Economia&FinanzaVerde non è un sito di consulenza finanziaria ma di analisi e approfondimenti su varie tematiche che interessano la nostra vita quotidiana, come cittadini e risparmiatori. Nel novembre dello scorso anno pubblicammo, anche con un importante contributo chiarificatore del MEF, un articolo sulle caratteristiche del BTP Italia. Pensato per le famiglie e per i piccoli risparmiatori si è rivelato una ottima difesa, un vero e proprio scudo contro il tormento dell’inflazione che ha afflitto le economie occidentali ed in specie il nostro paese.
Servendoci della descrizione di Bankitalia, illustriamo meglio questi elementari, quanto utilissimi, concetti di Educazione Finanziaria.
“Il BTP indicizzato all’inflazione europea (BTP€i), paga cedole variabili in funzione dell’andamento dell’inflazione europea (qui il link per approfondire): è dunque un titolo pensato per proteggere i propri risparmi dalla crescita dei prezzi, alla scadenza si riceve il valore nominale rivalutato al tasso di inflazione. Della stessa categoria è anche il BTP Italia, il cui rendimento è però legato all’inflazione italiana. Proprio in questi giorni è stato emesso un nuovo tipo di BTP Italia che prevede anche dei rendimenti aggiuntivi per chi decide di detenere il titolo nel tempo (il così detto “doppio premio di fedeltà”, uno che verrà corrisposto durante la vita del titolo e uno alla scadenza finale per coloro che lo avranno detenuto continuativamente fino alla scadenza); le cedole sono corrisposte ogni 6 mesi insieme alla rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione dello stesso semestre.”
Eppure i prezzi di questi titoli sul mercato secondario dei titoli di Stato scendono ? Proviamo a capire il perchè che potrà orientare ancora di più a verificare a chi realmente sono utili questi titoli ad alta indicizzazione. Senza alcuna pretesa di esaustività o di veridicità.
Dalle analisi che ho potuto consultare, vi è un consenso abbastanza unanime sul fatto che ciò che conta nel determinare i prezzi dei BTP Italia è il tasso reale e non quello nominale. Ne deriva che se il tasso nominale aumenta più delle aspettative dell’inflazione in un dato momento, il prezzo diminuisce e diminuisce di più quanto più è lontana la scadenza del titolo considerato. Basta dare una rapida occhiata alla tabella in alto, di fonte SOLE 24 ORE di oggi, per avere una evidenza di quanto finora detto.
Se è così, la perdita di valore del titolo sarà compensata dall’aumento del coefficiente di indicizzazione, tout court il tasso nominale, al momento del pagamento delle cedole semestrali. In sostanza, per ispirarsi ad una strategia conservativa e win-win questi titoli raramente andrebbero venduti durante la vita residua. Se non sussistono ex-ante queste condizioni sarebbe preferibile cambiare scelte di investimento. In effetti, i BTP Italia adempiono in modo soddisfacente a scudare i nostri risparmi dall’inflazione e lo fanno egregiamente, per definizione e per regolamento ministeriale delle varie emissioni. Per altro dovremmo rivolgerci altrove.