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L’uovo è il simbolo della Pasqua, della primavera e della stessa vita. Ma esso ha tanti altri utilizzi metaforici. Per esempio si ricorre alle uova in un solo paniere per avvertire sulle conseguenze di una eccessiva concentrazione dei rischi. E’ la prima lezione di Educazione Finanziaria che si incontra in tutti i corsi in materia, a cominciare da quelli promossi dalle istituzioni più autorevoli. Ogni persona di buon senso deve fare la massima attenzione a non affidare i risparmi ad un solo paniere, vuoi che sia un’unica banca, un unico strumento finanziario, vuoi ad un unico gestore.
Purtroppo nelle molte crisi bancarie che si sono avute in Italia per molti piccoli risparmiatori non è stato così, molti di essi ritrovandosi in mano carta straccia di azioni, obbligazioni o altri improbabili titoli in cui avevano investito l’intero patrimonio mobiliare.
La lezione impartita dal pulpito delle istituzioni e nei richiami che riempiono le pagine degli avvertimenti finanziari (leggi Mifid) il rischio di concentrazione sembra che debba essere dunque esclusiva materia di attenzione degli individui.
Purtroppo alcune vicende di questi giorni ci hanno mostrato che le stesse istituzioni (governative e non) ne sono tutt’altro che esenti.
Il caso della abnorme dipendenza del gas russo ci sta a dimostrare la poca avvedutezza da parte di governi di tutte le colorazioni relativamente alla politica energetica italiana. Gran parte delle uova del paniere del gas sono in mano ai fornitori russi.
Correre ora, affannati, di paese in paese per differenziare le fonti è un rimedio tardivo non certo attuabile bel breve termine e se vogliamo dircela tutta non molto dignitoso, quanto a dimostrazione di prudenza. Qualcuno un giorno ci saprà spiegare perché abbiamo concentrato fino a questo punto le nostre fonti di approvvigionamento.
Il caso dell’incidente sistemico di Sogei dei giorni scorsi, causato da una minima interruzione della energia elettrica, ha provocato il blocco dei servizi digitali della pubblica amministrazione.
Su questa piattaforma, in una delle sue pillole digitali, l’ingegner Marco Calamai ha provato a raccontare quanto accaduto, chiedendosi se, di fronte ad un incidente tanto grave, vi sia un adeguato accertamento di responsabilità.
Ieri un incidente sulla piattaforma di sistema gestita da Nexi, che processa tutte le transazioni via POS e on line delle maggiori banche italiane e delle Poste ha avuto, oltre che una serie di inconvenienti a carico degli utenti, effetti d’ordine reputazionale per l’intero sistema. Sembra quasi una beffa che ciò sia avvenuto dopo che il governo ha approvato sanzioni verso chi rifiuta i pagamenti digitali.
Su questi incidenti, che non sembrano opera di hacker, si hanno poche informazioni, di solito basate su uno scarica barile di responsabilità, come se l’utenza non avesse diritto a conoscere che cosa sia effettivamente successo. E un atteggiamento riduttivo dell’evento.
L’interruzione del servizio è durata pochi minuti. Assicurazioni che tutto è tornato nella norma. Qualche frettolosa scusa per il disagio causato agli utenti e la certezza di far dimenticare presto quanto accaduto.
Sull’ incidente Nexi in silenzio finora anche le Autorità di settore che hanno il compito di sorvegliare sia gli intermediari in specie se di sistema (Nexi è il maggiore istituto di moneta elettronica italiana con proiezioni anche estere) sia le infrastrutture sulle quali transitano gran parte delle operazioni. Anche qui la metafora di tutte le uova in un solo paniere torna ad essere calzante ed è pertinente la domanda sull’efficacia dei presidi posti per evitare l’inconveniente più grave qual è l’interruzione del servizio.
Il tema della fragilità delle nostre infrastrutture ha assunto una importanza rilevante per i casi capitati in questi anni tanto per quelle fisiche quanto per quelle digitali. Una politica di distribuzione dei rischi deve essere organicamente predisposta, anche per valutare alcune tendenze al consolidamento della operatività, che facendo perno sui vantaggi delle economie di scala, mettono in secondo piano i rischi di concentrazione. Il tema va affrontato a livello sia di mercato sia istituzionale se vogliamo che le istanze di rinnovamento della nostra società e della nostra economia non siano vanificate da un incerto procedere, tra un incidente di sistema e un altro. Il paniere delle uova ce lo deve sempre ricordare.