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Buongiorno e buon inizio settimana. Molti di voi saranno già in vacanza e spero che non si portino appresso troppi pensieri. Ho però ritenuto che fosse bene temperare tale leggerezza mettendo sul piatto tre argomenti, pesantucci quanto la moussakà: 1905 calorie secondo Giallo Zafferano. Se però la consumate vegetale, solo 290 calorie. Vediamo di stare sulla seconda.
I tre argomenti sono: le criptovalute, il metaverso, gli studios di Hollywood.
Ho pensato, perdonatemi l’errore se tale sarà, che, disponendo di più tempo libero, potreste dedicare qualche minuto in più alla lettura del post. So già che Patrizia di goWare andrà su tutte le furie.
Ma spero di non beccarmi subito da voi uno swipe spontaneo.
Surriscaldamento cerebrale
Iniziamo con le criptovalute. Non ho nessuna esperienza diretta con questo tipo di moneta, (poca, tra l’altro, anche con l’altra…). Le mie conoscenze sono quindi puramente letterarie. Confesso poi che i Come-Si-Chiamavano-Una-Volta Bitcoin sono tuttora un mistero per me anche se credo di essere in buona compagnia.
Gillian Tett, che dirige la redazione americana del “Financial Times”, ha scritto sul giornale di ieri (Still grappling with crypto basics? You’re not alone) di aver compiuto una immersione totale nello studio del fenomeno dopo essersi posata un asciugamano bagnato in testa per raffreddare il radiatore cerebrale. Per capire davvero le criptovalute bisogna essere provetti in tre saperi: la crittografia, la teoria dei giochi e l’economia. Pertanto anche per Gillian Tett, provetta solo in due, ci sono ancora molte aree misteriose.
Ma cosa c’è di più sexy dei misteri o di un tour nella Phantom Manor a Disneyland Paris?
È sempre bello rimediare
Alla fine di maggio vi ho proposto un post di Paul Krugman, premio Nobel per l’economia, dal provocatorio titolo “Tecno supercazzole, sciocchezze libertarie e Bitcoin”. Krugman, con il suo solito piglio imperioso, equiparava le criptovalute a un gigantesco Schema Ponzi e i loro sostenitori (i cripto) a missionari di tecnosupercazzole. Piuttosto brutale, no?
Poi…pensando per esempio al mio amico Guglielmo, mi sono afflitto per non avere cercato, a mo’ di contro-offerta, un parere altrettanto autorevole, ma più benevolo nei confronti di questo immenso e complesso fenomeno del nostro tempo.
È vero come scrive Krugman che “le criptovalute non giocano quasi alcun ruolo nella normale attività economica, cioè per comprare case e auto, pagare le bollette, fare investimenti commerciali”. Ma aggiungerei: per ora.
Attenzione anche a certa supponenza che si manifesta nei confronti delle innovazioni. Forse è il caso di rileggersi il Dilemma dell’innovatore del compianto Clayton M. Christensen (ben 20,99 euro per Kindle).
Drizzando le antenne nelle ultime settimane, ho infine trovato qualcosa da contrapporre al nostro Krugman: un intervento Mohamed El-Erian (di certo, non un cripto-hooligan).
Mohamed El-Erian
Ho trovato per caso sul “Financial Times” un breve intervento di Mohamed El-Erian, insider influente nel mondo della finanza globale. Sul quotidiano di Londra (motto super-attuale: “We live in financial times”), El-Erian, con altri, contribuisce regolarmente a una rubrica, dai contenuti, per me, di difficile approccio, dal titolo “Markets Insight”.
La carriera di El-Erian – 62 anni, americano di origini egiziane – come economista ed esperto di finanzia richiederebbe molto spazio tante sono le esperienze da lui accumulate e i ruoli da lui rivestiti in istituzioni, organizzazioni finanziarie, mondi dell’informazione e della formazione.
Oggi, El-Erian è Presidente del Queen’s College di Cambridge e Chief Economic Adviser di Allianz dove è approdato da Pimco – creatura di Bill Gross, noto “Re dei bond” – di cui El-Erian è stato CEO per ben 5 anni.
Potete leggere qui la versione italiana dell’articolo di El-Erian sul “Financial Times” dall’esaustivo titolo: Criptovalute: Occidente in surplace, Cina corre.
Un commento
Valido l’argomento-leva di El-Erian. L’unico modo per far muovere davvero il c**o ai governi occidentali è la minaccia dell’egemonia cinese e la narrazione che la Cina non è interessata, come già non lo fu la defunta URSS, tanto alla co-esistenza, quanto alla dominazione su scala mondiale. Cfr. a questo proposito gli imminenti libri: Rush Doshi, The Long Game, Oxford University Press, pp. 432 e Federico Rampini, Femare Pechino, Einaudi, 324 pp.
Lo spettro della Cina si è impossessato del corpo dello spettro del comunismo. Ma dico, caspita! almeno una volta potremmo fare la cosa giusta senza l’alitare di questi ectoplasmi?
Il cripto boom
Di recente, durante l’Aspen Security Forum, il presidente della SEC Gary Gensler ha comunicato, con evidente preoccupazione, le cifre iperboliche legate alla crescita del fenomeno delle valute alternative: la SEC stima il loro valore complessivo in 1600 miliardi di dollari (il PIL della Spagna, per intenderci) con 77 token che superano il miliardo di dollari di valutazione (7 in più di tutte le startup unicorn d’Europa – quelle, cioè, con un capitalizzazione superiore al miliardo).
Se Amazon sta seriamente valutando di accettare la criptovaluta come mezzo di pagamento (pensate all’effetto domino di Amazon) ed Elon Musk, visionario cui guarda tutto il mondo, inizia a investire in cripto e ad accettare token per portare a casa una Tesla, allora le criptovalute nell’economia reale (ricordate Krugman?) non serviranno solo per compare un Ak-47, ma anche le merendine Kinder o l’ultimo libro di goWare.
Che facciamo?
Okay!, ma come risolviamo l’enorme problema ambientale legato al consumo di energia dell’attività estrattiva dei criptovalori. Com’è avvenuto con la pandemia, se l’intelligenza collettiva utilizza tutte le sinergie offerte dal complesso scientifico-industriale anche questo ostacolo potrà essere superato ben presto.
Questa repentinea accelerazione della cripto rivoluzione spiega i motivi della diffusa inquietudine istituzionale, manifestata anche da Gensler nel resoconto del “Financial Times” del 4 agosto.
Ora, quello che non deve succedere è che la bàlia istituzionale, presa dal panico, soffochi il prematuro e irrequieto pargolo nella culla.
Un Nursery Crime non ci vuole proprio. Ascoltate almeno questa strepitosa clip strumentale di 2 minuti. Su Spotify i Genesis hanno ancora 6 milioni e mezzo di ascoltatori mensili. Sono numeri da Bitcoin. Peter Gabriel, Phil Collins & Co. potrebbero creare un conio stabilizzato dalla Sterlina, il GBP Genesis (ricordate Selling England by the Pound)?
Gli stablecoin cambieranno il gioco?
Negli ultimi mesi è veramente successo qualcosa di importante nel mondo delle criptovalute.
Del fenomeno dei token non fungibili, che sta mettendo a soqquadro il mondo dei beni rifugio, abbiamo già ampiamente parlato in tre post.
Oggi, eccoci esposti alla presenza sempre più massiccia degli stablecoin, una criptovaluta, che a differenza del classico Bitcoin, “garantisce” (virgolette d’obbligo) un prezzo stabile perché collegata (in forme non facili da indagare non solo per noi, ma anche per il procuratore generale di New York) a una moneta fiat a corso legale, come il dollaro o l’oro, che funge da riserva di valore.
Il conio di nuovi stablecoin è di solito collegato a un meccanismo di conversione in valuta fiat, che può coinvolgere anche le istituzioni finanziarie tradizionali.
Facendo leva sulla brama di stabilità, vari progetti di stablecoin hanno iniziato a operare sul mercato dei capitali. Tra questi USTD Tether, USD Coin, True USD, Gemini Dollar ecc. Ne esistono anche per l’Euro e lo Yen.
Tether, il primo a nascere e oggi il più diffuso, nel maggio 2021 aveva una capitalizzazione di 67 miliardi di dollari in USTD.
Giancarlo Devasini
Tether, quotata alla borsa di Hongkong, è controllata da Bitfinex una società di cripto scambio con sede nelle Isole Vergini Britanniche. Bitfinex è una pensata del fervido ingegno del tecnologo torinese Giancarlo Devasini, già chirurgo plastico in una precedente carriera.
A Devasini, il “Financial Times” ha dedicato un’intera pagina nella rubrica quotidiana “The big read”. Nel servizio del 15 luglio 2021, Siddharth Venkataramakrishnan e Kadhim Shubber parlano di Devasini come del “titan of crypto finance”.
Un appellativo che sarà piaciuto all’imprenditore torinese, il quale non si tira certo indietro quando c’è da pensare e agire in grande: il suo alias è “Merlin” e il suo nome Skype è “merlinmagoo”. Poteva anche appellarsi Cagliostro, noto per avere trasformato il piombo in oro semplicemente scambiando i recipienti.
Ma non erano riservati, schivi, freddi e misurati i torinesi? Beh adesso c’abbiamo un mago, il Devasni, che viene dalla città più esoterica d’Europa.
Prima di andare
Vi voglio segnalare un libro in uscita a settembre che è accessibile, esaustivo, aggiornato e accurato. L’ha scritto uno dei maggiori esperti italiani di innovazioni legate alla tecnologia della Blockchain. Si tratta di Nicola Attico, Enterprise Blockchain (Guerini con goWare per l’edizione digitale). Attico ha già pubblicato, con gli stessi editori, due testi sul medesimo argomento: Blockchain, guida all’ecosistema. Tecnologia, business, società (anche in inglese) e Libra. L’oro di Facebook. Come le valute alternative cambieranno la nostra vita.
Se avete qualche particolare curiosità posso mettervi in contatto con Gerardo Coppola e Daniele Corsini (entrambi ex-Banca d’Italia) che, con il tecno-cripto Filippo Onoranti, hanno scritto, sul modello di una guida turistica, un testo introduttivo al mondo delle criptovalute.
Una rettifica e due segnalazioni
Differentemente da quanto ho scritto nella precedente NS, Prime Video non ha caricato tutte le stagioni del Racconto dell’ancella. La quarta e la quinta non sono ancora disponibili. Chi, come me, non riesce ad aspettare per conoscere come vada in rovina la teocrazia Gilead, può abbonarsi a TimVision (6,99 euro al mese, costo di un biglietto al cinema). Dopo un mese, le due stagioni sono 23 episodi, potrà anche cancellarlo, come farò io. Un buon affare, no?
A chi avesse Apple TV+ consiglio, convinto che apprezzerà, due serie deliziose come un Macaron: Phisical e Fred Lasso. Mezzora ad episodio. Spettacolo superlativo, sopraffino, svagato e si impara anche qualcosa. Il che non guasta mai.
Post sidolizzato da Tiziano Tanzini che non attende altro che acquistare il caffè mattutino nella bancarella della Viehmarktplatz di Treviri con un token stabilizzato.
…mentre il Bike-Barista, tedesco del Volga, e la sig.ra Borger, tedesca della Mosella, che vende trote affumicate di fresco, non vedono l’ora di essere pagati in token da tutti coloro che frequentano il mercato della Viehmarktplatz.