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Glyphosate, angelo o demone?

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Campo di grano duro (triticum durum)
La solita medaglia a due facce

Il Glyphosate è indicato dagli ambientalisti come il pesticida che avvelena la natura e i suoi prodotti. È il nemico numero uno dell’agricoltura biologica, il cui disciplinare lo bandisce senza riserve.

Il problema è che, dovendo promuovere l’agricoltura intensiva per la sostenibilità alimentare del Pianeta, il glyphosate è al momento l’unico mezzo che la permette: è l’altra faccia della medaglia con la quale siamo costretti a fare i conti.

Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza, cercando per quanto possibile di dare dei riferimenti accessibili perché possiate verificare di persona quanto leggete.

Il Glyphosate

Vi risparmio la formula che trovate su Wikipedia, per una più comprensibile definizione. Il Glyphosate è noto come erbicida totale ad azione disseccante seccatutto (non selettivo).

Per chi crede che siano di scottante attualità i temi trattati dal Green Deal, arriva una pessima notizia: non è così. Avete presente quelli che considerano dei veri demoni i prodotti fitosanitari, i fertilizzanti “chimici” e la genetica, incluse le biotecnologie? Quelli cioè che tuonano un giorno sì e l’altro pure contro l’agricoltura e la zootecnia intensiva, auspicando un ritorno a condizioni più “naturali” ed ecocompatibili, sono estranei dalla realtà.

Agricoltura e natura sono due cose molto diverse. Illudersi che la strada maestra sia riportare la prima sugli schemi della seconda può creare danni difficilmente riparabili ai sistemi agroalimentari senza particolari effetti benefici sull’ambiente.

È un tema, tutt’altro che attuale e affonda nella storia. Lucio Giunio Moderato Columella, cronista romano del I sec. d. C., testimoniava già

Odo spesso la gente lamentarsi ora dell’attuale sterilità dei campi, ora dell’attuale inclemenza delle stagioni che ormai va danneggiando i frutti della terra. C’è chi poi vuol attenuare in certo modo queste lamentele con l’assegnare al fatto una ragione precisa e dice che, stanco e isterilito dalle eccessive produzioni del passato, il terreno non può più offrirci i suoi frutti come nel passato”.

Il ciclo del grano e degli altri cereali

Le maggiori produzioni mondiali di cereali sono localizzate nell’emisfero nord (Europa orientale, Asia settentrionale, America del Nord). Per effetto del clima di quelle latitudini, il ciclo vegetativo dei cereali (grano, orzo, mais ed altri minori) può essere suddiviso in 5 fasi: germinazione – accestimento – levata – spigatura – maturazione fisiologica dei chicchi definiti anche cariossidi. Tutte le maggiori famiglie di piante cerealicole hanno frutti di questo tipo, ma non il fusto o stelo che resta sempre verde per la conseguente variabilità del periodo vegetativo. Solo nei paesi mediterranei l’essicazione di queste parti avviene come processo naturale grazie alle temperature più elevate.

Ecco la necessità dell’uso improprio del Glyphosate, cioè per scopi diversi da quelli indicati in etichetta, cioè di erbicida totale ad azione disseccante “seccatutto (non selettivo). Esso è distribuito con mezzi aerei prima della trebbiatura, perché possa produrre l’essicazione della pianta prima dei raccolti.

In paesi posti alla latitudine dell’Italia o più basse, il Glyphosate è impiegato nelle operazioni di pre-semina dei cereali autunno-vernini e primaverili, per limitare la competizione delle malerbe ed è vietato nella fase antecedente la trebbiatura.

In ultima analisi il Glyphosate viene assorbito dalle erbe spontanee e discende fino agli apparati radicali delle stesse, inibendo la sintesi dell’enzima necessario alla sopravvivenza della pianta. e quivi si deposita modificandosi in fosforo.

Stato dell’arte delle decisioni europee

La Commissione Europea sembra essersi defilata delle decisioni relative al Glyphosate. La prima perplessità riguarda l’opportunità di una consultazione popolare sulla politica agricola, un tema che richieda competenze specifiche. Competenze che non possono essere demandate per essere certo affidato a pareri (quando non alle emozioni di “cittadini qualunque”), per quanto rispettabilissimi.  Si dirà che sono proprio i cittadini che, indistintamente attraverso le loro tasse, sostengono la politica agricola comune (PAC), ed è vero.

Per contro l’agricoltura non è certo l’unico settore sovvenzionato: si è mai data una consultazione pubblica per definire la politica dei trasporti, quella energetica o altre non meno generosamente sostenute dalle tasche dei contribuenti? Il caso recente più clamoroso riguarda la consultazione pubblica lanciata dalla Commissione Europea sulle nuove tecniche di miglioramento genetico (Ngt, in Italia chiamate Tea) si è chiusa il 22 ottobre u.s. come in altre questioni europee politicamente controverse sottoposte a sondaggio online.

Prospettive alimentari

L’Organizzazione per il cibo e l’agricoltura (FAO) stima che per il 2050, la popolazione e i redditi in crescita costante richiederanno un aumento del 70% della produzione mondiale alimentare. Il che significa un miliardo di tonnellate di cereali e 200 milioni di tonnellate di prodotti d’allevamento da produrre in più ogni anno.

“Perché l’alimentazione possa migliorare e l’insicurezza alimentare e la sottonutrizione diminuire, la produzione agricola dovrà crescere in futuro più rapidamente della crescita della popolazione e dei relativi cambiamenti nei livelli di consumo”, afferma The State of the World’s Land and Water Resources for Food and Agriculture (SOLAW). Oltre i 4/5 di tale miglioramento produttivo dovranno derivare in gran parte da terre già attualmente a coltura, tramite un incremento sostenibile di agricoltura intensiva che faccia un uso efficiente delle risorse idriche e del suolo senza danneggiarli.

L’ agricoltura intensiva è sinonimo di agricoltura moderna ed ha contribuito ad alleviare il cambiamento climatico, incrementando i raccolti in terreni sotto-performanti, il che impedisce la deforestazione di ulteriori terreni. Quindi ci sono sia aspetti positivi che negativi nell’agricoltura intensiva, ma i vantaggi sono sicuramente maggiori.

Le scelte da fare

Sarà cruciale migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse idriche a fini agricoli, afferma il rapporto. La maggior parte dei sistemi d’irrigazione in tutto il mondo sono gestiti al di sotto delle loro potenzialità. Una strategia che combini una miglior gestione dei sistemi di irrigazione, investimenti in conoscenze tecniche locali e in tecnologie moderne, maggiore formazione scientifica in campo applicativo, potrà migliorare l’utilizzo delle risorse idriche, come pure pratiche agricole innovative.

Così le pratiche agro-forestali, i sistemi integrati di coltivazioni/allevamento e di irrigazione/acquacoltura promettono di aumentare la produzione in modo efficiente, limitando l’impatto sugli ecosistemi. La conservazione del suolo e il controllo delle alluvioni richiederanno ulteriori impegni economici.

Ecco la necessità di praticare l’agricoltura intensiva, che è un sistema di intensificazione sviluppo industriale e tecnologico agroindustriale” che come si è detto mira a massimizzare i rendimenti dei terreni disponibili attraverso vari mezzi, come l’uso di prodotti fitosanitari e fertilizzanti di sintesi. Le pratiche agricole intensive producono cibo più economico in rapporto alle dimensioni del terreno, il che dovrà contribuire a nutrire una popolazione umana in costante espansione.

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7 COMMENTS

  1. Articolo interessante e “onesto”, che non ammicca agli snobismi pseudo-ambientalisti del momento. Mi piacerebbe chiedere all’autore una futura riflessione sul rapporto, che più volte è stato denunziato, fra moria delle api e uso dei pesticidi o diserbanti in agricoltura, segnatamente i neonicotinoidi.

  2. Gent.mo Stefano, dovrei darLe una risposta assai articolata incompatibile con una risposta post comment, i neonicotinoidi: sono stati banditi dalla Commissione Europea. Avevano un effetto di tossicità sulle api e insetti pronubi, come la domestica Apis mellifera, gli imenotteri del genere Bombus e i sirfidi.
    Mentre per gli altri fitofarmaci vengono utilizzati su colture frutticole in trattamenti essenziali in pre e post fioritura e dopo l’allegagione.

    • Ringrazio per la cortese risposta e propongo un approfondimento in materia, magari in un articolo dedicato, poiché è un tema che ho particolarmente a cuore, da apicoltore amatoriale!

  3. L’arsenico è un potente veleno ,tuttavia viene usato in dosaggi bassissimi nella medicina omeopatica .
    Il punto è chi e come vengono decisi e controllati i dosaggi delle distribuzioni aeree del Glyphosate ?

  4. Gent.mo Romano, prodotti fitosanitari:
    – i dosaggi vengono decisi dall’industria produttrice che trova in etichetta o foglio illustrativo dove ci sono riportate: NORME PRECAUZIONALI, INFORMAZIONI MEDICHE, CARATTERISTICHE, EPOCHE, DOSI E MODALITA’ D’IMPIEGO;
    – controlli rischi e corretto impiego agroambientali: vigilanza e controllo della Regione Toscana “Tutela della salute dei lavoratori in agricoltura e selvicoltura” che hanno supporto dell’EFSA che fornisce assistenza scientifica;
    – il controllo avviene attraverso Il Quaderno di Campagna è uno strumento che permette di annotare tutte le operazioni che si effettuano in campo, e per questo risulta molto utile per valutare le scelte che si fanno, i protocolli seguiti e le tecniche utilizzate, confrontando a fine stagione produttiva i risultati ottenuti. In particolare, il registro dei trattamenti serve ad appuntare la linea di difesa seguita, con date e dosi dei prodotti utilizzati. Dal punto di vista legislativo, è l’articolo 16, comma 3, del Decreto legislativo 150 del 14 agosto 2012, che regolamenta la sua compilazione. La registrazione di ogni trattamento dev’essere fatta entro 30 giorni dal giorno in cui viene effettuato, e in ogni caso entro la data di raccolta del prodotto.
    Per la compilazione del quaderno di campagna non è necessario uno stampato “ad hoc”, ma oltre all’anagrafica dell’azienda devono comunque essere indicati:
    1. le varietà coltivate e la superficie totale della coltura;
    2. la data in cui è stato effettuato il trattamento;
    3. il prodotto utilizzato;
    4. la quantità totale utilizzata;
    5. la superficie trattata;
    6. l’avversità comparsa in campo (per cui il prodotto dev’essere registrato);
    7. le date indicative di semina, trapianto, inizio fioritura e raccolta;
    8. la firma di chi ha utilizzato il prodotto.

  5. Gent.mo Stefano,
    i neonicotinoidi sono neurotossine, parenti sintetici della nicotina, ampiamente impiegati in campo agricolo con i seguenti composti: imidacloprid, acetamiprid, thiacloprid (cloronicotinili), thiamethoxan e clothianidin (tianicotinili), attualmente utilizzabili in più di 120 paesi e registrati con diversi nomi…
    Il 6 maggio 2021, la Corte Suprema dell’Unione Europea ha confermato il divieto parziale di tre insetticidi dannosi per le api, vietandone l’uso su alcune colture e limitandone l’utilizzo alle sole serre. I principi attivi messi al bando sono i neonicotinoidi: Imidacloprid, Clothianidin, nonché Tiametossam.
    I neonicotinoidi sono sostanze insetticide molto usate, nel passato, in agricoltura (i loro utilizzi comprendevano la concia delle semente di alcuni cereali, oleaginose, colture da fibre e barbabietola da zucchero, trattamenti fogliari di molti fruttiferi e di piante ornamentali e trattamenti granulari al terreno).
    Risultavano più tossici per gli invertebrati, come gli insetti predatori, fitofagi e zoofagi, che non per mammiferi, o uccelli. Avevano un effetto di tossicità su gli insetti pronubi, come la domestica Apis mellifera, gli imenotteri del genere Bombus e i sirfidi.
    “Glifosate e api” per questo determinato argomento Le allego il link di un articolo pubblicato in riviste specializzate: https://peerj.com/articles/12486/
    Glossario: nella lingua italiana sono chiamati anche agrofarmaci o fitofarmaci e talvolta sono definiti, con approssimazione, antiparassitari o anticrittogamici, sebbene i primi siano in prevalenza insetticidi (contro i parassiti di piante e animali) mentre i secondi semplicemente sinonimo di fungicidi. I prodotti fitosanitari appartengono al gruppo dei pesticidi insieme a molti biocidi. I prodotti fitosanitari sono utilizzati in agricoltura sulle coltivazioni, anche sui prodotti raccolti; inoltre in campo forestale e in ambito non agricolo quando usati sulle piante o nel mondo vegetale in genere.

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