Questo libro di Pasquale Tribuzio, già dirigente della Banca d’Italia, non solo ha un titolo originale, ma anche un obiettivo educativo in materia finanziaria che non è dato riscontrare tra le tante (forse troppe e troppo spesso di scarsa efficacia) iniziative promosse sul tema.
Lo scopo è di collegare nozioni fondamentali in materia bancaria e finanziaria con brani di famosi testi musicali, puntando sull’aiuto che i richiami alle parole delle canzoni possono esercitare per orientarsi quando si deve scegliere come impiegare il nostro denaro.
Creare memoria e connessioni mentali sui questi temi è di fondamentale importanza, perché il ricordo delle esperienze finanziarie, soprattutto di quelle negative, si perde presto, prevalendo la rimozione degli eventi vissuti.
”Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto/chi ha dato, ha dato, ha dato/Scurdammoce ‘o ppassato”, sembrano i versi musicali più praticati in finanza. E invece no, non va bene. Non deve essere così. Il passato in finanza non deve passare e dobbiamo tenerlo sempre a mente, per evitare di essere recidivi nei nostri errori.
L’intento del volumetto è chiarito bene nel sottotitolo che recita “Come la musica può aiutare a renderci risparmiatori consapevoli”. Si tratta di un vero e proprio manuale di educazione finanziaria, snello e, nello stesso tempo, di agevole e divertente lettura (pagg.142, Amazon editore, € 9,36 in versione cartacea, € 5,50 in versione digitale).
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L’immagine forse più adatta a illustrare il contenuto di questo libro è la copertina del famoso album dei Pink Floyd “The dark Side of the Moon”, con la geometrica piramide che trasforma il fascio di luce bianca in quella multicolore dell’arcobaleno.
Infatti, il libro con il ricorso a brani musicali popolari mira non solo a “illuminare” concetti di base appartenenti al mondo bancario e finanziario, appunto la luce bianca proiettata contro un mondo spesso oscuro e grigio, perché caratterizzato da un linguaggio infarcito di tecnicismi ed espressioni involute, ma anche a renderlo in qualche misura più vivace e interessante, “colorandolo” con le immagini emotive che le canzoni possono richiamare.
Il metodo è innovativo e appartiene a buon diritto al campo delle tecniche di divulgazione: sfruttare la qualità universale della musica di farsi ascoltare, facendo nascere emozioni positive e indurre a una memorizzazione tendenzialmente illimitata, per spiegare in termini accattivanti tematiche, spesso noiose e poco comprensibili ai non addetti ai lavori.
Sembra del tutto azzeccata, quindi, la citazione di Ludwig van Beethoven, richiamata nell’introduzione, che recita “Dove le parole non arrivano…la musica parla”.
In particolare, con l’aiuto della musica più nota sono illustrati alcuni concetti ed esperienze (pillole o pastiglie) utili, quando ci si appresta a effettuare operazioni di investimento o a relazionarsi con operatori di banche e altri intermediari, che sono più esperti di noi e hanno indubbie capacità di persuasione.
Il testo utilizza brani di gruppi musicali storici come i Pink Floyd o i Beatles (che tra l’altro hanno trattato spesso e con approcci diversi il rapporto con il denaro) o i Deep Purple e i Simply Red, senza trascurare i più popolari autori e interpreti della musica italiana (da Battisti a Mina, da Rino Gaetano a Vecchioni, partendo addirittura da Giuseppe Verdi), per rendere intellegibili opacità e rischi che si possono celare nei prodotti finanziari.
Rischi che oggi, nel mondo digitale e dei social media, possono rivelarsi ancora più insidiosi. Basti pensare alla possibilità di accedere ai mercati e “giocare in borsa” con un semplice click stando comodamente sul divano di casa, con gli strumenti finanziari più disparati: dai più tradizionali come azioni e obbligazioni, a quelli più complessi che consentono di effettuare vere e proprie scommesse sull’andamento di indici di borsa, valute, materie prime e cripto-valute.
E a proposito di truffe finanziarie e di comportamenti non sempre corretti degli intermediari, nel libro vi sono anche riferimenti e ricostruzioni di casi di risparmio tradito, da cui trarre spunti per analogie e differenze con i prodotti che ci vengono di volta in volta sottoposti per l’acquisto.
Davvero azzeccate alcune associazioni canore con prodotti finanziari che hanno tosato i risparmi di molte famiglie e piccole imprese, come il FourYou e il Myway del Monte dei Paschi dei primi anni duemila, accompagnati dalla voce suadente di Frank Sinatra o le più recenti “operazioni baciate” di Banca Vicentina e di Veneto Banca, rievocate tramite l’avvolgente Besame mucho e il ritmo più nostrano del Ba,ba,baciami piccina.
Insomma nel lavoro di Tribuzio vi sono decine e decine di versi musicali che possono non solo richiamare concetti e nozioni, ma anche far riflettere su certe aberrazioni, di cui parlano ancora le cronache giudiziarie.
Sono curioso dell’accoglienza che questa divertente e utile modalità divulgativa potrà ricevere tanto dalle istituzioni ufficialmente coinvolte nella educazione finanziaria, quanto dai seriosi e interessati cultori della materia che proclamano la loro devozione alle istanze di progresso finanziario della popolazione italiana, la quale esce purtroppo sempre perdente dai confronti internazionali e troppo spesso soccombente di fronte alle lusinghe degli imbonitori.
In conclusione un libro da leggere, da ascoltare, ma soprattutto da usare come stimolo alla crescita della consapevolezza finanziaria.
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Trauma, in psicologia, è una conseguenza di un evento dotato di una carica emotiva di carattere negativo, tale da minacciare la stabilità dell’individuo. L’accadimento di regola produce un’esperienza. La formula adottata da Pasquale Tribuzio nel suo libro, di andare ad associare un brano musicale a possibili defaiance finanziarie, appare un ottimo sistema di prevenzione terapeutica adatto a memorizzare per tempo dei campanelli musicali per ogni rischio nascosto dietro tante proposte. Specie per prevenire quelle opportunità strane che promettono guadagni facili, in investimenti venduti per sicuri.
L’operazione, creando delle associazioni di fattispecie finanziarie a testi di canzoni popolari diventa così un promemoria facilmente assimilabile e pressoché indelebile, utile a richiamare e attivare una serie di antifurto, accendendo per ogni caso quella specifica canzone correlata al rischio.
Ne esce una ricca raccolta che, tra il serio e il faceto, elenca una serie di esperienze incasellate nel trascorso professionale di bancario, che dimostra come non è tutto oro ciò che luce.