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Erodoto, Rodopi e Cenerentola: storia di una favola

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Lo storico Erodoto nel 450 A.C. ci presenta l’Archetipo di Cenerentola: l’egiziana Rodopi.

E se una fiaba, non è mai un semplice racconto, ma un “connettore sociale senza tempo”, lo storico Erodoto, nel 450 A.C. raccontava una storia, una fiaba, un racconto nel quale descriveva una giovane fanciulla dal nome Rodopi, che divenne la moglie del faraone. La fiaba si tramandò attraverso i secoli grazie a Strabone il grande storico e geografo romano che la riscrisse nel 30 A.C. e poi fu il momento dello storico Claudio Eliano nel 200 D.C.

Una giovane fanciulla di nome Radopi, odiata dalle altre donne della famiglia dove era schiava, perde una scarpetta e viene “salvata” dall’amore. Vi ricorda una favola ben conosciuta da tutte le bambine del mondo? Più di 2500 anni e la moderna Cenerentola diviene la prova che nessuno inventa nulla, tutto si ripete in questo mondo, ma con trasformazione e innovazione.

Nell’opera di Erodoto, com’era tipico all’epoca, la storia non si distingue in modo chiaro, deve essere interpretata nella sua geografia, nella sua storiografia ed etnografia, in quanto i suoi obiettivi erano conservare la memoria delle azioni degli uomini e individuare le cause di alcuni avvenimenti. Cicerone chiamava Erodoto il “padre della storia” e ancora oggi noi “moderni” gli siamo grati per averci trasmesso notizie sulla storia arcaica di civiltà, popoli, città e sulle loro abitudini di vita.

Ma chi era Rodopi?

La storia di Rodopi racconta di una giovane donna vissuta nel VII^ secolo a.C in Egitto. Solo che la storia si ribalta rispetto alla moderna, perché Rodopi era una straniera forse greca o del nord Europa divenuta schiava in Egitto. Descritta come molto bella, ma con carnagione chiara, capelli chiari e occhi chiari, non era ben vista dalle altre donne a causa della sua diversità. Rodopi visse nell’epoca del Faraone Ahmose II, e il faraone secondo le attendibili fonti di Esopo che lo conobbe personalmente, sposò realmente una “schiava” di nome Rodopi, facendola divenire regina. Fiaba e realtà, due ingredienti dei racconti che si tramandano nei secoli.

La storia egizia più antica narra di una ragazza greca schiava, di nome Rodopi, che riuscì a farsi notare dal suo padrone grazie alle sue capacità di seducente ballerina. Fu questo il vero motivo per il quale venne invidiata e disprezzata dalle altre schiave. L’invidia ahimè è sempre stata la miccia di tanti vizi umani, e Rodopi era ambita da tutti gli uomini che la vedevano. Uno di loro, uno spasimante, le fece trovare delle scarpette fatte forgiare appositamente per i suoi piedi con del prezioso oro rosso.

Il faraone Ahmose decise di organizzare un grande ballo, invitando tutte le giovani fanciulle del suo regno. Il buon padrone di Rodopi voleva che la ragazza partecipasse, ma la schiava più anziana le diede così tanti incarichi da impedirle di prepararsi. Il dio Horus, la divinità dalla testa di falco protettore dei faraoni, venuto a sapere della triste storia di Rodopi, prese le sembianze di un grande falco e volò a casa di Rodopi per rubarle una scarpetta. Durante il ballo, Horus fece cadere nelle mani del Faraone la scarpetta. Il Faraone volendo seguire il fato e la propria curiosità, fece cercare in tutte le case del regno la fanciulla che calzasse perfettamente la scarpetta.

In base alle epoche i racconti, le fiabe, e le leggende continuano a tramandarsi. La popolazione ama ripeterle, spesso aggiungendo o togliendo particolari, creando finali alternativi, adatti al periodo storico del momento.

La storia di Rodopi ci ricorda l’Archetipo della libertà femminile, in ogni epoca e in ogni racconto, da Rodopi a Cenerentola, possiamo osservare una ragazza capace di accettare la propria umile condizione, ma al tempo stesso di osare per cambiarla. Non c’è lamentela, c’è azione e speranza. Questo succede fin dal VII^ secolo a.C., donne che per quanto straniere o malviste a causa di una diversità, non sono cadute nel vittimismo, ma sono riuscite a mutare e a migliorare la loro condizione.

 

 

 

 

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