Nel gennaio del 2016 il sito web della rivista Wired aveva pubblicato un articolo: “Space Mining May Trigger Star Wars” . Esperti scienziati e studiosi del settore avevano previsto che l’estrazione mineraria spaziale sarebbe divenuta una delle industrie più redditizie e vantaggiose per l’umanità nella metà del ventunesimo secolo, ed avevano previsto bene.
Sembra fantascienza a raccontarlo, ma è la realtà di questa epoca. A testimonianza vi sono, già da diversi anni, alcune società minerarie spaziali, come la Planet Resources divenuta ConsenSys, la cinese Origin Space che hanno presentato progetti di estrazione di minerali, metalli preziosi, ferro, nichel, platino di raffinata purezza e terre rare, del valore di miliardi di euro. A partecipare allo sfruttamento minerario spaziale sono: Stati Uniti, Cina, Russia, Germania, Lussemburgo, Emirati Arabi Uniti e Giappone, nonché l’Agenzia spaziale europea. È nata l’Economia Spaziale.
La domanda nasce quasi spontanea, diceva qualche anno fa un noto conduttore televisivo, quando voleva approfondire un argomento con chi interloquiva. Quindi la domanda da porsi è:
Non è che la corsa allo sfruttamento minerario dello spazio richiederà una protezione per i pianeti, le lune e gli altri corpi celesti del nostro sistema solare dallo sfruttamento minerario e industriale umano?
Stiamo vedendo una guerra che non dà segnali di accordo, una guerra “mondiale” che si espande ribaltando condizioni geopolitiche che fino a qualche anno fa non sarebbero sembrate possibili. L’espansione asiatica fa del colonialismo degli imperi novecenteschi un ricordo sfuocato, se si pensa che il regno britannico ha un primo ministro indiano, e un futuro primo ministro pakistano in Scozia. La Polonia sta alzando una cortina di ferro molto dura ai confini con Bielorussia e enclave russa di Kaliningrad, le nuove sfide Russe nel Baltico, la geopolitica odierna sta creando un caos che alimenta “tutti contro tutti”, ma il continuo confronto tra Stati Uniti e Cina rende ancora più complessa una possibile risoluzione. Nel frattempo in Ucraina, Zelensky vuole trasformare il paese nella nazione più digitale ed avanzata della terra. Lo ha dichiarato in molte occasioni, tra cui le otto conferenze nei principali paesi del mondo, alle quali ha preso parte usando il suo ologramma.
In Ucraina si parla da tempo di Metaverso e Nuovo Stato Digitale. Nonostante tutto si continua una guerra per il domino delle materie prime, quelle che servono per costruire tecnologia sempre più avanzata anche in ambito militare sia di attacco che di difesa.
Questa guerra è completamente asimmetrica, coinvolge molte nazioni, ma anche lo spazio più lontano. È una guerra che richiede soluzioni geopoliticamente innovative, è una guerra tecnologica giocata anche nel cyberspazio. Nel 2018 è stata creata l’Agenzia Spaziale del Lussemburgo la quale fornisce supporto finanziario a società e organizzazioni private che lavorano sull’estrazione da asteroidi.
“Una volta che si inizia e qualcuno fa un enorme profitto, ci sarà l’equivalente di una corsa all’oro” ha previsto Martin Elvis astrofisico dello Smithsonian Astrophysical Observatory di Harvard. Forse tutti i torti di previsione non li ha.
L’estrazione mineraria spaziale è un settore dove da decenni si praticano ricerche e progetti, che oggi stanno divenendo attuabili. Le recenti scoperte di milioni di esopianeti e extra galassie, grazie ai potenti telescopi della Nasa come il James WEBB, e il Transiting Exoplanet Survey Satellite, chiamato TESS, hanno aperto sfide sempre più complesse.
La terra ha un grande bisogno di materiali non solo per la tecnologia, ma per lo sviluppo e l’innovazione della società.
Come mai questa continua ricerca di minerali tanto da scatenare guerre?
Le terre rare, l’oro, il rame, lo zinco, il platino per secoli sono stati estratti dalla Terra, ma non sono di origine terrestre, essi provengono da asteroidi venuti in contatto con il nostro pianeta attraverso collisioni.
In origine la Terra era una massa allo stato fuso: molti metalli erano attratti verso l’interno: per questo motivo gli elementi pesanti sono sprofondati. Con il raffreddamento si è formata una crosta costituita dai materiali leggeri. Quindi, i preziosi materiali che cerchiamo ed estraiamo sulla Terra per il benessere e l’utilità della nostra civiltà, provengono dalla caduta di corpi celesti.
La NASA ha scoperto che un asteroide anche se di dimensioni ridotte, è “portatore” di più terre rare di quante siano state estratte sulla Terra nella storia dell’umanità.
Progressi inimmaginabili stanno avvenendo da anni per far evolvere il nostro futuro.
Il progetto Breakthrough Starshot è stato reso noto alla Royal Society di Londra nel 2015 dal fisico Stephen Hawking e dal magnate russo dell’informatica Yuri Milner, secondo un progetto che deve assolutamente cercare vita e risorse extra terrestri. Non sono da tralasciare gli studi del ponte di Einstein-Rosen, o galleria gravitazionale o wormhole: una curva spazio temporale teorizzata da Albert Einstein che potrebbe rendere i tempi di viaggio interstellari non solo più brevi, ma quasi istantanei. Vi continua a sembrare fantascienza? No è molto reale, ed è già in atto tanto di più quello che possiamo pensare.
L’economia spaziale potrebbe ridurre i costi per l’esplorazione e la ricerca scientifica, dare una reale spinta al progresso dell’umanità, entrare in una nuova era spaziale. La sfida importante sarà scegliere gli asteroidi con estrema cura: non tutti i corpi celesti hanno le stesse peculiarità, alcuni servono per arricchire le fonti di approvvigionamento dell’acqua, come ci ha comunicato la NASA nel 2018, rinvenendo del ghiaccio sulla Luna, oppure per altri minerali e per i metalli più preziosi per le nostre tecnologie, come palladio, oro e terre rare. Lo spazio ha avuto e ha tuttora un’importanza geostrategica importantissima a tutti i livelli, militare per primo. Sono centinaia i satelliti militari in orbita che controllano la Terra. Ma se i progressi scientifici, così come la crescente avidità nel capitalismo, sono evidenti a tutti, la domanda è: chi sarà in grado di regolamentare l’accesso all’infinito spazio visto che Stati Uniti, Russia e Cina sono nel bel mezzo di una Guerra espansionistica terrestre che potrebbe divenire estendersi anche nei confronti dello spazio? Ad onor del vero nel gennaio del 1967 fu ratificato il “Trattato sullo Spazio Esteriore”, un trattato di diritto internazionale aerospaziale, che proibisce di collocare armamenti, nonché di appropriarsi di oggetti, territori o risorse celesti, come privati ma anche come singole nazioni. È la regolamentazione dei principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione, mentre lo spazio extra atmosferico compresa la Luna, è considerato patrimonio comune dell’Umanità.
Gli spettroscopi che sono stati creati per i raggi gamma saranno dei preziosi sensori per rilevare i minerali. Tra questi c’è lo ioduro di stronzio dopato all’europio (Srl2), un cristallo trasparente che può agire come un rivelatore di raggi gamma, una forma di radiazione elettromagnetica di gran lunga più potente e penetrante della luce ed estremamente efficiente. Lo ioduro di stronzio dopato all’europio è impiegato per conduttori termici, conduttori elettrici, materiali di costruzione e leghe metalliche.
Siamo sicuramente in un momento epocale che potrebbe avere risvolti imprevedibili per tutti noi.
L’Italia sta cavalcando il mercato dei piccoli satelliti. L’ASI, in questo mese, ha concluso il contratto di 57 milioni di euro, con l’assegnazione dei fondi Pnrr per una Space Factory. Space è un asset strategico per il nostro Paese nell’ambito dei processi per il potenziamento delle competenze della filiera industriale nazionale del settore spaziale, stimata in forte crescita. E’ la strategia per gli investimenti futuri che arriveranno anche dai privati impegnati nella realizzazione di costellazioni e mega-costellazioni. Si sono aggiudicati i fondi del PNNR: Thales Alenia Space Italia, Sitael, Cesi Argotec e Cira.
Space Factory è il luogo dove saranno assemblati i satelliti che permetteranno al nostro Paese Italia di competere nella realizzazione di una grande costellazione satellitare. Una maggiore richiesta di satelliti prevede che si incrementi la produzione di tutti gli elementi di cui sono fatti: le componenti elettroniche, le cellule solari, i sistemi propulsivi.
Entro trenta mesi a partire da ora saranno completati gli impianti e a quel punto verrà definito un partenariato ‘pubblico-privato’ fra Asi ed i contractor, per far sì che gli asset realizzati nell’ambito della Space factory vengano messi a disposizione di tutto l’ecosistema nazionale, comprese le piccole e medie imprese che non fanno parte diretta della struttura industriale di base della Factory. È un punto molto importante per lo sviluppo e l’espansione delle tecnologie per i servizi in orbita di prossima futura generazione, in tutti i campi, da quello scientifico a quello economico. È nel presente, con la conoscenza del passato, che possiamo instradare un futuro che è già in cammino.