A chi come me ha la passione della fotografia, capita spesso di percorrere itinerari che, gioco forza, portano a ritrovarsi negli stessi luoghi e a incontrare persone con le quali si crea, a lungo andare, una certa familiarità.
In una di queste circostanze, una mattina mi sono ritrovato davanti alla bottega di Luciano, un barbiere del quartiere Capo di Palermo, che già avevo conosciuto. Una persona gentile e affabile che si è sempre mostrata disponibile per qualche fotografia al suo salone nell’esercizio del suo antico mestiere.
Era diventata consuetudine, nel passare per la sua strada, dare un’occhiata dietro la vetrata a giorno e salutarlo mentre si ritrovava intento a fare una barba o un taglio di capelli.
Una mattina giravo ero in cerca di qualche scatto di street e, transitandogli davanti, lo ritrovai inattivo, seduto fuori dal negozio, mi soffermai per il solito saluto a cui Luciano rispose con la consueta cortesia e un sorriso.
Un negoziante che si ritrovava vicino, guardando la mia zazzera che necessitava di una sistemata, disse: “e perché non entra e si fa un bel taglio di capelli?” Ci pensai un attimo e accolsi l’invito.
Il signor Luciano, questo era il suo nome, mi fece accomodare nella prima sedia e mi mise subito a mio agio. Nel sedermi, però, io mantenni fra le mani la mia mirrorless e all’annuncio che avrei fatto qualche scatto durante il taglio non trovai resistenza.
Fotografare un barbiere da questa prospettiva non è usuale. Per me era diventata l’opportunità per una serie di pose curiose, un gioco mai fatto che meritava d’essere provato.
Devo riconoscere che era da molto tempo che non ricevevo un trattamento così professionale. Pochi tagli sicuri e rapidi con risultati davvero soddisfacenti.
Mi sembrava di essere tornato all’età giovanile, quando ricorrevo alle prestazioni del mio vecchio barbiere di borgata. In quel quarto d’ora mi ero ritrovato a respirare gli stessi odori, si era magicamente ricreata la stessa atmosfera d’allora.
Intanto conversando il signor Luciano mi raccontava il suo vissuto da barbiere, che aveva intrapreso all’età di dieci anni, ovviamente sotto padrone.
Le sue prime esperienze ebbe a svolgerle in piedi su una piccola panca, per poter raggiungere la stessa altezza del cliente assiso. Ma prima, ancora, aveva iniziato con la scopa, rimuovendo dal pavimento i tanti resti di capelli. Poi le varie promozioni, con l’apprendimento delle fasi del mestiere, fino al giorno di un salone tutto suo. La trasformazione in artigiano era avvenuta.
Ad un cento punto arrivò l’opportunità di un impiego pubblico e l’inizio di un lavoro impiegatizio. Tanti anni e maturò il tempo per andare in pensione.
I tempi duri che stiamo vivendo non consentono una certa agiatezza con una pensione ridotta e il signor Luciano pensò bene di rilevare il salone che aveva dato in gestione.
Certi mestieri non si dimenticano per nulla e basta poco per rimettersi in giuoco. L’esperienza e la stima nel quartiere gli consentirono di recuperare parte della clientela di allora, riuscendo a far rinascere, in una passione mai sopita, il classico mix tra utile e dilettevole.
Intanto che procedeva nel taglio, qualche abituè del salone entrava nel locale. Più che per una barba o per un taglio per un po’ di compagnia, e anche perché, quando si è avanti negli anni, occorre trovare il modo per far trascorrere al meglio il tempo.
Le foto che accompagnano questo mio breve racconto documentano questa bella esperienza, che potrebbe anche invitare altri fotografi a riportare alla memoria ritmi e semplicità di stili di vita di una volta.
Buona luce a tutti!