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Lux Film, storia incredibile di una impresa cinematografica italiana

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Riccardo Gualino in un ritratto di Felice Casorati sulla copertina del libro che rievoca la storia della Lux Film

Dopo l’articolo di qualche settimana fa, qui il link, torno a scrivere di Riccardo Gualino e di un’altra sua brillante iniziativa imprenditoriale, questa volta nell’ industria del cinema.

Riccardo Gualino, figlio della buona borghesia piemontese, grande amante dellArte che condivise insieme alla moglie Cesarina, fu un importante industriale della prima metà del XX secolo, con interessi nelle industrie di legname, del cemento, delle banche e delle proprietà immobiliari e dell’editoria.

Fu socio di Giovanni Agnelli con il quale si alternavano alla vicepresidenza delle rispettive aziende: Fiat e SNIA Viscosa. Era anche un affarista, cinico e visionario. Possedette una delle collezione darte tra le più importanti, composta da opere antiche (Giotto, Cimabue, Duccio di Boninsegna, Botticelli, Mantegna, Filippo Lippi, Tiziano, Paolo Veronese, Andrea pisano) e moderne (Guttuso, Severini, Mafai, Maccari, Picasso, Degas, Rosai, de Chirico, Morandi, Casorati, Manet, Chagall, Modigliani, Fattori, Fontana, Carrae molti altri).

Comprò il teatro di Torino e nellatrio fece sistemare sette quadri di Modigliani. Nel 1927 i rapporti con Agnelli  iniziarono ad incrinarsi per divergenze politiche. La  fortuna di Gualino era senza dubbio il carattere spregiudicato, tanto da applicare il motto Osare che riporterà spesso tra le righe della sua autobiografia: Confessioni di un sognatore. Un volume che per settanta anni non è stato volutamente editato.

Nel 1931 Gualino fu arrestato dal Regime fascista che lo confinò a Lipari e successivamente a Cava dei Tirreni, prima era stato costretto a cedere gran parte della raccolta pittorica alla Banca d’Italia a seguito dell’intervento in salvataggio della Banca Agricola Italiana con cui aveva contratto il debito più grosso. Oggi una cospicua parte è ancora della prestigiosa collezione conservata in Palazzo Koch, a Roma.

Gualino riottiene la libertà nel 1932, e attraverso  parenti e prestanome si ritrova in Francia, alla testa di vasti giri di interessi nel settore immobiliare e in quello della grande distribuzione: la Societé anonime des cafés et restaurants françaises, i magazzini Bon Marché, una finanziaria lussemburghese, il Consortium privé, che con la controllata parigina, il Comptoir privé, diretto dal cognato Ermanno Gurgo Salice, realizza operazioni sul mercato valutario e su quello dei titoli azionari. Con lappoggio della Banque de lUnion parisienne, in cui è attivo lamico Oustric, Gualino riprende in breve le fila di una vasta trama di affari che include, tra le altre, le società anonime Roumano-Belge des pétroles, la svizzera S.a. des Fours Pieters, in combinazione con Friedrich Bergius, Nobel, per lidrogenazione e distillazione del carbone, la Compagnie industrielle française du platine o la Mines dor de peck, per la gestione di giacimenti in Jugoslavia.

In Italia i nuovi poli di interesse s
ono concentrati nella chimica e nella cinematografia. Nel primo settore lazienda principale divenne la Rumianca, originariamente unimpresa ausiliaria della Snia, di cui Gualino nel 1933 rileva il controllo dal gruppo Abegg. La Rumianca aveva registrato un notevole successo a partire dalla metà degli anni Trenta producendo fertilizzanti e anticrittogamici, per inserirsi poi nei flussi di commesse e finanziamenti pubblici della mobilitazione industriale e fare affari con le produzioni belliche. Durante la guerra lazienda disponeva  di due stabilimenti nel Novarese per la lavatura dei minerali e per le produzioni chimiche di base, uno nei pressi di Torino per la produzione di saponi e uno a Carrara per quella di anticrittogamici, nonché vasti complessi minerari in Val dOssola, Sardegna e Calabria per lestrazione di piriti.

Dal 1934 inizia l’attività nella cinematografia.  Essendo stato interdetto a ricoprire cariche pubbliche per dieci anni, fece figurare nellatto costitutivo della Fiat Lux il cognato Ermanno Gurgo Salice e amministratore delegato Guido Gatti, noto musicologo. Principale finanziatore dell’impresa fu l’industriale tessile Attilio Rivetti.  Era fermamente convinto che il settore cinematografico fosse solo agli albori, vedendo una grande potenzialità di espansione in tutto il mondo. Lo affascinavano le nuove tecnologie che vi erano impiegate e lo considerava una grande strategia di comunicazione di massa.

Il primo film prodotto da Gualino con la Lux Film fu Don Bosco, diretto da Goffredo Alessandrini, che ebbe l’appoggio del potente ordine dei Salesiani, fondato dallo stesso Don Bosco.

Per cinque anni nonostante la buona riuscita del film, la Lux non si occupò di produrre film, ma di distribuirli. Essi furono prevalentemente i film realizzati dalla RKO, una casa cinematografica statunitense.

La vera rivoluzione furono i film della Walt Disney, con la quale Fiat Lux distribuiva i più classici lungometraggi quali: Pinocchio, Fantasia, I tre Caballeros, Cenerentola, Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan, Biancaneve e i sette nani, film a tecnica mista di animazione e realtà.

Nel 1939 lamico Valentino Brosio, intellettuale torinese cugino di Manlio Brosio, in seguito Segretario Generale della NATO, convinse Riccardo Gualino a produrre Due milioni per un sorrisodi Carlo Borghesio e dell’ancora sconosciuto Mario Soldati. La data fu importante per il cinema italiano, in quanto in quelloccasione entrò in vigore la legge Alfieri con la quale si sostituivano gli aiuti statali con un sistema di incentivi calcolato in base agli incassi e al requisito di un capitale minimo. L’obiettivo era quello di incoraggiare la produzione cinematografica italiana, premiando i film di successo. Gualino nel 1940 trasferì la Lux Film da Torino a Roma, divenendo la Lux Film S.A. Nel 1941 decadde linterdizione dai pubblici uffici e Gualino poté diventarne, a tutti gli effetti, presidente.

A partire da quel momento cominciò una nuova fase della Lux film, con una produzione italiana di grande prestigio. Le capacità e le conoscenze permisero a Gualino di entrare dalla porta principale anche del mercato estero. Memore della grande esperienza industriale tra il primo e il secondo decennio del XX secolo, Gualino non volle mai acquistare i teatri nei quali realizzare film, preferendo sempre noleggiarli. Sicuramente le prove che aveva dovuto affrontare nella vita, lo avevano portato a decisioni imprenditoriali diverse rispetto agli esordi. La Lux Film fu una società cinematografica con alle spalle esperienza, solidità ed oculatezza e lo stesso Gualino non si lasciò mai trasportare da facili entusiasmi né da manie di grandezza.

Da un punto di vista produttivo le scelte della società erano variabili, alternandosi negli stili proposti al grande pubblico. Gualino fu un antesignano nel dare importanza alle colonne sonore dei film, intuendo fin da subito limpatto emozionale sullo spettatore. A Nino Rota, tra i più grandi compositori di musica del dopoguerra e a Fedele dAmico musicologo, Gualino affidò la scelta delle colonne sonore e anche la capacità di coinvolgere alcuni dei maggiori musicisti italiani, da Ildebrando Pizzetti a Goffredo Petrassi a Roman Vlad.

Le storie rappresentate erano per lo più tratte dai classici letterari italiani.

Alla Lux Film di Gualino si deve la produzione dei Promessi Sposi, diretto da Mario Camerini e interpretato da Dina Sassoli nella parte di Lucia. Anche le coproduzioni vennero realizzate con raffinatezza e nel rispetto del testo originale, come il kolossal La corona di ferrodi Alessandro Blasetti del 1941, che trionfò a Venezia ed ebbe uno sferzante giudizio di Goebbels: «Se un regista tedesco avesse fatto questo film, oggi in Germania verrebbe messo al muro».

Si trattava di film appartenenti al cosiddetto filone calligrafico, una tendenza cinematografica, con una complessità espressiva e molteplici riferimenti figurativi, letterari e cinematografici che li isolavano dal contesto dominante di quegli ultimi anni. Era una visione capace di rievocare tendenze culturali e al tempo stesso, di armonizzarle in una forma espressiva compiuta mediante l’attenzione formale, la rivalutazione del carattere “artigianale” del cinema. I registi più famosi del filone calligrafico furono Mario Soldati, Alberto Lattuada, Renato Castellani e Luigi Chiarini.

Un cinema colto, nel quale Gualino interveniva nella sceneggiatura insieme a giovani scrittori, come Cesare Pavese, Elio Vittorini, Vitaliano Brancati, Diego Fabbri.

Nel primo dopoguerra la Lux Film era la più importante società del cinema italiano, ma con un nuovo cambio strategico: non più produttore diretto, ma supervisore di produzioni indipendenti che potevano spaziare da film culturali a film più commerciali. Rimasero  legati al genere calligrafico e letterario, Pietro Germi, Giuseppe De Santis, Luigi Zampa, Luigi Comencini, Mario Monicelli, Valerio Zurlini e Luchino Visconti.

Il primo si specializzò nel filone ‘meridionalista’ con film drammatici come Gioventù perduta (1948), In nome della legge (1949), Il cammino della speranza (1950), L’uomo di paglia (1958) e commedie dalla corrosiva forza satirica come Divorzio all’italiana (1961). Erano gli anni del  neorealismo, anche se di un Neorealismo lontano dai film di Roberto Rossellini e di Vittorio De Sica. De Santis diresse Riso amaro (1949) e Non c’è pace tra gli ulivi (1950). Luigi Comencini girò il cortometraggio Bambini in città (1946) e, più tardi, La bella di Roma (1955), mentre Zurlini firmò Le ragazze di San Frediano (1954) e Monicelli I soliti ignoti (1958) e I compagni (1963).

Nel 1953-54 avvenne un’ulteriore svolta nella linea produttiva della società, la quale decise di abbandonare il genere letterario e neorealista per affrontare film più costosi e spettacolari. Fu così che vennero realizzati con Carlo Ponti e Dino De Laurentiis film quali Attila di Pietro Francisci, Teodora di Riccardo Freda, Ulisse di Camerini, e Senso di Visconti, tutti del 1954. Da quel momento cominciò il lento declino della società, la crisi della Lux Film arriva verso la fine degli anni Cinquanta, quando Gualino si impegna in unultima complessa operazione di ricapitalizzazione della società, che fa leva sui flussi finanziari generati dalle indennità per la nazionalizzazione dellenergia elettrica.

La Rumianca diventa  il centro di un gruppo articolato, con numerosi impianti in Italia e significative proiezioni allestero, operando con successo ben prima del “boom” economico. Si impone in settori chimici di consumo quali i cosmetici, gli articoli da toeletta e i polimeri. Nel novembre del 1965 Renato Gualino, figlio di Riccardo, che era morto un anno prima a Firenze, dopo essere stato per lungo tempo vicepresidente della Lux Film, annunciò che la società avrebbe lasciato l’attività produttiva per dedicarsi alla sola distribuzione. Nel 1969 la Lux Film venne assorbita, insieme alla Rumianca dalla SIR di Nino Rovelli. Cominciò per una delle più importanti industrie chimiche d’Europa un lento declino e la definitiva compromissione della industria chimica italiana e della sua proiezione cinematografica.

 

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