Home Educazione Finanziaria Lezioni finanziarie dalla cassetta delle offerte

Lezioni finanziarie dalla cassetta delle offerte

6604
2

Ricordate quel cestino delle offerte che passava fra i banchi durante la messa? Per qualcuno, è stato uno dei primi incontri con il denaro, un’esperienza che risveglia memorie di piccole somme donate con dedizione infantile. Ma c’è di più dietro a quei gesti generosi.

In realtà, quei piccoli atti di offerta monetari erano anche in qualche misura educativi.

Il denaro aveva uno scopo ben definito: aiutare la parrocchia e sostenere la sua  missione nella comunità. Un vero e proprio allenamento finanziario, un modo per farci capire che il denaro può essere anche un mezzo per contribuire al bene comune.

C’è chi è convinto che i ricordi delle prime esperienze con i soldi possano influenzare le decisioni finanziarie della vita. Quindi, forse, ogni moneta gettata nel cestino delle offerte ha plasmato il nostro rapporto con il denaro, anche se all’epoca sembrava solo un piccolo gesto.

Per questo può destare curiosità l’affascinante cassetta delle offerte dell’immagine, che divide gli oboli con una precisione quasi scientifica.

In altre chiese ci si può imbattere in tipologie di cassette delle offerte più tradizionali dove la destinazione degli oboli, nonostante la separazione, sembra meno nettamente definita. Strategie di “marketing” o modalità di comunicazione non perfettamente riuscita?

In altri casi l’obiettivo può avere o meno un contenuto educativo al passo con i tempi. Offerta per “dare lavoro ai poveri” significa offrire un’opportunità per un futuro migliore, mentre il semplice “pane per i poveri” sa di carità fine a se stessa, senza speranze di riscatto sociale ed economico. Dialettica tra l’anima sociale e quella più conservatrice della chiesa?

In ogni caso la suddivisione puntuale della destinazione degli oboli fa ricordare la “contabilità mentale” di Richard Thaler, premio Nobel per l’Economia, famoso per la sua teoria basata sulla “spinta gentile” (o “nudge” in inglese).

Il concetto di “contabilità mentale” si riferisce alla tendenza a separare il denaro in diversi contenitori mentali in modo diverso a seconda di come è stato ottenuto (provenienza) e del modo in cui si vuole spendere (destinazione).

Tanti piccole cassette nella nostra mente dove, per esempio, le somme da vincite o destinate al divertimento sono in prima fila, pronte ad essere spese. Nel frattempo, il denaro guadagnato con il lavoro o destinato all’istruzione dei figli è nascosto in un cassetto, meno esposto al pericolo della spesa impulsiva.

L’etichettatura mentale del denaro, sostanzialmente inconscia, può portare a fare scelte poco razionali (ad esempio, acquisiti di beni inutili solo perché ritenuti a buon mercato), ma per certi versi può anche aiutare a gestire meglio le finanza personale.

Ci sono, per esempio conti bancari digitali che tramite apposite funzioni aiutano a definire obiettivi da realizzare con il proprio denaro, orizzonti temporali e meccanismi per accantonare i risparmi necessari.

Ma non è tutto. Nella stessa chiesa della prima immagine, c’è un’altra cassetta destinata anche all’utenza “più internazionale”, dove si possono lasciare le offerte per la manutenzione straordinaria. Un vero e proprio “conto a lungo termine” per gli investimenti della parrocchia.

L’urna delle offerte in questo caso sembra sottolineare l’importanza di pensare anche a più lunga scadenza. Investire nel futuro è come piantare semi finanziari che daranno frutti nel tempo.

Anche in questo caso, per la finanza comportamentale, è cruciale avere obiettivi chiari: per esempio, acquisto di una casa, istruzione dei figli, fare il viaggio dei propri sogni. Questo aumenta la motivazione e agevola la costruzione di un proprio portafoglio di investimento. Ogni investimento infatti ha un proprio profilo temporale, rendimento e rischio che lo differenziano.

Quindi partiamo pure da un cestino delle offerte per arrivare a una gestione finanziaria se non “divina” almeno consapevole.

Il percorso finanziario può essere arricchito da piccoli gesti e semplici strategie. Insomma può essere utile guidare le scelte finanziare con una “spinta gentile” verso i nostri obiettivi!

Che la saggezza finanziaria sia con noi!

Previous articleL’ Arte e la Cultura in lutto per la morte di Antonio Paolucci
Next articleIl decreto ingiuntivo e il Comma 22

2 COMMENTS

  1. Gli esempi evidenziati da Pasquale Tribuzio risultano centrati e alquanto utili per focalizzare tanti aspetti che possono nascere argomentando sul tema delle raccolte per scopi benefici.
    Un bell’articolo che, peraltro, propone con un testo volutamente semplice la miscela dei problemi atavici riguardanti la produzione, la distribuzione della ricchezza e il risparmio, filtrandoli attraverso quell’educazione finanziaria che rimane particolarmente attenzionata negli ultimi tempi.
    Una visione laica porta anche a dover discernere tra le ombre che si nascondono dietro quelle tante cassette e contenitori che svariate organizzazioni ed enti pongono quotidianamente in mostra. Promettendo, con svariati format comunicativi, di voler alleviare sofferenze o risolvere definitivamente tanti problemi che da sempre tartassano gli ultimi del mondo.
    Nel migliore dei casi sono placebi e formule illusorie tendenti a far credere realizzabili delle utopie.
    In una casuale dissertazione di questi giorni, pur mantenendo ammirazione e sostegno verso chi contribuisce a migliorare realmente le sorti di minoranze d’emarginati, ho affrontato alcuni aspetti in qualche modo attinenti all’argomento.
    Nel caso possa interessare, rimando a: https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2024/01/missione-di-associazioni-fondazioni.html

  2. A proposito, in varie forme dialettali compare un divertente proverbio sulle interrelazioni tra soldi e vita terrena. La salute senza i soldi è una mezza malattia!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here