Notre-Dame de Paris riapre al pubblico domani 8 dicembre 2024, quasi cinque anni dopo il devastante incendio dell’aprile 2019.
Sarà inaugurata durante una tempesta perfetta, quella politica francese che vede al centro il Presidente Macron. In quel giorno Trump sarà a Parigi dove troverà le macerie politiche del governo Barnier. Forse sarà uno spettacolo piacevole per un presidente eletto che ha promesso alla disprezzata Europa guerra commerciale e solitudine strategica, ma Macron nega le sue dimissioni nel discorso alla Francia di due giorni fa e annuncia un nuovo Governo.
E’ il caso di dire “wait and see”, aspetta e guarda.
Il Presidente Macron ha assicurato una legge speciale che sarà presentata entro metà dicembre in Parlamento e consentirà la continuità dei servizi pubblici, allontanando dunque il rischio di paralisi del Paese.
La data dell’otto dicembre è un simbolo potente per l’Europa.
E’ l’ 8 dicembre del 1955 il giorno dell’Immacolata Concezione, una delle feste mariane più importanti nel calendario liturgico della Chiesa cattolica, celebrata in tutto il mondo.
“Vergini non si nasce, si diventa. Quando sarai la Vergine Sophia, ogni materia in te sarà redenta” (dal Manoscritto Clavis Artis, XVII secolo, copia presso l’Accademia dei Lincei)
L’Immacolata Concezione non è soltanto un attributo “morale” della Madonna per definire il processo di “generazione” del Cristo, figlio di una madre priva del peccato originale, ma rappresenta la “sublimazione” dello stesso principio femminile ed il senso compiuto dell’agire dell’uomo in questo mondo. In particolare l’Opera dell’uomo è finalizzata al miracolo della Vita ed alla sua “partecipazione”. La conoscenza della vita è la stessa vita della conoscenza. Sofia è La Sapienza dei greci. In questa “ambivalenza” naturale si colloca l’uomo, che ben lungi dall’essere osservatore esterno, diventa partecipante interno al processo stesso della vita, la sperimenta per comprendere. Quindi l’8 dicembre è quella festività che crea una “coppa vergine per ricevere” il suo degno contenuto quale simbolo della trasformazione e della rinascita dell’uomo perfetto in un mondo che perfetto non solo non è, ma non può esserlo necessariamente. Il simbolismo tra la donna terrena, evocata dal nome Eva, progenitrice femminile, e la donna celeste evocata dal saluto Ave che l’angelo annunziante pronuncia nell’umile casa di Nazaret. Maria muta la sorte di Eva. La mela, si carica del suo simbolismo millenario, il peccato di Eva, la sua colpa di egoismo fino a “ peccare”, finalmente decade e viene trasformata in due morsi che sanciscono la CONDIVISIONE. La positività femminile è riabilitata, proprio alla maniera cortese medioevale nel quale periodo Eva/Maria veniva chiamata Madonna, ovvero “ Mia Signora”.
L’8 dicembre del 1955, tutti i Capi di Stato dell’Europa, tutti proprio tutti, approvarono il simbolo europeo rappresentato dalla bandiera celeste con 12 stelle.
Fu Arséne Heitz, grafico, il vincitore del concorso europeo bandito a Strasburgo. Egli impressionò favorevolmente la commissione giudicatrice presieduta da un belga di religione ebraica. L’azzurro e il bianco (le stelle nel bozzetto originale erano bianche poi sono diventate gialle) erano i colori della bandiera del neonato Stato d’Israele e simbolicamente le dodici stelle della Madonna uniscono il giudeo-cristianesimo.
La donna di Nazareth, in effetti, è la “Figlia di Sion” per eccellenza, è il legame tra Antico e Nuovo Testamento, mentre dodici sono i figli di Giacobbe e le tribù di Israele e dodici gli apostoli di Gesù. Ed è Arséne Heitz che spiega come è nata: “la bandiera europea nasce come un simbolo mariano. È poco noto, ma il suo disegno parla di Maria. È ispirato dal passo dell’Apocalisse in cui si parla delle dodici stelle: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle».
Gli Stati europei all’epoca erano solo sei (oggi sono 27), ma Arsène Heitz, senza rivelare la fonte che lo ispirò, spiegò che il numero dodici è un simbolo di pienezza, il dodici simboleggia la ricomposizione della totalità originaria. Nella Bibbia è il numero che rappresenta la diversità che si ritrova nell’unità. È per questo che egli chiese esplicitamente nel progetto che la bandiera non la si dovesse ritoccare, se i membri avessero superato quel numero.
E’ dunque della massima suggestione che Notre Dame restaurata venga restituita al culto il giorno in cui si celebra la festività della Immacolata Concezione a cui è ispirata la stessa bandiera dell’Unione Europea, la cui simbologia affonda le radici nella tradizione giudaico-cristiana.
Paradossale invece che la festa avvenga in piena crisi politica della Francia e della Germania, colonne portanti dell’Unione. Se il numero delle stelle dell’Europa deve rimanere fisso, sia che il numero degli Stati membri aumenti sia che diminuisca, il loro diverso brillare non è affatto secondario.
O dobbiamo veramente rivolgersi alla Madonna, dalla rinnovata Cattedrale di Notre Dame, affinché interceda per noi, per rimuovere le nostre incapacità di far valere una costruzione politica, economica, sociale e culturale, a suo tempo tanto avveniristica quanto ora offuscata dalla inanità di governanti e dall’assenza sempre più evidente di visione.
Davvero wait and see. Pregando.