Home Educazione Finanziaria Ottobre: mese del risparmio o del Monte dei Paschi?

Ottobre: mese del risparmio o del Monte dei Paschi?

2084
2
La Direzione Generale del Monte dei Paschi di Siena
Tempo di lettura: 3’.
Monte sì, Monte no

Nel mese dedicato all’Educazione Finanziaria, con l’obiettivo dell’acculturamento del cittadino economico e pochi giorni dopo la celebrazione della Giornata del risparmio, scoppia l’ennesimo tormentone del Monte.

Unicredit chiede più di 7 mld allo Stato per incorporarne una parte. Ovviamente la migliore rimasta. Il MEF, paladino del contribuente, dichiara che l’offerta di salvataggio (o di impudica domanda di altri aiuti pubblici) è irricevibile e, per ora, rompe il tavolo delle trattative. Il Monte è già costato tre volte Alitalia e il problema resta irrisolto. Il tempo non è galantuomo.

La questione bancaria piomba nuovamente nel bel mezzo dei problemi nazionali. Eppure sulle tante vicende di fallimenti e crisi bancarie, fosse anche per ravvivarne la memoria nella testa del risparmiatore, è calato il silenzio, con l’attenzione rivolta esclusivamente agli effetti economici della pandemia e alle migliaia di progetti del PNRR. Ma i nodi che non si sciolgono, tornano al pettine.

Ogni pur blando riferimento agli anni peggiori della storia bancaria dal dopoguerra sembra bandita da ogni analisi, anche da parte del maggiore lignaggio istituzionale. Il ritorno alla normalità consiste nell’ignorare le vicende dolorose di distruzione di risparmio? Davvero è bene fare così?

La festa del Risparmio

Prova ne sia l’intervento dei vertici istituzionali dell’industria bancaria italiana (Ministro dell’Economia, Governatore della Banca d’Italia, Presidenti di Abi e di Acri) alla Giornata del Risparmio, nei quali la condizione del risparmio tradito trova traccia in pochi passaggi. Evitando accuratamente di fare nomi e casi, compresi quelli ancora in gestazione.

E neanche dei tanti progetti di aggregazione bancaria di cui si vocifera spesso vi è cenno. Le banche debbono ancora aggregarsi o deve aumentare il grado di concorrenza del sistema affinché il risparmio sia maggiormente difeso?

Si tratta di ipotesi fantasiose o di tendenze necessarie per il finanziamento dell’economia e la tutela di depositi e altri strumenti di risparmio? E dell’adeguatezza dei controlli, nulla da dire?

Ho cercato in mezzo alle frasi, ai titoli dei capitoletti, alle conclusioni dei tanti interventi. Ma non ho trovato. L’analisi macroeconomica non scende ai dettagli di quella micro, dove si insinua vigliaccamente il diavolo. Del resto de minimis non curat il vero economista.

Il risparmio cresce soprattutto nelle forme più liquide, ma si differenzia anche verso componenti a maggior rischio. Fanno eccezione i Fondi pensione, ci dice Visco. E si capisce anche perché.

A chi la soluzione del più costoso cold case bancario di sempre?

Il miracolo delle risparmiatrici famiglie italiane sembra pronto a replicarsi, anzi il processo è già in corso e si è pure evoluto, sembra di capire. Ma al risparmiatore non va ricordato il passato delle fregature prese (dovesse sdegnarsi e volare via), e contemporaneamente va trattato con la sufficienza di tante scontate lezioncine di educazione finanziaria.

Un punto di critica riguarda anche la memoria fragile della stampa. Che quando vuole spiegare le cause del fallimento del Monte fa correttamente riferimento agli anni nei quali la banca più antica del mondo correva irresponsabilmente verso insostenibili obiettivi di grandezza per linee sia interne che esterne.

L’eccessiva velocità di crescita dei volumi intermediati, come spiegano i migliori cultori del banking e mostrano impietosamente i fatti, è da sempre la causa prima delle crisi bancarie.

Ma anche questo giornalismo, per quanto animato da buoni propositi, evita accuratamente di chiedersi chi nel 2008 dette l’autorizzazione perché il Monte comprasse a prezzi sciaguratamente astronomici Antonveneta, madre di tutti i problemi. Voi che siete arrivati a leggere fin qui sapreste indicare di chi si tratta?

Si dice che la questione Monte dei Paschi debba ora ritornare, per quanto in posizione differente, sul suo tavolo, unico luogo rimasto per trovare la soluzione al problema. Sarebbe un caso di nemesi bancaria senza precedenti. Sperando che il contribuente non ne esca con le ossa irrimediabilmente rotte e il risparmiatore possa dirsi definitivamente al sicuro.

Ecco perché ho provato a dire perché la storia dei casi di distruzione del risparmio e dei suoi, a vario titolo, responsabili rappresenti la migliore lezione di educazione finanziaria possibile.

Previous articleDante, l’italiano: scarica gratis un bellissimo libro
Next articlePinocchio, non favola, ma storia vera di luoghi e personaggi

2 COMMENTS

  1. Ieri i due titoli in Borsa hanno perso entrambi. Si capisce MPS ma Unicredit ? Altro punto di questa telenovela che ci ammorba da anni e pare che finora sia costata 30 miliardi di euro è a cosa sono serviti ben tre mesi di trattative quando poi il NO del Tesoro è calato all’improvviso, dal giorno alla notte. Come mai ? Vi sono interessi inconfessabili, evidentemente, i motivi del diniego si sapevano da tempo ed allora perchè sono stati calati sul tavolo come l’asso di briscole ? Sono sicuro che tutto si sistemerà a carico di Pantalone, come sempre e dovremo ringraziare i protagonisti di questa vicenda che vede Padoan, Draghi, Franco nei ruoli di venditori, acquirenti, controllori e ministri del Tesoro nel corso del tempo. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E quindi a chi rispondono, costoro ? Ma come si fa ad accettare queste situazioni in un paese democratico ? Certo non è una dittatura ma un regime, questo sì.Spostandoci sul piano politico, faccio i complimenti alla Lega e ai Grillini che nel 2018 alle ultime elezioni politiche avevano in mano il paese per cambiarlo e infatti ci hanno regalati ai banchieri centrali e ai banchieri di strada.

  2. “Mi sembra preso dalla botta” è una frase che spesso da noi si usa per indicare un soggetto rintontito, rincitrullito; di uno che vive in uno stato confusionale, come se un incidente gli avesse provocato forte trauma alla testa.
    Tra pandemia, situazioni politiche nazionale e internazionali, noi italiani specialmente sembriamo navigare in un una specie di limbo, sospesi, a fari spenti nella nebbia e privi di memoria.
    Fideisticamente ci si affida alle solite guide sgamate, che ci raccontano sempre di loro capacità acrobatiche innate, che realizzano anche in assenza di luce.
    Non siamo più alla prestidigitazione, ma a un livello superiore che lavora sull’onirico e sulla disperazione di molti.
    Buona luce a tutti!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here