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A trent’anni dalla conferenza di Rio un futuro sostenibile rimane un sogno?
Il nostro mondo sta affrontando le più grandi sfide nella storia dell’umanità. Il cambiamento climatico sta minacciando il futuro dell’intero pianeta e il divario tra ricchi e poveri è enorme.
I ghiacci si stanno sciogliendo, il livello dell’acqua si sta alzando e ogni giorno un miliardo di persone soffre la fame. Allo stesso tempo, abbiamo condizioni totalmente nuove su cui basare la nostra vita.
Inurbamento e consumo di risorse
Ora ci sono 8 miliardi di noi che condividono questo pianeta e più siamo più diventa importante prendersi cura delle risorse che abbiamo. Ormai ci avviamo rapidamente a raggiungere il 60% di persone che vivono nelle città, il luogo dove vengono consumate circa il 70% delle risorse e si produce la maggior parte dell’inquinamento. Il luogo dove si trovano le sfide maggiori.
E questa tendenza alla conurbazione ha subito una forte accelerazione dall’inizio di questo millennio, col mutare delle condizioni sociali in alcuni grandi paesi. Le grandi città del mondo stanno quindi crescendo a un ritmo incredibile. A causa della rapida crescita demografica e dei grandi flussi migratori in arrivo dalle zone rurali, sempre più persone finiscono nell’una o nell’altra delle innumerevoli baraccopoli del mondo.
Allo stesso tempo, le città possiedono un potenziale enorme. In molte parti del mondo, vediamo esempi locali di persone che lavorano su piccola scala per rendere le aree urbane più sostenibili. Proprio nelle sacche di povertà delle città si stanno sviluppando esempi di agricoltura urbana sostenibile e in diversi paesi si pianificano e si stanno realizzando grandi città ecologiche a impatto climatico zero.
Le città sono anche la materia di cui sono fatti i sogni. Nelle città persone di ogni genere si incontrano e si mescolano, unite dal desiderio comune di creare un buon futuro per sé e per i propri figli. Allo stesso modo, oggi la maggior parte delle persone su questo pianeta è accomunata dal sogno comune di un futuro sostenibile. Trent’anni fa, quando si tenne la Conferenza di Rio, il mondo segnò una svolta sul modo di concepire il nostro vivere e sulla percezione di cosa veramente potesse riservarci il futuro.
Sostenibilità sociale ed ecologica
Che siamo ricchi o poveri, del sud o del nord, facciamo sogni sul futuro. Dobbiamo farli. Alla Conferenza delle Nazioni Unite furono fatti grandi passi nella ricerca di un mondo sostenibile. Ora ne dobbiamo fare di ulteriori. Coloro che hanno meno risorse e contribuiscono meno al cambiamento climatico sono quelli che rischiano di più di soffrire. È nostro dovere creare condizioni di vita ragionevoli per tutti, in un modo che la Terra possa far frontealle sfide ambientali.
Dobbiamo trovare un modo per trasformare i problemi in opportunità, dobbiamo farlo insieme, dobbiamo farlo ora. Sia nelle aree rurali che nelle città di tutto il mondo, gli sforzi per realizzare un’economia verde e una maggiore sostenibilità sociale ed ecologica devono avere la massima priorità. Proprio perché le città inquinano di più e perché è verso di loro che le persone si muovono nella speranza di un futuro migliore,dobbiamo porre un’enfasi maggiore sulla loro sostenibilità.
Il nostro mondo sta affrontando le più grandi sfide nella storia dell’umanità, complicate anche da eventi bellici che nessuno aveva previsto e che, nel 2022, si fa fatica a comprendere. È chiaro che il tributo di vittime e la distruzione che ogni guerra porta con sé sono le cose che più ci colpiscono e ci preoccupano. Ma, oltre all’impatto ambientale diretto, le operazioni belliche influenzano il cambiamento climatico in molti altri modi.
Esercito USA e inquinamento
Uno studio del 2019 della Lancaster University e della Durham University ha rilevato che l’esercito americano è “uno dei maggiori inquinatori climatici della storia”, riferendo che l’esercito americano utilizza più combustibili fossili liquidi ed emette più CO2e (equivalente di anidride carbonica) rispetto alla maggior parte dei paesi del mondo assieme. Lo studio ha aggiunto che se le forze armate statunitensi fossero un paese, sarebbe il numero 47 nell’elenco delle principali nazioni che emettono gas serra, in base al consumo di carburante.
Secondo il Conflict and Environment Observatory (CEOBS), un’organizzazione che mira a educare il pubblico sulle conseguenze ambientali e umanitarie dei militari, uno dei principali motori dell’uso dell’energia militare è l’uso del carburante. Ciò include l’energia utilizzata nelle basi militari, nonché il carburante utilizzato per alimentare le attrezzature militari e le navi da trasporto.
La guerra in Ucraina e le emissioni
Tuttavia, c’è un altro aspetto che dobbiamo considerare e che è stato sottolineato da Gianni Del Vecchio proprio sull’HuffingtonPost qualche giorno fa e sul quale anche l’ex segretario di Stato americano John Kerry ha richiamato l’attenzione in un’intervista della scorsa settimana e cioè che, oltre alle “massicce conseguenze sulle emissioni” della guerra russa contro l’Ucraina, c’è il concreto rischio che essa sia una distrazione dal lavoro sui cambiamenti climatici e che ne rallenti fortemente l’azione.
La guerra è sempre sbagliata e lo è ancor di più quando rischia di farci fare grandi passi indietro nella lotta al cambiamento climatico. Anche se abbiamo compiuto incredibili progressi sulla tecnologia che collega tra loro persone provenienti da tutti gli angoli della terra e la globalizzazione ci ha avvicinati costantemente gli uni agli altri, dobbiamo unire le persone e non dividerle, perché ciò promuove la comprensione e vengono generati nuovi pensieri e idee.
Quando ci avviciniamo l’uno all’altro ci avviciniamo anche a nuove soluzioni. I sogni sono ciò che guida e motiva tutti noi. I sogni sono la ragione per cui milioni di ragazzi manifestano per un futuro più sostenibile e per un mondo senza guerre.
Dobbiamo usare i nostri sogni come guida equesti sogni devono essere trasformati in progetti concreti per creare insieme un futuro sostenibile per tutti. E la guerra uccide anche i sogni.