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Ultimo aggiornamento 17/05/2018
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Nelle sue considerazioni Corsini scrive: “Eppure anche essi, dico questi ambienti, sbagliano, come tutte le costruzioni umane. Debbono accettare i propri errori …..” forse, più che accettare, dovrebbero in verità “riconoscere i propri errori” e impegnarsi fattivamente a “non perseverare”.
Il racconto segue la logica molto diffusa in ambito finanziario, quella che si pone spesso asettica rispetto alle fragilità temporali che possono interessare imprenditori che non godono di “giusti agganci”, di quelle conoscenze altolocate che in molti casi proteggono “oltre misura”.
Distingue la realtà secondo classi, applicando o disattendendo le regole in relazione alle caratteristtiche dei soggetti.
Il panorama è visto dall’interno, e fotografa la fauna di un oceano dove navigano pesci di varie taglie, balene e anche pescecani.
Termina lasciando un amaro in bocca che corrisponde all’atmosfera inquinata che oggi ci attanaglia.
Ricevo e pubblico volentieri:
Il finale ti ricompensa di una lettura che ti ha indignato per la presenza di un “grande fratello “di turno,una banca che semina morte. Si , morte …a mio parere…perché consentire che i risparmiatori perdano i propri soldi significa uccidere i loro sogni , quelli che hanno accarezzato una vita intera. La narrazione si muove in una dimensione economica e finanziaria che potrebbe allontanare i lettori che come me ,sono a digiuno di questi argomenti . Ma non lo fa , perché fin dalle primissime pagine appare evidente che la storia altro non è che una chiara denuncia e una amara critica a un mondo che non conosce i valori fondanti del rispetto , onestà e uguaglianza e questo soprattutto a discapito delle persone per bene ,di quelle per intenderci , che non hanno bisogno di “ controllori” perché già sanno come operare grazie a un processo di intima adesione alla vera moralità,sicuramente lontana anni luce dalla “nuova filosofia morale “che il protagonista Ragno auspica. I personaggi sono sospesi tra mistero e realtà; il nostro autore non li ha collocati in un posto preciso, non fa nessun riferimento alla città che ospita questo mostro mangia risparmi.. potremmo dire che si trova nowhere, in nessun posto e dovunque , è la storia che si ripete , quella del potente senza scrupoli che annienta il debole. Ma un prezzo dovrà pur pagarlo per tutto il male che ha causato … o no? Non può rimanere impunito.A questo punto c’è il rischio di rovinare la suspense che tiene attaccato il lettore a questo originale mistery e quindi non aggiungo altro a tale proposito . La prosa è impeccabile,forbita, fortemente allusiva e a tratti nostalgica. Ci sono i ricordi di scuola per esempio, perché chi di noi potrà mai dimenticare il professore “basso rotondo e calvo,” “il mitico professore “te lo ricordi per la vita … e il tutto è ingentilito da presenze silenziose di mogli adorate che pazientemente sono a fianco di questi uomini ,anche di quelli che ahimè ,soccombono sotto il peso del dio denaro. Bella lettura. La consiglio fortemente.
Ricevo e pubblico volentieri
Ho letto in un sol fiato il romanzo e riconosco anche io uno stile fluido ed intenso a tratti malinconico. L’autore non lascia spazio a nessuna immaginazione dall’inizio alla fine della lettura in quanto intende denunciare ma anche ‘raccontare’ che ‘io sono tornata’ appartiene al passato, al presente e senza dubbi farà parte del futuro. Lettura consigliatissima anche perchè ognuno di noi alla fine si sente un po’ ‘orafo’…una figura egregia del romanzo del quale altro non svelo ma lascio a voi il seguito….
RECENSIONE RICEVUTA
Romanzo da leggere tutto di un fiato immaginando di entrare in un contesto dove aleggia sempre una cicciona (la crisi bancaria) che si ripresenta e perciò il titolo del romanzo “io sono tornata”. Molto interessante il lessico utilizzato: ‘riunione fatta’ , yesman, ecc che per chi ha lavorato e/o lavora in azienda ha la capacità di apprezzare il significato intrinseco delle suddette parole troppo spesso svalutate e delle quali i pseudo manager si riempiono la bocca. Caldamente consigliata la lettura
” Le banche sono da salvare con soldi pubblici e una volta stanziati gli aiuti tutto in gloria …… ”
Piacevole lettura, personaggi senza dignita’.
Entrare in banca e come entrare in sala operatoria, se sbaglia ti uccide.
Contenuto e stile narrativo si fondono in una perfetta alchimia trasformando i temi trattati dagli addetti ai lavori in un romanzo, che coinvolge il lettore comune fino all’ultima pagina dove si conclude la vicenda in un epilogo inatteso.
Personaggi, ambienti e situazioni riflettono in uno specchio artificioso la realtà attuale seguendo un percorso serrato ed utilizzando un linguaggio ricercato e tecnico in una altalena di emozioni contrastanti. Ai controllori,ingessati e impettiti, preposti ai vertici della Autorità centrale, che per stemperare la tensione della fine imminente sciorinano reminiscenze latine come giaculatorie , si contrappongono le vittime della crisi economica in una dicotomia insanabile. Sono molto toccanti le pagine del diario di un imprenditore che affida i suoi pensieri e le sue speranze a se stesso , nel disperato tentativo di salvare i sacrifici di una vita, ma si trova da solo ed impotente ad annaspare nei colloqui con i dirigenti altolocati che non offrono più alternative. Non possono, non vogliono o non cercano soluzioni alternative? Chi controlla i controllori? La banca è come una impresa che difende i propri interessi per non sprofondare negli abissi, ma soprattutto cerca di salvare solo i suoi rappresentanti?
Un libro per essere vincente deve entrare nella testa e nel cuore per portare il fruitore nella storia
in un coinvolgimento emotivo,che continua anche a fine lettura ed apre un dialogo con se stessi o in un confronto aperto per poter condividere riflessioni.
“ Sono tornata” invita tutti ad una maggiore consapevolezza sui rischi e i pericoli degli investimenti, sulla tutela del risparmio e sull’organizzazione del budget relativo ai propri guadagni. L’ educazione finanziaria, sin dalla tenera età a salvaguardia e a difesa dei nostri soldi e dei nostri immobili, potrebbe essere un salvagente per tutti e nel contempo sarebbe finalizzata a comprendere al meglio i servizi delle banche per difendere la propria incolumità in un confronto tra pari. L’autore riesce a comunicare con noi e, nel sollevare la polvere sotto il tappeto, il suo messaggio arriva alle nostre coscienze.
Un libro da non perdere……una lettura consigliata.
RICEVO DAL MIO AMICO STEFANO E PUBBLICO VOLENTIERI.
Bravo Gerardo! Un lavoro veramente ben riuscito. Hai affrontato un argomento inusuale per un romanzo, come quello di una crisi bancaria, trovando il giusto equilibrio tra la descrizione tecnica del fenomeno e le varie situazioni umane dei protagonisti/vittime. La morale che si può dedurre dalla lettura è che l’avidità e la megalomania umane accompagnate a difetti insiti in tutto il meccanismo (controllori che riportano ai controllati, sorveglianti “ostacolati” nella loro sorveglianza,…) possono condurre al disastro, le cui conseguenze non sono poi equamente distribuite. Anzi, chi riesce a presentarsi come salvatore della patria ne trarrà dei vantaggi personali e chi avrà la pazienza di attendere le italiche prescrizione godrà una vecchiaia tranquilla.
Bella la sigla AFUNTURC! A metà tra Kafka e Totò.
Mi à piaciuta anche la descrizione dei locali direzionali accessibili solo a pochi eletti. Non disturbare il conducente!
Geniale poi il finale giallo seguito dall’affermarsi di una verità ufficiale che fa di un responsabile quasi un santo. Hai resuscitato anche il commissario Ingravallo (se non sbaglio, si chiamava così il personaggio del romanzo di Gadda).
Ho ritrovato nel libro anche alcuni episodi che mi avevi raccontato nel corso degli anni (come quello tragicomico delle fotocopie).
La storia dello psichiatra per i test attitudinali è anche reale?
Complimenti!