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L’ultimo istante: l’arte per l’educazione stradale

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Quello dell’arte per l’educazione stradale è un tema che la Redazione di Economia&FinanzaVerde affrontò nel 2018 e che in questi mesi post pandemici ritorna di drammatica attualità: quello delle morti sulle strade soprattutto di tanti giovani. Come se la ripresa della vita sociale debba accompagnarsi a forme di morte collettiva, sotto altra veste.

Si parla di iniziative pubbliche, di programmi ministeriali di educazione stradale. Di una nuova attenzione che nasca dalla Scuola. Anche l’arte si può mobilitare, per sintetizzare il richiamo alla prudenza, per allontanare il cupio dissolvi che sembra intrinsecamente presente in ogni fatto che la cronaca propone, perché la sensibilità per la vita possa essere esaltata, con ogni mezzo.

Ma non dobbiamo dimenticarci nemmeno della importanza di azioni di contrasto adeguate, altrettanto concrete della educazione stradale, che possono aiutare, come ha messo in evidenza un interessante studio dell’Ente Europeo che si occupa di incidenti stradali. Esso, tra le varie proposte, evidenzia che per la sicurezza stradale, una delle soluzioni migliori, sono i “dossi”.
Essi rallentano nel modo ottimale la velocità (secondo l’altezza del dosso).
Costano più dei vari marchingegni punitivi perché i dossi non “rendono niente”. Mentre gli autovelox, i multometri della striscia pre-semaforo (quelli che se superi la striscia di 3 cm emettono una multa) portano soldi e…lavano le coscienze. Una maggiore attenzione di tutte le istituzioni a tutti i livelli sarebbe auspicabile.

Riproponiamo quell’articolo, che recensiva il libro di Roberto Casati L’ultimo istante, presentato in molte scuole italiane.

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Cantavano i Nomadi quasi mezzo secolo fa nella struggente “Canzone per un’amica”, piena di ossessive domande senza risposta:

“Dritta e veloce correva la strada, /l’auto veloce correva,/tu non sapevi che c’era la morte /quel giorno che ti aspettava. /Mi fai sapere che cosa hai provato, /quando la strada è impazzita, /quando la macchina è uscita di lato/ e sopra un’altra è finita. /Mi fai sapere che cosa hai sentito/quando lo schianto ti ha ucciso./ Mi vuoi spiegare a che cosa è servito vivere, amare, soffrire…”

Basterebbero questi versi per raccontare di che cosa parla il libro di Roberto Casati “L’ultimo istante” (2018, Edizioni Scribo, Firenze ,€ 10), dedicato a sostenere campagne di educazione stradale nelle scuole e in altri luoghi frequentati dai nostri giovani.

Troppi sono gli incidenti del sabato sera, delle compagnie degli amici che si sciolgono in tragedia, delle bravate dell’alcol e della droga che uccidono innocenti, delle conseguenze irrimediabili del telefonino, della velocità che le strade non permettono.

L’alto valore sociale di iniziative come questa è indubbio e non vi è altro da aggiungere se non stimolare occasioni concrete per la diffusione di messaggi di prudenza. La presentazione nelle scuole ha già raggiunto decine di istituti, mentre una struggente giornata di condivisione ha fatto gridare ad una voce a tutti gli studenti partecipanti la frase ATTENZIONE, SULLA STRADA SI MUORE!

Quello che va invece sottolineato come originalità del progetto è l’idea di Casati di utilizzare le espressioni artistiche della grafica, della poesia, della musica per un messaggio che deve essere scioccante, per colpire il più efficacemente possibile l’immaginario giovanile, facendo metabolizzare i rischi di comportamenti irresponsabili e imprudenti alla guida.

Il volumetto è dunque un vero e proprio libro educativo. Le immagini fotografiche con scene ad alto impatto emozionale, raggiunto anche tramite contrasti di colore che hanno un che di metafisico, producono sconvolgenti sensazioni di impotenza di fronte all’incidente mortale o alla invalidità che cambia radicalmente la vita.

Casati tenta una sua originale risposta ad un quesito della massima complessità, di brechtiana memoria. Se cioè l’Arte possa sposare i grandi temi della Società Civile al fine di offrire un’angolo di visione diverso e utile. E se dal canto suo la Società Civile possa utilizzare l’Arte per cercare soluzione anche ai problemi più drammatici. È coinvolgente immaginare nuovi sentieri artistico-educativi!

Evocano queste foto esperimenti a’ la Andy Warhol. Ma con un pathos accentuato, che rende con drammaticità il passaggio dalla dinamis-ebbrezza della velocità al fermo immagine della fine di tutto. Sono un pugno nello stomaco, che lasciano senza fiato, per farci fermare sull’orlo del baratro che, baldanzosi e vivi, crediamo che non possa mai inghiottirci. Che riguardi sempre e soltanto gli altri.

L’ultimo istante ha anche contenuto pratico, perché oltre a riportare informazioni sulle vittime della strada (in Italia vi è un bilancio annuo di oltre tremila morti, 250.00 feriti e 170.000 incidenti, fonte Istat), fornisce tutta una serie di utili indicazioni comportamentali e di riferimenti ad esperienze vissute, con linguaggio chiaro e diretto, studiato in funzione della massima efficacia comunicativa verso gli adolescenti.

Tabella degli spazi di frenata in ragione della velocità e della disattenzione

Con questa nostra breve recensione ci proponiamo di contribuire ad estendere la conoscenza di questo libro e delle connesse iniziative, al fine di mostrare come il tema dell’Educazione Stradale possa generare nuove modalità per intervenire su queste continue ferite (start up educative verrebbe da chiamarle queste iniziative), integrandosi con le campagne pubbliche di sensibilizzazione.

L’Italia è anche alle prese con un enorme problema stradale d’ordine infrastrutturale, come attestato dal crollo del ponte di Genova, e di stragi provocate dalla cupidigia (gli incidenti dei pulmini dei lavoratori in nero, in essi ammassati).

Nella pietà delle commemorazioni non c’è il primato di chi sia più meritevole e di chi più colpevole. Tutti sono meritevoli della stessa pietà. L’unico primato che conta è quello di riuscire a contenere questo insostenibile bilancio di morte (che ha ripreso a crescere). Qualunque ne sia l’origine. E il linguaggio per ottenere lo scopo deve essere, questo sì, impietoso. Questo è il coraggio artistico di Roberto Casati.

Terminiamo con un brano della poesia dello stesso autore “La morte verrà all’improvviso” che con la crudezza data dall’impotenza davanti all’ultimo istante, recita: 

Un freddo fil di lama, /lucente come un lampo,/affonda netto e ardente/ nel caldo sangue umano./ Un lampo un vuoto un niente/ negli occhi lo stupore,/ nel corpo il furore,/ nelle gambe ormai più niente./ E tutto intorno è nebbia,/l’opaco velo scende, negli occhi e nella mente, /dello straziar del niente……Il buio già ti avvolge/il freddo è già glaciale,/ il silenzio è già mortale/ e la falce se ne va…

Un pugno nello stomaco, per rimanere incollati in ogni istante con la mente alle conseguenze. Le iniziative educative si moltiplichino, dunque, sotto ogni forma!

Quanto al libro, ci auguriamo che diventi davvero un vademecum insostituibile di ogni giovane.

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1 COMMENT

  1. L’articolo riproposto attenziona problematiche sempre attuali che sfociano in tragedie e che sono state anche oggetto di una particolare mostra per la quale il fotografo Roberto Strano ebbe ad affermare “Ho sempre creduto nella forza delle immagini”. “Mi sono sempre chiesto se fosse etico raccontare il dolore”. “Ho sempre cercato di non spettacolarizzarlo, di raccontarlo con rispetto, con la speranza di scuotere la coscienza dell’uomo”. “Il giorno che non crederò più in tutto ciò smetterò di fotografare”.
    Oggi e’ provato che il linguaggio fotografico e’ il mezzo piu’ efficace per catturare l’attenzione e che riesce a sintetizzare velocemente anche argomenti complessi. L’articolo sulla mostra fotografica e’ anch’esso postato su questa piattaforma e consultabile attraverso https://www.economiaefinanzaverde.it/2019/02/20/fotografia-del-dolore/

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