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Doppelgänger – Le due Naomi

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COPERTINA
Dall'alto in senso orario.
Serena Waterford (Yvonne Strahovski) e June Osborne 
(Elisabeth Moss) le due impeccabili protagoniste della 
5° stagione del Racconto dell’ancella, finalmente 
arrivata su Prime Video. 10 episodi che sono una vera 
e propria galleria di ritratti di facce. In effetti, 
potrebbe diventare una libreria di emoticon per 
rappresentare furore, rabbia, impotenza, disperazione,
 determinazione. È stupefacente come le due interpreti 
riescano ad esprimere una tale varietà di sentimenti 
con la mimica facciale. Una tale molteplicità espressiva 
si può trovare solo nel Giudizio universale del Signorelli 
nel Duomo di Orvieto. Per il mezzo millennio della 
morte si può visitare una piccola ma intensa mostra a 
Cortona, la città natale del pittore imitato da Michelangelo.
Lupita Nyong’o, premio Oscar alla miglior attrice non
 protagonista per 12 anni schiavo (Prime video), 
nel film Noi/Us (Infinity TV) diretto da un cineasta da 
tenere sott’occhio, Jordan Peele, anch’egli premiato con 
l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale 
di Scappa - Get Out (Prime Video). In Noi, una famiglia 
afroamericana in vacanza a Santa Cruz viene presa di mira 
dai propri spietati doppelgänger. Un horror da vedere 
solo di giorno.
Kim Novak e James Stuart ne La donna che visse due 
volte (Vertigo, NowTV). Secondo alcuni il miglior film 
di tutti i tempi. Quanto a scambio di persona è il canone.
David Lynch occupa il trittico successivo con le due 
protagoniste di Mulholland Drive (Prime Tv) che richiamano 
le due donne di Persona di Bergman (Chili), ma in salsa LGBTQ. 
Seguono due istantanee della serie I segreti di Twin Peaks 
(Paramount+) nelle quali l’agente speciale dell’FBI, 
interpretato da Dale Cooper, incontra il proprio doppelgänger.
Mia Wasikowska e Jesse Eisenberg nel Il sosia - 
The Double (prime Video) che il regista Richard Ayoade 
ha adattato dall’omonimo romanzo di Fyodor Dostoevsky.
Natalie Portman, premiata con l’Oscar e il Golden Globe 
per la miglior attrice protagonista, nel bellissimo 
Il cigno nero (Disney+). 5 nomination all’Oscar e 4 
al Golden Globe). Qui c'è la versione del doppelgänger 
di Darren Aronofsky, un esploratore della psiche con 
la macchina da presa.

Buongiorno e buon inizio settimana

Ma non è un buon inizio settimana, per niente!

Oggi argomento monografico suggerito da un libro intrigante. L’autrice, tra l’altro, è un punto di riferimento per alcuni diffusi movimenti d’opinione. Doppelgänger esige un po’ più spazio di quello concesso dalle 250 parole che in genere utilizziamo per i nostri post sulla settimana trascorsa.

Scambio di persona

Certe volte può essere divertente lo scambio per un’altra persona. A me è successo che un tassista di Bologna mi abbia preso per Pannariello. Mi sono divertito a tenere la parte facendo la parodia del comico. Arrivati a destinazione gli ho detto “Guardi che io non sono Pannariello”. E lui “Su non prenda in giro anche me, signor Pannariello”.

Ma può essere anche abbastanza fastidiosa la confusione d’identità. Una volta al controllo passaporti dell’aeroporto di Gatwick a Londra ho consegnato al bobby di turno, invece della mia, la carta d’identità di mia madre che mi era rimasta nel portafoglio dopo avere sbrigato una pratica per lei.

Mi hanno tenuto un bel po’ in una stanzuccia per verificare se quella identità scambiata non fosse il prologo a rapinare i gioielli della corona. Per di più nella casella stato civile della mia carta d’identità, che poi gli ho mostrato, c’era la dicitura “libero”.Tendevano a interpretarlo come un indizio di precedenti penali.

Lo scambio d’identità può anche stimolare il crimine come succede a Tom Ripley, il personaggio della nera fantasia di Patricia Highsmith. Il talento di Ripley (Netflix) è infatti l’omicidio sotto false spoglie. Succede anche nello stordente Parasite (Paramount+), un film quasi impossibile da vedere.

Quando lo scambio di persona diventa un incubo ossessivo, allora è doppelgänger. E a questo punto entra in scena David Lynch, l’artista visuale contemporaneo più doppelgängeriano.

Doppelgänger

Doppelgänger è un termine tedesco non molto utilizzato in italiano. Il suono sinistro e il significato inquietante che la lingua d’origine imprime a questo sostantivo fa sì che sia passato quasi inalterato in altre lingue come l’inglese.

È un termine che mi suscita un link istantaneo al cinema espressionistico tedesco, anche se con quello non c’entra niente. Ha una densità junghiana tant’è che il suo significato principale è dato proprio dalla psicoanalisi. Der Doppelgänger è un libro del filosofo e geniale analista del profondo, il viennese Otto Rank.

Si capisce perché il doppelgänger fa correre un brivido spaventoso sulla schiena, come nell’a scena della stanza rossa di Twin Peaks(Paramount+) o nella scena finale di Profondo rosso (InfinityTV).

Noi qui, però, ci occupiamo di un libro che ha suscitato un bel baillame, almeno in America, subitamente e con merito tradotto in italiano da La Nave di Teseo (che sta diventando la migliore casa editrice del nostro paese) con il titolo molto lynchiano: Doppio, il mio viaggio nel mondo specchio.

Lo ha scritto Naomi Klein, la “Karl Marx” del movimento antiglobalizzazione che si mostrò al mondo nel 1999 durante la Conferenza dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e subito rinominato il popolo di Seattle.

Le due Naomi: una vertigine

Naomi Klein e l’altra Naomi, Naomi Wolf, sono entrate in una spirale ben raffigurata nel poster di Vertigo (La donna che visse due volte, NowTV). Le due donne stanno sempre più assomigliando a June Osborne e Serena Waterford.

Non è proprio come tra le due protagoniste del Racconto dell’ancella(Prime Video) una volta uscite da Gilead. Qualche affinità la noto, benché le due Naomi non si conoscano: la Klein vive in Canada e la Wolf a San Francisco e probabilmente non si sono mai incontrate.

Sta però succedendo che tra di loro, come tra June e Serena, dopo una certa vicinanza, diciamo, di genere si è passati a un radicale e ostile distanziamento. Si intuisce che, diversamente da June e Serena, tra le Naomi la distanza sia oggi diventata incolmabile.

Loro malgrado, direi. Le due scrittrici, prossime di età e fisicamente simili, da almeno 10 anni sono continuamente scambiate dalla gente, nel senso che le idee della Wolf, più visibile sui media, sono assegnate alla Klein.

Colpa senz’altro del nome e della comune folta capigliatura, non certo del cognome dove non c’è una lettera uguale. Quando l’attenzione, come avviene sui social, è vicina a zero si vede in modo proiettivo e non reale.

L’ossessione di Naomi Klein

Un tale rimescolio, rimbalzato dalle echo chamber dei social, stava iniziando a destabilizzare le sinapsi di Naomi Klein. A un punto tale da farla decidere, quasi terapeuticamente, di dedicare energie mentali, attenzione e tempo, sottratto al suo lavoro e alla sua famiglia, a scrivere un libro sullo scambio di persona..

Lo ha dato alle stampe nell’estate del 2023 con il titolo di Doppelgänger, seguito dal socratico To Know Yourself, Consider Your Doppelgänger, ben diverso dal, seppur fondato, sottotitolo dell’edizione italiana.

Lei, l’altra, cioè Naomi Wolf, con la quale è scambiata la Klein e mai nominata nel libro, è la liberal femminista divenuta la spalla del QAnon e del cospirazionismo estremo e anche una dei leader ideologici dei movimenti di opinione ispirati alle tesi della destra alternativa di Steve Bannon e Tucker Carlson. Vale a dire tutto ciò che la Klein non è e non vuole essere.

La Wolf, molto abilmente, si è appropriata di un lessico e di parole d’ordine della sinistra anticapitalistica, della quale la Klein è la madrina.

È un mondo allo specchio, c’è la stessa imago ma è rovesciata. Nello specchio la sinistra diventa la destra.

“Una marea crescente di persone discutevano di me e di che cosa avevo fatto – scrive la Klein – … solo che non ero io. Era Lei. Chi ero Io, allora?”, si chiede.

Avrebbe potuto domandarlo al Roman Polanski dell’Inquilino del terzo piano (principali piattaforme, a noleggio).

La sottomarca

Bisognava che andasse a scoprirlo. Scrive ancora Naomi Klein in un passo dell’introduzione “Io una sottomarca”. Si perché era diventata proprio una sottomarca dell’Altra Naomi.

“Piuttosto che allontanare il mio doppelgänger – scrive –, ho cercato di imparare tutto quello che potevo su di Lei e sui movimenti di cui faceva parte. L’ho pedinata mentre si addentrava sempre di più nelle “tane” dei cospiratori, luoghi dove il più delle volte mi sembrava che la mia ricerca sullo shock [si riferisce al suo libro del 2007 Shock economy. L’ascesa del capitalismo dei disastri, BUR)  avesse attraversato lo specchio e mi stesse guardando, come una ragnatela di trame farneticanti che proiettano le crisi reali che affrontiamo – dal Covid al cambiamento climatico, all’aggressione militare russa – come operazioni sotto falsa bandiera messe in atto dai comunisti cinesi, dalle multinazionali, dagli ebrei e così via”.

Per l’immagine della ragnatela nella quale si resta impigliati scappando dal propio doppelgänger consiglierei alla Klein di vedere Operazione paura di Mario Bava. C’è una clip quanto basta su YouTube,

Conoscere per guarire

Per stare col fiato sul collo al suo doppelgänger, l’autrice si è vista un “inconfessabile numero di podcast”. Con quelle ore perdute si sarebbe potuta laureare. Ma per lei era una necessaria “ricerca”, seppur ossessiva.

Per capire “Lei” e i “Suoi compagni di strada” doveva immergersi in tutta quella “merda” di trasmissioni televisive che macinavano neologismi e slogan scomponendo e ricomponendo i vari modi le “teorie del complotto”, in una guerra aperta contro la realtà oggettiva.

“Questo ascolto bulimico – scrive ancora la Klein – assorbiva quasi tutti i momenti interstiziali della mia vita: piegare la biancheria, vuotare la lavastoviglie, portare a spasso il cane, portare il figlio a scuola. In un’altra vita, molti di questi momenti erano invece l’occasione per ascoltare musica, acquisire “vere” informazioni, chiamare gli amici.”

Stava entrando nella tana del bianco coniglio e si è sottratta a questo incavernarsi nel farlocco con il libro. Terapia dello scrivere.

Tra le due Naomi non finirà, però, come tra June e Serena. A fine 2023 forse vedremo, con la sesta stagione, dove andrà a parare la storia di Gilead e delle ancelle.


Il grafico della settimana: l’abisso demografico della Cina

Secondo alcuni osservatori, come Martin Wolf (niente a che fare con la Wolf sopra), il problema numero UNO della Cina è l’invecchiamento della popolazione. Un problema che appare ben più grave di quello che hanno i paesi occidentali. Martin Wolf scrive “la demografia cinese è uno dei fattori più importanti nel determinare le prospettive economiche della Cina… e il suo futuro”.

In Cina c’è una bassissima fertilità. La popolazione cinese non vuole figli e lo Stato non può costringerli ad averli, come li ha obbligati ad averne uno in passato. Guardate questi due grafici.

Fonte: “The Financial Times”, 3 ottobre 2023
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