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Foto di pupi e di pupari

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Qualche settimana fa, accompagnando un caro amico forestiero in giro per la città, mi sono imbattuto in Franco Cuticchio, cugino del più famoso Mimmo, anch’egli appassionato erede dell’arte dei pupi siciliani.

Il suo laboratorio teatrale, che si trova a Palermo nei pressi della chiesa di San Giovanni degli Eremiti, l’avevo sempre visto chiuso e mi ero sempre domandato se il luogo custodisse un piccolo museo o fosse solo un punto di attrazione turistica, aperto in rare circostanze.

Quel giorno invece la porta era aperta e, avvicinandomi, erano distinguibili tanti pupi appesi alle pareti.

Nell’approssimarmi all’uscio erano in bella mostra paladini e donzelle. Chiesi allora alla signora presente, che acconsentì con garbo, il permesso di fare qualche foto. Un fischio virtuale fu quindi il segnale che feci al mio amico per procedere all’imprevista visita.

Scoprimmo che si trattava di un vero e proprio teatrino attivo, con tanto di palcoscenico e posti a sedere per gli spettatori. Nelle stanze adiacenti, lungo le pareti, c’erano moltissimi pupi, tutti diversi e molto ben fatti, che rappresentavano i personaggi delle tante storie dei paladini di Francia.

C’erano Orlando, Rinaldo, Angelica, Bradamante, il famigerato Gano di Maganza e tanti altri; erano tutti quanti appesi e pronti per la recita. La lucentezza delle vesti dimostrava il loro continuo utilizzo negli spettacoli.

La signora che aveva acconsentito alla visita era la moglie di Franco Cuticchio che, aggiuntosi alla compagnia, cominciò a tenere banco raccontandoci il mondo dei pupi e di come la sua attività fosse frutto di una delle classiche tradizioni familiari in cui il mestiere viene felicemente, sebbene con tanti sacrifici, tramandato di padre in figlio.

Nell’informarci che tutti i pupi erano stati creati dal padre ultraottantenne, che ancora provvedeva alle eventuali riparazioni e alle nuove produzioni, cominciò pure ad intrattenerci con aneddoti legati agli spettacoli portati per anni in tutti gli angoli della Sicilia.

Come accade in altri mestieri, lui tra i pupi c’era proprio nato e la sua partecipazione agli spettacoli fin da piccolo aveva richiesto l’uso del classico sgabello, per essere “all’altezza” del padre durante le tante lotte di Orlando e dei vari paladini contro i Mori. I quali, come diceva l’Ariosto, “in Francia nocquer tanto seguendo l’ira e i giovanil furori d’Agramante lor re che si diè vanto di vendicar la morte di Traiano sovra Re Carlo, imperator romano”. Con tutto quello che segue, in rima poetica. I pupi, epigoni degli eroi ariosteschi, da allora parlano solo in versi.

Raccontò come la pesantezza dei pupi, proprio per la sua giovane età, fosse talmente gravosa da indurlo spesso a sollecitare inutilmente il padre ad accelerare il colpo letale di Orlando, per porre fine alle tenzoni.

Ogni duello era un impegno fisico pesante e capitava anche che alla fine del combattimento egli cadesse stremato a terra insieme al suo pupo, suscitando l’ilarità della platea.

Le storie di Franco si collocano temporalmente in un periodo in cui la televisione e gli spettacoli pubblici non erano, specie in Sicilia, cosa consueta, cosicché il teatro dei pupi costituiva la più grande attrazione popolare.

Venne pure a raccontarci di come la partecipazione di bambini e adulti era sempre coinvolgente, al punto che il traditore Gano di Maganza era spesso bersaglio di insulti e di lanci di oggetti di ogni genere.

Una volta i partecipanti allo spettacolo vollero addirittura che suo padre vendesse loro quel pupo malefico che andarono poi a bruciare su un rogo improvvisato per la felicità di tanti, come rito scaramantico di sconfitta del Male.

L’entusiasmo di Franco, palesato dalle sue narrazioni, si rendeva esplicito attraverso occhi lucidi e sorrisi illuminanti.

La vena artistica ha una portata larga che ingloba tante discipline. Ma anche qui la passione da sola non basta. Occorre un di più, quel talento innato che serve a coinvolgere tutti gli altri.

Buona luce a tutti!

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2 COMMENTS

  1. Un racconto per immagini e parole che ci riconcilia con la vita e con gli aspetti più genuini e veri.

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