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Le critiche pressoché unanimi alla politica monetaria restrittiva della Bce e alla Presidente Lagarde, che da ultimo ha annunciato un ulteriore rialzo dei tassi a luglio, da parte di personalità pubbliche politiche e istituzionali, ricordano per l’unanimità di intenti i commenti, in quel caso però osannanti, al “whatever it takes” di Draghiana e imperitura memoria.
Il tenore dei commenti, sia in un caso che nell’altro, hanno un qualcosa di “peloso”, sembrano volti soprattutto a catturare il consenso sociale più che a cercare di far valere il ruolo e la posizione (spesso incerta) dell’Italia, che pure ha propri importanti rappresentanti nei consessi istituzionali e politici Europei.
Anche su Economia&Finanza Verde (https://www.economiaefinanzaverde.it/ 2023/01/11/linflazione-nessuno-se-ne-e-accorto/) sono state espresse qualche mese fa alcune perplessità sul fatto che la Bce è sembrata colta di sorpresa nella fase economica “post-pandemica” e, nel contempo, “belligerante”, in quanto ha sottovalutato clamorosamente i fattori di persistenza dell’inflazione e agito di conseguenza con tempistiche e modalità non sempre condivise dagli analisti economici.
Tra l’altro, l’autorevole membro della commissione della Bce, prossimo governatore della Banca d’Italia, ha avvisato che non bisogna essere “frettolosi” nell’aumentare i tassi e che la Bce “non deve guidare come un pazzo a fari spenti nella notte”, facendo proprio l’emozionante suggestione del mitico duo Mogol-Battisti.
“Datemi un martello/ che cosa ne vuoi fare?…”. Forse memore di questa minacciosa richiesta di un’elettrica Rita Pavone di qualche anno fa, qualcuno ha anche efficacemente osservato che le banche centrali possono attivare solo alcuni strumenti e, di conseguenza, “quando un martello è tutto ciò di cui disponi, sembra che tutto sia un chiodo”.
Pertanto le banche centrali, orientate a contrastare l’inflazione, continueranno ad alzare i tassi e “martellare” sull’economia; il rischio che qualcosa si rompa, per quanto ben presidiato, non può essere in ogni modo escluso.
Da comuni osservatori non ci è possibile entrare nel merito delle scelte tecniche della Bce, auspichiamo semplicemente, a proposito di “fari”, che oggi il percorso che la politica monetaria deve seguire sia adeguatamente illuminato, come le menti di chi deve realizzarla!
Il che vuol dire, in sintesi, che è auspicabile che gli inevitabili costi degli interventi di “disinflazione” siano tali da non superare i costi sociali dell’inflazione.
Ci limitiamo a osservare che oggi dopo gli interventi delle Banche centrali, i tassi di interesse di riferimento si sono sostanzialmente allineati a quelli esistenti nel 2007 sia negli Stati Uniti sia in Europa, anno in cui ha avuto inizio la gigantesca crisi finanziaria che tutti ricordiamo.
Probabilmente stiamo richiamando solo una sfortunata coincidenza.
Naturalmente le scelte di politica monetaria non si possono basare sulla scaramanzia, ma qualche precedente storico non eccessivamente remoto può essere un ulteriore elemento di riflessione, per chi deve assumere delicate decisioni in materia.
In ogni caso, anche la musica cambia e si possono archiviare i suggerimenti, suggestivi ma non certo prudenti, di Battisti e della Pavone!
In qualche modo le considerazioni economiche sopra espresse si ricollegano sempre alle dinamiche che contraddistinguono la realtà sociale. Un po’ come il vecchio gioco del “Tocco” (richiamato nel mio recente articolo sulla fotografia e non solo (https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2023/07/laccucchiatu.html) che fra i principali protagonisti presenta a dirigere sempre un “Padrone” (che in realtà propone ma non dispone) e un “Sotto” (quello che alla fine governa ogni decisione). Costante unico protagonosta del gioco destinato a subire di rimanere escluso dal baccanale rimane sempre un altro pesonaggio definito “Accucchiato”. Si rimandano i più curiosi alla lettura dell’articolo per saperne di più.