Cassandra ha già edotto i suoi 24 indefettibili lettori che il successo selettivo, almeno dal punto di vista numerico, del genus Homo è dovuto alla capacità di scambiare ed accumulare informazioni. Anche se è stato coniato in era analogica, con l’avvento del digitale è diventato comune l’uso del termine “Infosfera” per definire l’insieme tutte le informazioni generate e/o disponibili all’umanità.
Dell’Infosfera fanno legittimamente parte tutte le informazioni, quelle vere e quelle false, mentre di solito si conviene che della “Cultura” facciano parte solo quelle “vere”.
Definire “vero” e “falso” parlando di informazioni in generale (Infosfera) e non di cultura in generale è tutt’altro che semplice o banale.
Ad esempio, le informazioni inerenti il terrapiattismo sono evidentemente false, come false sono molte informazioni classificate come “propaganda”. Ma pur false come informazioni possono essere vere come documenti storici. Ad esempio il numero di “Der Adler” che ho in biblioteca, perché ha in copertina una delle più belle foto in tema aeronautico che abbia mai visto, è un documento storico completamente autentico, quindi integralmente “vero”, ma se diviso nelle sue componenti, “vera” è la foto di copertina e “falso” quasi tutto il testo contenuto.
Ma allora quali sono le informazioni “false” che non dovrebbero stare nell’Infosfera? Difficile definirle, ma certamente le informazioni create solo per essere “verosimili” ma non necessariamente “vere” appartengono senz’altro a questa categoria.
E una guerra dell’informazione è in atto da quando esiste la scrittura. Opere immortali come il “De Bello Gallico” sono esempi di bieca propaganda, come molti monumenti celebrativi. La propaganda, quando non riconoscibile o classificata come tale, appartiene probabilmente per la maggior parte alla categoria del “falso”.
E come le guerre vere sono cambiate negli anni, seguendo anche il progresso degli armamenti, così è cambiata l’“Infowar”, la guerra dell’informazione che si combatte costantemente nell’Infosfera, dove lascia cicatrici di informazioni “false” o falsificate.
E veniamo al punto. l’IA sta all’Infowar come la bomba atomica sta alla guerra vera. Un cambio di ordini di grandezza, che causa anche un terremoto dei paradigmi. Una potenziale di devastazione dell’Infosfera.
Infatti già l’IA generativa preaddestrata di oggi può essere usata per creare ogni tipo di informazione verosimile, da usarsi a scopi propagandistici o per alterare un argomento nell’Infosfera “diluendolo” con documenti falsificati, indistinguibili da quelli “veri” che, oggi ed ancor più domani, potranno essere prodotti in quantità illimitate ed a costi molto bassi.
Se la storia delle guerre ci ha insegnato qualcosa, è che quando un’arma viene inventata, verrà certamente usata. Senza creare la “quarta legge di Zuboff”, è davvero semplice profetizzare che il futuro dell’infosfera è quello di essere manipolata, devastata ed inquinata, almeno in parte, tramite l’uso “maligno” dell’IA.
Sta probabilmente già succedendo.
Oggi Orwell potrebbe scrivere un seguito di “1984” dove il Grande Fratello non usa la Neolingua, ma la Neoinfosfera.
Quindi, da oggi, quando deciderete cosa leggere e cosa no, cosa definirà il vostro “Sé” futuro, cosa programmerà i vostri neuroni, state molto attenti, perché la sfida di riconoscere l’informazione a voi “utile”, già ardua in passato, diventerà molto, molto più difficile.
Speriamo non impossibile.
“Stamme accuorti”!
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