Tre anni di reclusione a Consoli, nel processo d’appello per Veneto Banca, nell’aula bunker di Mestre. Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero per l’unico imputato nel procedimento per il reato di ostacolo alla vigilanza: lo storico ex amministratore delegato, presente in aula. Sentenza che stavolta, contro quanto chiesto dall’accusa, non ha confermato la confisca dei beni di Consoli per 221 milioni.
La decisione della Corte riguardava la richiesta di una condanna a 3 anni per Consoli dopo la condanna a 4 anni in primo grado a Treviso, proprio in forza dell’intervenuta prescrizione, dopo quella per l’aggiotaggio già in primo grado, anche per il reato di falso in prospetto sull’aumento di capitale 2014, scattata già il 10 febbraio, pochi giorni dopo la sentenza di Treviso. La pm Cerato, prosegue il Corriere, aveva poi avanzato una forte richiesta di conferma del provvedimento di confisca dei 221 milioni stabilita in primo grado nei confronti di Consoli. «Consoli era l’assoluto dominus ed era perfettamente a conoscenza della vera situazione patrimoniale della banca», aveva sostenuto De Bortoli nella requisitoria dello scorso 29 novembre. «Aveva una supremazia assoluta sulla gestione rispetto al consiglio di amministrazione, all’internal audit, alla compliance e al collegio sindacale».
Questi i fatti la cui conoscenza dobbiamo ai quotidiani locali e in particolare al Corriere della Sera del Veneto che ha seguito in modo encomiabile la cronaca bancaria trasformatasi in giudiziaria, un labirinto inestricabile.
Questa sentenza che comunque finirà in Cassazione per il grande equivoco (a dire della difesa) ci consente,grazie ai riquadri dell’articolo, di dipanare parzialmente il labirinto della giustizia economica e finanziaria e di fotografare la vigilanza di Bankitalia. Tre punti colpiscono con la forza di urto di un martello.
1 Il dominus Consoli che è stato in posizioni apicali in Veneto Banca per un ventennio ha fatto tutto all’insaputa della vigilanza. Noi non sapevamo, appunto.
2 Per il crac di Veneto Banca e della Vicentina sono pendenti altri 6 processi in vari gradi e su cui gravano gli effetti della prescrizione. Una maionese impazzita che non si sa mai dove finisce.
3 Il provvedimento di confisca dei beni è stato revocato ed era destinato a ristorare Bankitalia per gli effetti del punto 1. Dunque si riaprono i margini per i risparmiatori azzerati. La coperta dei risarcimenti è sempre molto corta. E’ paradossale che i risarcimenti dipendono dalla non consapevolezza dell’OdV, e se avesse saputo ? Ed allora, l’ostacolo alla vigilanza è un reato cacofonico che non ha conseguenze patrimoniali o è una sine cura dal sapore ecclesiastico per i vertici delle banche ? O è entrambe le cose ? Attendiamo fiduciosi dotte spiegazioni !
Chiunque può farsi una idea di come funziona il nostro ordinamento ma un fatto è certo. I risparmiatori azzerati a distanza di 10 anni rimangono con una mano avanti e una dietro e in mutande. Si possono consolare con sentenze del genere che stabiliscono che noi non sapevamo e non lo avevamo neanche capito.
“Se uno ha bisogno di azioni noi le finanziamo”, soleva dire Vincenzo Consoli e così è stato, ha mantenuto le sue promesse. Whatever it takes.
Un amico che desidera rimanere anonimo mi ha ricordato cosa scrisse Charles Ponzi nella sua biografia: “Io ho dato agli abitanti di Boston il miglior spettacolo che sia mai stato visto sul territorio dai tempi dello sbarco dei Padri pellegrini! Valeva ben quindici milioni di verdoni il vedermi mettere su tutta la baracca.»
Leggendo il recente libro di Thomas Fazi, pubblicato da Melteni, “Una civilta’ possibile – La lezione dimenticata di Federico Caffe’” si coglie pienamente la differenza che passa, in economia e nel sociale, fra teoria e pratica. Nello sfogliare le pagine riemerge con chiarezza l’essenza di quel messaggio realistico che un padre rivolgeva al figlio nella famosa barzelletta.
La domanda del pargolo era: “papa’ che differenza c’e’ fra teoria e pratica?”. L’esilarante risposta del padre concludeva: “figliolo, in teoria dovremmo essere milionari, in realta’ abbiamo in casa due p……”
Chi non conosce la barzelletta puo’ farsela raccontare. Mentre per una valida chiave di lettura sull’attualita’ economica e politica che viviamo, con 18 euro, si puo’ acquistare il libro