motivo per il quale le profondità degli oceani diventeranno campi di battaglia.
La Svezia e la Norvegia, con le loro vaste distese di natura incontaminata sono di bellezza rara, all’apparenza sembra ci sia un grande silenzio nelle distese innevate, ma si scopre che sono anche luoghi di importanti basi militari. Ed ecco di nuovo l’Artico come crocevia di interessi economici, ambientali e geopolitici, con forti legami verso altre aree di interesse strategico, come il Mediterraneo Allargato e l’Indo-Pacifico. L’interconnessione tra questi tre teatri emerge chiaramente dalle recenti dinamiche globali, di un sistema sempre più interdipendente. Ma restiamo a noi.
I progetti di interconnessione tra i paesi nordici e l’Unione Europea si sono intensificati. La Norvegia ha rafforzato la sua difesa costiera e le sue capacità di sorveglianza aerea in risposta all’aumento delle attività navali russe nel Mare di Barents. Il cavo sottomarino “North Sea Connect”, che collega Newcastle nel Regno Unito e la Danimarca, garantendo la diversificazione tra il Regno Unito e l’Europa settentrionale, evitando Londra, è progettato per garantire comunicazioni rapide tra le forze armate dei paesi scandinavi e la NATO. Il North Sea Link e’ il cavo di interconnessione di energia sottomarina più lungo al mondo, collegando Regno Unito e Norvegia.
Ma volevo arrivare, caro Babbo Natale, in Lapponia, una regione, come tu sai, magica di notti perenni, aurore boreali che si esprimono in emozionanti giochi di luce, ed il luogo in cui, in estate, il sole rimane costantemente sopra la linea dell’orizzonte, dando luogo a spettacoli mozzafiato. E’ una regione che, nonostante sia lontana e poco “chiacchierata”, ha acquisito una nuova importanza geopolitica. Ci sono ben quindici basi militari Nato in Finlandia, di cui 5 nell’estremo Nord del paese. Caro Babbo Natale, penso che tu sia al corrente che a Rovajärvi, vicinissimo al tuo villaggio natale di Rovaniemi ci sia la più grande area di addestramento militare dell’Europa occidentale, inclusa la base aerea del comando aereo della Lapponia e la guarnigione della brigata Jaeger a Rovaniemi stessa.
La Lapponia è dunque diventata, caro Babbo Natale, un campo di battaglia invisibile, dove la geopolitica, la tecnologia e la sicurezza si intrecciano. Le forze armate dei paesi nordici si preparano a rispondere rapidamente a eventuali provocazioni. In questo contesto, la capacità di comunicare e coordinare è fondamentale, e i cavi sottomarini si rivelano essenziali.
Ma il paesaggio è splendido e la natura ti dona l’armonia per sognare la tua presenza. Tu, Babbo Natale vivi in un luogo dove le risorse naturali dell’Artico, come il petrolio e il gas, attirano l’attenzione di molte potenze e tutti noi ci preoccupiamo che la corsa all’Artico che sta alimentando tensioni non interferisca con la bellezza del tuo personaggio che rende felici i bambini di tutto il mondo.
L’Europa e’ sempre dipendente dalle forniture energetiche russe, anche se sta cercando di diversificare le sue fonti. La Lapponia, con le sue risorse idriche e eoliche, rappresenta un potenziale hub per l’energia verde e le reti di cavi che la collegano ai mercati di consumo.
La Lapponia, nonostante sia lontana dagli occhi del mondo, si è rivelata un crocevia cruciale per la sicurezza europea.
Caro Babbo Natale, quindi questo “viaggio” per arrivare fino a te, ha testimoniato di come stia cambiando il paesaggio. Gli attori che sono attivi per sfruttare le nuove rotte artiche sono gli stessi che si muovono nell’Indo Pacifico. Regioni molto differenti mostrano dinamiche simili, dimostrazione di come tutto è interconnesso. Questo 2024 ci ha mostrato tutte le fragilità delle nazioni in un mondo che appare sempre più frammentato e che solo la tua magia può tentare di tenere unito.
Quello che non vorremmo mai vedere è che tu debba privarti del tuo caldo e rassicurante copricapo per indossare un antietico e antiestetico elmetto da guerra! Ti abbraccio.