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Beni pubblici e concorrenza: da noi un binomio poco conciliabile

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Che l’Italia sia il paese delle corporazioni, grandi e piccole non è un mistero per nessuno. Che i prezzi di tanti beni (ad es. la benzina) sia superiore a quelli di altri paesi, che le filiere produttive siano talmente lunghe da danneggiare il consumatore e il produttore, che il mercato del lavoro presenti irregolarità d’ogni tipo (dalla sicurezza alle prestazioni sottopagate) è sotto i nostri occhi ogni giorno.
Che gli extra profitti delle banche non siano tassabili pena riflessi sulla stabilità del governo lo abbiamo visto in queste settimane. Che l’evasione fiscale imperi, ce lo hanno confermato i dati dell’Istat in questi giorni. Che l’innovazione inciampi in tanti ostacoli è un sospetto che diventa evidenza. Che in sintesi il mercato sia un’astrazione piuttosto che il luogo di rapporti economici trasparenti è un dubbio più che fondato.
Qui una riflessione in punta di diritto europeo e italiano sul tema della concorrenza applicata alla ben nota questione delle concessioni balneari.
L’articolo Beni pubblici e concorrenza del Prof Marco Mariani, che presentiamo, analizza infatti la vicenda della disciplina delle concessioni demaniali marittime, che si caratterizza per un atteggiamento di resistenza di alcune istituzioni italiane rispetto al diritto europeo. In particolare, l’ordinamento italiano mostra da un lato un evidente non rispetto della c.d. direttiva Bolkestein e più in generale del principio di concorrenza consacrato dai Trattati europei, ma dall’altra, mostra anche l’oggettiva incapacità di regolare la materia in armonia e in attuazione dei principi costituzionali, evidenziando, in definitiva, difficoltà e incertezze a porsi in linea con le basi della forma di stato democratico-sociale.
Marco Mariani è avvocato del Foro di Firenze abilitato all’esercizio dinanzi alle giurisdizioni superiori, Presidente della commissione “Administrative & Regulatory Law” presso l’UIA-Unione Internazionale degli avvocati, docente universitario a contratto di Diritto dell’energia nell’Università Politecnico di Milano.
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