Tempo fa Gerardo Coppola pubblicò un articolo in cui illustrava una sorta di possibile autotutela nei confronti del condominio e degli amministratori che, anche a seguito della riforma 220/2012, sono soggetti che nessun organismo controlla, tranne ovviamente la magistratura con i tempi biblici che conosciamo. In questi giorni abbiamo ricevuto un esempio di resistenza umana da parte di un lettore che ci piace pubblicare a beneficio di tutti. Un caso del genere non l’avevamo mai sentito. A noi ha ricordato la grande letteratura russa di Gogol: il condomino debitore che non è debitore, inadempiente e pignorato,pure vittorioso.
Prologo
Vivo da tranquillo borghese insieme alla mia compagna in un borghese condominio della semiperiferia milanese composto da dieci borghesi famiglie, alcune delle quali mi ricordano spesso il film capolavoro Parasite. Aggressività, invidia sociale, prepotenza contrassegnano i rapporti quotidiani di buon vicinato. Questo milieu umano si riflette sulla governance del condominio, astrusa, conflittuale e affetta da inguaribile tafazzismo. Cioè autolesionismo. In venti anni un paio di cause, delibere che sembrano varate da Torquemada e un Amministratore che ha una presa assoluta sul volume di affari ….che è poco più di 2.000 euro di spese comuni annualmente. Roba da poveracci si potrebbe concludere, ma questo non evita all’indole italica di accapigliarsi quasi su tutto, ovviamente senza costrutto alcuno. Si raggiungono vette inverosimili di elucubrazioni giuridiche e metagiuridiche con l’Amministratore che anzichè sopire e mediare aizza, forte di una maggioranza che è sempre la stessa da decenni. Ho pensato nella mia ignoranza che il beneficio è proprio per lui, discussioni, contenzioso di scarso valore generano spese legali di migliaia di euro per i legali del consesso, qualcosa arriverà pure a lui. Come fare? Autotutelandoci come ci ha spiegato il dr. Gerardo Coppola. Fortuna audaces iuvat, come è capitato a me nella vicenda che voglio raccontarvi.
La facciata da rifare con il fondo sfasciato
E così per anni e anni mentre noi invecchiamo e pure la casa che, costruita nel dopo guerra, avrebbe bisogno di manutenzione continua. Il gioco non cooperativo genera coalizioni, per dirla con il grande economista Von Neumann, che si combattono aspramente al grido col piffero che pago per rifare le scale al mio vicino, dimenticando che anche lui è vicino a me. Logica tribale che molte tifoserie calcistiche conoscono bene, i romanisti si augurano che perda la Lazio più che vinca la magica e viceversa.
Se questo è il contesto e l’ambiente, vediamo la sceneggiatura di come si innesta il mitico decreto ingiuntivo che è il massimo della potenza nucleare delle misure giuridiche a tutela di obbligazioni pecuniarie. Lo strumento è veloce, diretto non suscettibile di paralisi, perché come si dice il giudice adotta il provvedimento in solitudine, inaudita altera parte, senza ascoltare le parti: il debitore sta a guardare e lo prende a quel posto, pure meritatamente in molti casi.
Dunque, dopo anni si decide di rifare la facciata per una spesa complessiva di 100.000 euro con una ditta che firma un contratto di appalto che prevede un anticipo e due SAL in corso di opera, che generano i pagamenti del condominio. Ed è questo il primo ostacolo dato che le coalizioni contrapposte, gli indipendenti, i disinteressati devono decidere dove mettere i soldi per essere sicuri che qualcuno non faccia il furbo.
Ed ecco la trovata esemplare del codice civile, si crea un fondo speciale e lì si mettono i soldi in una solo volta o a chiamata quando è necessario pagare le rate all’impresa. Ed allora si va fuori di testa, che si paghi tutto in una volta mettendo ben 100.000 euro in un conto per tenere i cani al guinzaglio. Poco importa se è infruttifero quando i tassi sui BOT sono intorno al 4 per cento e quelli sui conti correnti stanno finalmente risalendo. Mors tua vita mea, giusto così, Tafazzi ha sempre ragione.
In realtà, con la mia compagna decidiamo di pagare in corrispondenza dei SAL, che senso ha pagare tutto in anticipo in un conto condominiale vincolato con i soldi che stanno lì per fare bene alla banca.
Due decreti sparati a razzo…
Ignari di tutto la storiella va avanti per quasi un anno e pago 20.000 euro in tre rate, una ogni quattro mesi in conformità dei SAL presentati dall’impresa e dal Direttore dei Lavori. A lavori finiti, per puro caso perchè siamo lontani mille chilometri dalla nostra residenza abituale, riceviamo due decreti ingiuntivi partiti ben sette mesi prima ad opera del solerte Amministratore e del suo Avvocato, per dare una lezione a chi disubbidisce. Ma noi non sapevamo nulla perchè la procedura non prevede l’intervento del debitore e queste carte si consegnano ancora a mano con tanto di pezzettini di ricevute, simili agli scontrini del bar.
Poi abbiamo ricostruito, con un paio di telefonate.
Pagata la prima rata il Condominio animato da sacro furore ha preteso il pagamento della seconda e terza rata più spese legali, interessi, bollo e quanto altro. Solo che la notifica a noi è avvenuta dopo che i lavori sono finiti e dopo che noi avevamo pagato le due rate residue. Come un soufflé l’arma di distruzione di massa, il bazooka in mano all’Amministratore si era miseramente afflosciato. Anche la rigidissima procedura civile che ci tiene legati in una gabbia senza possibilità di uscita deve prendere atto che un’ingiunzione di pagamento di un pagamento già fatto non ha senso, manca l’oggetto, è sparito. L’aspetto più esilarante è che la ditta appaltatrice non si è mai lamentata perchè è stata pagata a scadenza e anche perchè di suo ci ha messo un mese di ferie e due mesi abbondanti di ritardo nei lavori. Con la mia compagna abbiamo sospettato che avessero altri cantieri sparsi in città. Aiutati che Dio ti aiuta.
…..da Rocket Man e tornatigli (in)dietro
Come nel Comma 22, se non paghi ti arriva il decreto ingiuntivo, ma quando ti arriva il decreto ingiuntivo hai già pagato!
E decade tutto, si ritira tutto, le carte non hanno più valore, tutto si appiana grazie al tempo che passa. Noi italiani ci lamentiamo della giustizia, ma siamo noi che la vogliamo così in grado di lavorare per l’eternità in modo da essere sempre in singolar tenzone. E animati da rabbia e spirito di vendetta non ci rendiamo conto di quel che facciamo. Un decreto che risponde alla curvatura spazio/tempo di Einstein, il cui tempo non è lineare perchè si curva e si appiattisce si revoca da solo come per magia e non succede niente al debitore. Basta che se ne stia a casa senza fare alcunché o in vacanza come abbiamo fatto noi anche perchè nessuno ti dice che stai per essere espropriato…pignorato…svergognato…
Un ultima cosa che non posso ancora svelare è chi paga le spese legali, che sono proporzionali al valore dei presunti crediti vantati dal Condominio. Alla prossima puntata se vi interessa.