Quando ci siamo sentiti per concordare la data dell’incontro, ho proposto la scelta per uno dei venerdì del mese di maggio, lui ha optato per il venerdì 17 con inizio alle ore 17, dando un calcio a qualunque tipo di scaramanzia. Anche perchè mi ha confidenzialmente detto che il 17 è il numero che lui predilige per tanti motivi (chi avrà modo di ascoltare il video dell’incontro avrà anche modo di capire) …in ogni caso, ho anche capito che aveva deciso di portare con sé pure un gatto nero, stante la sua nota predilezione per i felini.
Bando alle ciance, Franco Lannino, per chi non lo conoscesse ancora, è un personaggio a tutto tondo che non millanta e ha molto da dire nel campo della fotografia.
In quanto spirito libero, oltre che trattare della sua professione, nei convegni informa e intercala considerazioni che inducono a riflettere su questioni complesse che lo hanno visto protagonista attivo nel corso della sua lunga attività di fotoreporter.
Oserei financo affermare che ascoltarlo, al di la della particolare formula divulgativa prorompente, poiché le sue argomentazioni sfiorano costantemente molte tematiche sociali, le sue performance inevitabilmente risvegliano coscienze. Forse, chissà, un giorno qualcuno potrebbe anche accorgersi del possibile seguito che avrebbe in politica, specie per l’empatia, la credibilità e la spontaneità spendibile che fanno un tutt’uno con la sua persona.
La settimana prima avevo avuto l’opportunità di assistere a una sua performance, alla presenza di oltre trecento studenti della facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Palermo, conclusasi con una vera e propria ovazione.
Sempre come un fiume in piena il Franco Lannino fotografo intervenuto all’ARVIS, rivolgendosi ad appassionati di fotografia, ha voluto variare l’indirizzo e, arricchendo i contenuti della sua lectio, con tante sfaccettature di un mestiere che richiede talento. Chi vorrà potrà rendersene conto, visionando il filmato che è stato realizzato durante l’appuntamento rientrante nel ciclo “incontro con l’autore”, portato avanti dall’associazione fotografica palermitana.
Lannino ha intercalato la sua narrazione mostrando alla platea una serie di macchine fotografiche, tra cui anche quella che è stata la sua prima macchinetta, regalatagli dalla “Zia Core” (Kodack instamatic 104) e che di fatto, una volta riscontrata una sua naturale predisposizione per la fotografia, ha indotto il fratello maggiore, Giuseppe, a introdurlo nell’ambiente professionale.
Fisicamente assente, perchè impedito da serie problematiche di salute, lo storico socio nell’agenzia “Studio Camera”, Michele Naccari, più volte citato nei tanti aneddoti e nei dietro le quinte lavorative, era da intendersi anche lui fra i partecipanti all’evento.
Molte delle fotografie proiettate durante l’incontro fanno oggi parte della mostra “Macelleria Palermo”, attualmente in giro attraverso varie località italiane e che, nel prossimo autunno, tornerà ad essere esposta a Palermo, presso la Galleria Fiaf annessa all’Arvis (associazione Arti Visive). Della riuscitissima mostra ha parlato anche la stampa internazionale (vedi l’articolo dedicatogli dal francese L’Humanitè).
Le tante cose, lucidamente narrate in oltre due ore di sostenuto monologo, hanno figurativamente anche costituito lo scorrere di un filmato di un lungometraggio che è riuscito a collegare felicemente le dinamiche di tanti accadimenti. Retroscena, stratagemmi confessati e sagaci commenti, hanno sonoramente arricchito il quadro di ogni fotogramma completando efficacemente il tutto. Indistintamente, chi era fra i presenti ha potuto così rivivere la storia di quasi mezzo secolo della città di Palermo, dagli anni settanta fino ai giorni d’oggi, focalizzandone – fotograficamente parlando per l’appunto – i bianchi, i neri e tutte le sfumature visibili in ogni gradazione di grigio.
L’incontro ha fortemente coinvolto i presenti, che sono pure intervenuti con quesiti (in parte inglobati nel video) che hanno dimostrato l’interesse e il livello d’attenzione suscitato dal Lannino, testimone del tempo e opinionista.
A dimostrazione della sua disponibilità, ci ha in ultimo confessato che, mentre ci stava intrattenendo, erano in corso al Teatro Massimo le prove generali dell’opera “Tristan und Isolde” di Richard Wagner (la prima prevista per il 19 maggio, cioè solo due giorni dopo), cui avrebbe dovuto professionalmente presiedere e alle quali aveva rinunciato (con il subentro di un sostituto) per non venire meno all’impegno che aveva preso con noi dell’ARVIS (e direi che anche questo non era la dimostrazione di un comportamento infrequente, specie per chi si ritrova a ricoprire certi ruoli di prestigio).
Aggiungere dell’altro appare superfluo, specie se si ha intenzione di visionare la registrazione che risulta postata ed è disponibile su You Tube.
I contenuti del video, oltre a documentare l’avvenimento, possono costituire fonte di spunto per tanti addetti al settore, anche per giornalisti affermati dediti ad approfondimenti sui fatti di mafia o per gli studenti e laureati che si accingono ad intraprendere attività mediatiche e di comunicazione in genere.
Durante la registrazione non potevano mancare le questioni e i tanti dubbi inerenti all’ormai famosa e mitica agenda rossa di Paolo Borsellino, con la borsa che la conteneva, “con prestidigitazione” scomparsa e ricomparsa nel luogo dell’attentato.
Buona luce a tutti!
P.S. – Per chi dovesse trovare difficoltà per accedere al video, il link è: https://youtu.be/F6mZhjK7zeI?si=V2x7JlAikAD8LfSk