Ieri, 22 marzo 2023 è andato in onda la rassegna del Governatore Visco sull’attività della Banca d’Italia presso una Commissione della Camera. Non avevo capito e non ho capito il motivo, visto che i compiti dell’Istituto sono riportati in decine di documenti aggiornati periodicamente e sono trattati in innumerevoli conferenze e convegni. Ma forse repetita iuvant.
Ho apprezzato l’impegno che egli vi ha posto nel puntiglioso elenco delle funzioni svolte:politica monetaria, compiti, banconote, vigilanza e via di seguito. Ma non è mai uscito da un sentiero didascalico e prosaico e quindi, a mio parere, è risultato noioso dopo un pò di tempo.
In fondo, essendo aspetti ormai conosciuti ed essendo raccontati come un indice di un libro, traspare il tentativo molto autoreferenziale di celebrarsi. Eppure non mancherebbero gli argomenti, gli spunti critici per capire più a fondo il lavoro quotidianamente svolto dai dipendenti di Bankitalia.
Un approccio più concreto ha comunque portato il dr. Visco ad esplicitare meglio l’attività della vigilanza, il core business di un tempo e forse ancora oggi è così.
”In particolare, alla fine del 2022 erano 12 i gruppi bancari significativi italiani; i gruppi significativi di altri paesi dell’area operanti in Italia erano 8. Per quanto concerne le banche meno significative operanti in Italia, si tratta di 35 gruppi bancari e 122 banche non appartenenti a gruppi (di cui 3 filiazioni italiane di banche estere, 3 succursali di paesi non partecipanti all’SSM e 8 succursali extracomunitarie). Alla fine del 2022 erano iscritti nei relativi albi: 174 SGR, 61 Sicaf, 62 imprese di investimento (di cui 52 SIM italiane, 8 extra UE e 2 imprese di investimento di classe 1 autorizzate in altri stati UE con succursale in Italia che soddisfano i requisiti previsti dall’articolo 4, paragrafo 1, punto 1) lettera b), del Regolamento UE/2013/575), 9 gruppi di SIM, 195 intermediari finanziari (ex art. 106 TUB), 50 IP, 10 Imel.”
L’elenco non finisce qui perchè dovremmo aggiungerci il microcredito, le assicurazioni, la tutela dei clienti, la risoluzione delle banche,l’antiriciclaggio, la sorveglianza sui mercati e sui pagamenti. Una vera potenza di fuoco e confesso che sono rimasto sbalordito.
Con il passaggio all’euro e alla vigilanza europea, Bankitalia lungi dal vedere compromesse alcune attività le ha addirittura aumentate. Il punto, tuttavia, non è questo perchè basterebbe approfondire qualche punto dell’elenco presentato in Parlamento per leggervi tutta una altra storia. Senza scomodare il pregevole lavoro di Gianni Toniolo sulla storia passata della Banca d’Italia e volendo rimanere agli ultimi anni posso ricordare tante vicende scomode che richiederebbero una risposta.
Le crisi bancarie che hanno spazzato via le banche regionali e le banche del territorio, la vicenda “diamanti”, lo stato dell’industria dei pagamenti in Italia (una enormità di POS e poche operazioni pro-capite), la vicenda di TIPS (bonifici istantanei pressochè introvabili e costosissimi).
Argomenti che non sono solo storia ed educazione finanziaria ma costanti difficoltà che perdurano nella nostra vita quotidiana e che sollecitano risposte e prese di posizione. Per capire in prospettiva cosa vorrà fare la Banca d’Italia, una volta che verrà a scadenza il prossimo novembre l’attuale Governatore e i cui due mandati sono stati caratterizzati, per le ragioni dette, anche dalle questioni irrisolte prima richiamate. Poi, mi permetta, l’illustre personaggio un suggerimento personale. Ascoltiamo sempre con attenzione le sue parole in tante occasioni ma vorremmo sentire anche che cosa realmente pensa dopo oltre 50 anni nella prestigiosa Banca d’Italia e 12 anni da Governatore. Pensieri e Parole, appunto.
Ma oggi è di moda il metodo “Giorgia”, ovvero quello di essere madre e quindi (il nostro, in quanto padre) poter ostentare erga omnes un’innocenza cristallina e senza colpe.
Forse si addirrebbe di più però il metodo napoletano, criticato da alcuni come un qualunquistico invito all’oblio (scurdammoce ‘o passato) e tacciato di superficialità (basta che ce sta ‘o sole), la canzone riprende il detto popolare chi ha avuto…chi ha dato… che invita a lasciare certi eventi alle spalle.
Rimarrebbe la massa di risparmiatori arrabiati che ci hanno rimesso tutto, però.