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CSR, evviva la saggezza della base sociale

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Sfida
Giorno 27 aprile, finalmente arriva, atteso come una sagra di paese da tanti di noi, azionisti della nostra banca, sì proprio la nostra banca, la CSR di Roma, un pezzo di storia della nostra vita e della madre che la generò nel lontano 1903, la Banca d’Italia. Trepida attesa per solennità dell’evento: approvazione di un bilancio molto ma molto problematico e rinnovo degli organi sociali dopo due mandati dell’attuale consiliatura con a capo il Presidente ed ex collega ora pensionato dr. Omero Papi, il nostro Sole dell’Avvenire, il nostro Santo Patrono.
Egli si contrappone all’altro candidato Presidente, Giovanni Castaldi, che in precedenza aveva già ricoperto il delicato ruolo apicale della banca. Un bel match e chissà come vota il Governatore e il Direttorio tutto? I voti sono tutti uguali, ma alcuni ovviamente ne calamitano molti altri.
Avvalendoci della procedura indicata abbiamo posto alcune domande scritte ai vertici in carica, non tanto di natura politica o sindacale, che pure sarebbero state legittime, ma altre volte a chiarire le nostre perplessità sul bilancio. Eccole.
Domande senza risposta 
Rischi finanziari
A) Per una adeguata valutazione delle performance e dei rischi sottesi agli asset finanziari (pari ai due terzi dell’intero attivo della CSR), in un contesto di elevato mismatching delle scadenze, è possibile conoscere indicatori quali LCR, NSFR, rendimento medio portafoglio titoli, quote titoli a reddito fisso e variabile, esito prove di stress, costo medio raccolta, indice concentrazione raccolta, quota depositi garantiti dal FITD (cfr anche ultimo Bollettino economico della BI sulla misurazione delle attuali tendenze)?
B) Per grandi linee, e stante l’affermazione secondo la quale non sarebbero intervenuti fatti di rilievo successivamente alla chiusura dell’esercizio, quali sono le scelte allocative per il 2023, considerate le tendenze in atto sui mercati finanziari e alla esposizione al rischio di tasso conseguente alle politiche dimensionali di questi anni?
Rischi di reputazione
Risponde a verità la voce che circola con insistenza tra i soci secondo la quale il giudizio complessivo ricevuto dalla CSR al termine della recente ispezione di vigilanza si collocherebbe nell’area delle valutazioni sfavorevoli? In tal caso, l’OdV ha richiesto un piano di rimedio? Quali le azioni necessarie per la sua implementazione?
Profili Reddituali
Negli ultimi anni la CSR ha conseguito risultati economici contrastanti nel segno e per importi rilevanti, raramente riscontrabili in altre banche: margine di interesse negativo in tre anni su quattro per alcune decine di milioni, utili netti positivi (40/50milioni, ottenuti sopratutto grazie al realizzo di plusvalenze), crescente quota di utili distribuiti, in una condizione generale di bassa redditività (roa e roe inferiori alle medie di sistema).
Nel 2022 poi, a fronte di utili netti positivi per 42 milioni, la redditività complessiva (voce 180) è risultata negativa per ben 139 mln, determinando una marcata riduzione del patrimonio netto. Ciò non ha impedito di proporre una distribuzione a titolo di dividendo e ad altre destinazioni quasi doppia rispetto al 2021, oltre all’aumento di valore dell’azione.
Ritiene il Consiglio che tali risultati siano in linea con i criteri di sana e prudente gestione e con la natura di banca cooperativa della CSR, evitando che obiettivi di crescita non proporzionati al mercato di riferimento portino all’assunzione di rischi crescenti?
Altre due domande erano, per così dire, più dirette, di sintesi. La speranza era che più domande mandavamo più alte erano le chance di ricevere risposta. La posta in gioco lo richiedeva.
1) Per quale motivo avete trasformato la CSR da cooperativa di credito, in società finanziaria, con quel l’abnorme portafoglio titoli?
2) Quale strategia avete perseguito con il margine di interesse negativo negli ultimi tre esercizi che torna positivo solo nel 2022? 
Finale pirotecnico 

Nessuna risposta e’ invece pervenuta in Assemblea dai membri del Consiglio in carica.

Solo affermazioni improntate a autoreferenzialità, elenchi un po’ noiosi di risultati, senza una comprensibile linea di azione, qualche opinabile spiegazione tecnica e dichiarazioni di auto promozione per essere rieletti.

Ma soprattutto vi è stato un finale pirotecnico del Presidente: “La CSR con noi è diventata la seconda banca popolare del paese!”
Come se essa avesse un illimitato bacino di utenza e tutta la libertà di movimento e non il limite statutario ad operare solo con dipendenti della Banca d’Italia e loro famiglie.

Una proposizione talmente foriera di rischi e di snaturamento della istituzione di cui la base sociale non poteva non accorgersi. E infatti ha votato per il cambiamento e per impedire che la deriva assunta dalla Banca in questi anni assumesse carattere di irreversibilità. La lista con Castaldi Presidente ha vinto!
Significative anche le riserve espresse sul bilancio che, pur approvato, ha totalizzato oltre il 30% tra voti contrari, astenuti e non votanti.

E’ tempo di cambiare
Ora e’ veramente tempo di cambiare forti di una competenza tecnica dei membri del nuovo Consiglio più adeguata alla gestione dei singoli profili aziendali (finanziari, operativi, reddituali, organizzativi), ma soprattutto seguendo una visione che punti ad ammodernare un pilastro essenziale del welfare aziendale, uscendo da logiche volte alla mera cattura del consenso.
Non dobbiamo nasconderci che la partita si presenta complessa. Noi formuliamo un grande, sincero augurio di buon lavoro a tutti i neo eletti. Siamo davvero in tanti a credere in voi.
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1 COMMENT

  1. Qui ci potrebbe stare, quindi, la famosa frase pronunciata da Amatore Sciesa:“Tiremm innanz” (ovvero tiriamo dritto).
    Frase che auspicava ai milanesi come tirar dritto non significasse farsi gli affari propri, coprendosi gli occhi quando la realtà non ci aggrada. Implicava l’esatto opposto.
    A dispetto della tranquillità personale, dei compromessi morali e dell’inerte individualismo dilagante, la vera libertà può sopravvivere soltanto con gli occhi sempre bene aperti, attribuendo, in ogni caso, una maggior importanza agli altri che a se stessi.
    La speranza di un futuro migliore non può essere barattata con un presente mediocre.
    (testo che potrebbe fare al caso nostro e che è stato estrapolato da un articolo postato nel web https://www.viveremilano.info/cronaca/tiremm-innanz-ovvero-tiriamo-dritto.html)

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