Home Educazione Finanziaria Il Governatore, la Consob, le criptovalute e i risparmiatori: un rapporto complicato

Il Governatore, la Consob, le criptovalute e i risparmiatori: un rapporto complicato

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Foto di Kanshanara

Di recente, il Governatore della Banca d’Italia ha espresso (Intervento di Fabio Panetta all’assemblea annuale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) – 2024) comprensibili preoccupazioni riguardo al mondo delle criptovalute, con particolare riferimento a quelle definite “non garantite” (come Bitcoin ed Ethereum). 

Queste preoccupazioni fanno eco a quelle formulate, pure di recente (giugno 2024), dal Presidente della Consob (Discorso del Presidente Prof. Paolo Savona al mercato finanziario).  Egli ha  sottolineato la “vertiginosa crescita delle criptocurrency…attività dematerializzate prive all’origine di controparti debitorie, che nascono da un’intrapresa “artigianale” matematicamente raffinata e vivono per accordi pattizi tra privati senza controlli sulla governance”.

Il Governatore, da parte sua, ha evidenziato che le suddette criptoattività “non sono di regola emesse da alcun operatore, sono prive di valore intrinseco e non generano flussi di reddito come cedole o dividendi…”.  Di conseguenza “…esse non hanno le caratteristiche per svolgere le tre funzioni proprie della moneta: mezzo di pagamento, riserva di valore e unità di conto”.

Al di là del richiamo didattico alle funzioni proprie della moneta,  anche noi, comuni mortali, in verità ci eravamo accorti che Bitcoin e simili ancora non consentono di norma di  fare la spesa, pagare l’idraulico o comprare una macchina. Senza considerare le avventurose dichiarazioni di Elon Musk sulla possibilità, poi ritirata, di acquistare una Tesla con le criptovalute.

Al momento,  le criptovalute vengono comunemente viste per lo più come asset digitali per fare investimenti in un’ottica speculativa.  

E sul punto, il messaggio del Governatore è chiaro. Massima cautela devono avere gli “investitori potenzialmente inconsapevoli” nei confronti di questi strumenti, considerate le loro caratteristiche. Infatti  le criptovalute “sono create mediante procedure informatiche e non vi è alcun soggetto né attività reale o finanziaria che ne assicuri il valore”. (Il noto processo di ‘mining’, di estrazione, richiede elevate capacità di calcolo da parte dei computer utilizzati, n.d.r.).

È assodato che il valore delle criptovalute sia molto volatile come si deduce dal grafico (riportato dal Governatore) sull’andamento del prezzo di Bitcoin ed Ethereum degli ultimi anni. Ma allora sorge qualche dubbio in merito.

Perché le Autorità statunitensi hanno da ultimo autorizzato l’emissione di ETF su Bitcoin, mentre da noi si tende a demonizzarle? E in Europa perché è consentita la negoziazione di ETF (Exchange Traded Funds) e/o EFN (Exchange Traded Note) su blockchain e/o criptovalute? Quali sono i rischi derivanti dalle discrepanze delle diverse giurisdizioni (diversità a cui accenna  invero anche il Presidente della Consob)?

Tra l’altro,  perché si parla, nell’intervento del Governatore,  di investitori “potenzialmente” inconsapevoli. È una nuova categoria di piccoli investitori? “Potenzialmente”, forse nel senso di “virtualmente”… visto che si tratta di valute virtuali?

È vero che i piccoli investitori tradizionalmente non hanno goduto di grande considerazione, basti pensare al termine “parco buoi”. Un riferimento antico e poco lusinghiero per descrivere risparmiatori-investitori considerati ingenui e destinati a essere prima o poi vittime sacrificali del mercato. 

Tuttavia, continuare a rappresentare la loro operatività finanziaria come frutto di una colpevole inconsapevolezza, sebbene “virtuale”, sta diventando quasi stucchevole, soprattutto quando questo giudizio proviene dalle Istituzioni di vigilanza. Lo sforzo istituzionale, infatti, deve sempre essere orientato a cercare di trasformare i “potenzialmente inconsapevoli” in investitori meglio informati.  A proposito,  ci sono specifiche iniziative al riguardo?

Questi investitori, si dice ancora nell’intervento, potrebbero aumentare in futuro. Perché?

La preannunciata comunicazione della Banca d’Italia al mercato su questa materia, al fine di favorire una efficace applicazione del nuovo regolamento europeo MiCAR (“Market  in Cripto Asset Regulation”), dovrebbe, si spera, chiarire tutti i dubbi al riguardo.

Nel frattempo, prendiamo atto dell’autorevole convinzione sulla “solidità” del mondo più tradizionale delle banche, che oggi è “un elemento di forza del nostro sistema produttivo”. 

Una sicurezza confortante in un mare di incertezze!

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1 COMMENT

  1. Sull’argomento, l’attuale Governatore della Banca d’Italia si era interessato con un intervento del dicembre 2021 (Lectio Cooperativa), quale Membro del Comitato esecutivo della BCE (https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2021/html/ecb.sp211210~09b6887f8b.it.html)
    Più in generale la questione Bitcoin e Co. sembra quasi venire a ricalcare l’irrompere disordinato nel mercato dei prodotti derivati nel mondo della finanza e non soltanto in esso.
    Molte realtà bancarie e non solo esse, mantengono tuttora adombrati nei loro bilanci prodotti della fattispecie dal valore dubbio e dalla quantificazione incerta.
    Ciò che maggiormente differenzia il fenomeno occorso, rispetto alle cripto valute di oggi, è forse, oltre all’indubbio e incalcolabile rischio, le persistenti difficoltà a trovarne sempre i reali punti di riferimento (emanatori e gestori). Collocatori e manovratori che operano in una rete in cui naviga molto virtuale; con commistioni di legalità e anarchie, leciti e illeciti, realtà e illusionismo.
    Talvolta, nell’ascoltare e leggere gli interventi di addetti ai lavori (compresi nello specifico i Panetta o Savona) si ha quasi l’impressione che i buoi sono ormai tutti usciti dalle stalle e che, a chi è ancora ufficialmente demandato il compito di vigilanza, manchino gli strumenti essenziali, anche per una seppur semplice e minima videosorveglianza.
    Buona luce a tutti!

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