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La maestra, Iginio e il 25 Aprile

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Una pluriclasse degli Anni Cinquanta
“Guardate il calendario, bambini! Cosa è indicato per domani?”, chiese l’insegnante quando non mancava molto alla fine della lezione.
I bambini della pluriclasse della scuola, guardarono incuriositi il calendario che dava conto dei giorni di quegli anni di “miracolo economico”, che in quelle aree stentava ancora ad affermarsi.
La risposta fu quasi unanime e allegra “E’ il 25 aprile, il santo del giorno è San Marco, è scritto in rosso, allora è festa non si viene a scuola, evviva!”
“Bravi” rispose la maestra “il 25 Aprile è il giorno di San Marco ed è festa. Però, ricordate, non si fa festa per onorare San Marco, ma per un altro importante motivo”.
A quel punto iniziò a spiegare le ragioni storiche di quella festività, cercando di chiarire a quell’uditorio giovanissimo i motivi della celebrazione dell’evento, che serviva a ricordare la fine dell’occupazione tedesca in Italia e del regime fascista.
Naturalmente le parole usate per descrivere quelle vicende del periodo della seconda guerra mondiale (periodo in cui lei aveva vissuto i suoi anni giovanili), erano semplici e orientate a far capire le ragioni delle celebrazioni.
Per verificare che la sua esposizione fosse stata compresa da tutta la scolaresca, decise di interrogare gli alunni.
Ignorando le braccia alzate di quei bambini che solitamente volevano mostrare le proprie capacità di apprendimento, si rivolse a Iginio che, come capitava spesso, guardava ora la maestra, ora i compagni, con i suoi occhi chiari, timidi e trasognati.
“Allora dimmi Iginio cosa si fa domani?”
“Non si viene a scuola”
“Bravo. E perché?”
“Perché è festa.”
“Bravissimo! E perché è festa?“
”Perché…ehm…perché…è …è San Marco!”
“Noo…” rispose delusa la maestra, ignorando qualche risolino di scherno di alcuni compagni di Iginio.
Convinta di non essere stata sufficientemente chiara rifece la spiegazione cercando di utilizzare parole ancor più semplici e dei riferimenti (alla guerra, ai soldati) più accattivanti e idonei a richiamare l’attenzione di alunni di quell’età.
Mentre parlava notava che lo sguardo di Iginio stavolta sembrava attento.E allora decise di dargli un’altra possibilità.
Chiese di nuovo:
“Allora Iginio mi sai dire i motivi per cui domani non si viene a scuola?”
“Ehm, perché…perché…. i soldati facevano la guerra!”
Oramai l’orario della lezione si era concluso, alla maestra, alquanto delusa, non rimase che ribadire la cosa veramente rilevante che sembrava interessare l’uditorio: domani è festa, non si viene a scuola!
E fu quella frase che, paradossalmente, espresse il senso della “liberazione”, non più dallo straniero ma da un obbligo didattico che si era manifestato più ostico del previsto.
Ancor oggi non è dato sapere se la lezione sia stata compresa appieno da quella scolaresca. Tuttavia, a ogni approssimarsi della ricorrenza del 25 aprile e di fronte alle ennesime e sempre più incomprensibili polemiche che annualmente si ripropongono, l’insegnante dell’epoca, oramai a riposo da tempo, con uno sguardo complice e ironico mi rammenta:
“Il 25 aprile è san Marco ed è festa!”.

(da una storia vera e vissuta)

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  1. Un bellissimo racconto incluso nella raccolta “Uno scritto in ricordo dei nostri insegnanti”. Postato su You tube circa due anni fa https://youtu.be/xlaX3ENg6uE

    Si indica di seguito il minutaggio per poter accedere direttamente al racconto che si intende eventualmente riascoltare:

    04′ 38” – La Maestra Cucchiara – di Nuccia Cammara
    05′ 30″ – L’insostenibile leggerezze del crescere – di Sura Bizzarri
    10′ 42″ – “Cinc’anni i vilieno” – di Toti Clemente
    12′ 25″ – Il Prof. Maringhini – di Ester Di Stefano
    13′ 45″ – “Premonizione” – di Lucia Romano
    15′ 30″ – Omaggio a un “Rege” – di Angelo Battaglia
    21′ 55″ – La mia stima a tutti gli insegnanti – di Pietro Caronna
    23′ 05″ – La responsabilità – di Pietro Calabrese
    23′ 40″ – Nonna mi racconti una storia? – di Tiziana Brunelli
    26′ 00″ – Disma Patorno – di Rina Mazara
    28′ 58″ – La Cala – di Mariella Ramondo
    30′ 59″ – La liberazione – di Pasquale Tribuzio
    34′ 20″ – Il Mago – di Luigi Maggiore
    37′ 45″ – Con Beethoven nel Giardino dell’Eden – di Domenico Pecoraro
    42′ 46″ – Sono fiero di voi – di Anna Cristaudo
    44′ 10″ – Dialettica … secondo Hegel – di Ubaldo Savoca
    45′ 05″ – Brindolo è! – di Laura Giglio
    48′ 05″ – Conoscere gli argomenti prima di giudicare – di Pietro Longo
    50′ 55″ – E’ stato il migliore! – di Salvo Mineo
    54′ 30″ – Sulla credibilità – di Salvatore Cristaldi

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