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La misura del Talento

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Tempo di lettura: 5’. Leggibilità ***.


Che cosa è il Talento 

Nell’accezione dei tempi correnti, con la parola “talento” si definisce un’abilità dai tratti quasi eccezionali, un sostantivo maschile per descrivere una capacità, non comune, di un individuo. Ad ogni parola inconsciamente facciamo un’associazione mentale, e con Talento pensiamo subito alla “genialità”, oppure ad una persona che ha una carriera di successo, un ruolo in primo piano, colui che ha l’arte di divenire ricco e famoso. Consideriamo il Talento una caratteristica solo di alcune persone, e di solito le pensiamo di giovane età. Il Talento è un’abilità, un’inclinazione naturale. 

Il Talento, nel tempo, è stato usato per indicare diverse cose, collegate le une alle altre, con sfumature di significato. In Grecia, Tàlanton era la bilancia, una unità di peso. Successivamente divenne una moneta, il Talento, usata in Grecia e in Palestina ai tempi di Gesù.

Ma a dare alla parola Talento l’attuale significato, è stata la Parabola dei Talenti contenuta nel Vangelo, nella quale ci viene fatto comprendere che: “Avere talento è avere fede in se stessi e nelle proprie forze”. Alla nostra nascita ci viene donato  un tesoro spirituale immenso, la parola, le inclinazioni, i talenti che non possono essere tenuti nascosti e devono portare frutti. 

La misura del Talento

La “Misura del Talento” dall’Universo all’embrione, dalla nascita alla famiglia: cos’è l’organismo del Talento. È il libro della dottoressa Giulia Scandolara. Mentre lo leggevo, avevo la netta percezione di un’energia creativa che vive e pulsa, quella energia che se lasciata libera, può portare una persona alla sua piena e spontanea realizzazione. 

Con l’autrice avevo un interesse comune:  entrambe abbiamo scritto sul Bosone di Higgs, la famosa Particella di Dio scoperta il 4 luglio del 2014, e su quale possa essere il rapporto con l’essere umano. La comprensione della fisica, oltre le equazioni matematiche, può essere di grande aiuto per la scoperta di noi stessi.

La Forza è sempre esistita in natura, è UNA e TRINA, portata da tre tipi di Bosone vettoriali noti come: W+, Z e W- che cooperano tra loro, ed è onnipresente.

La materia, differenziandosi, ha saputo organizzarsi: per questo motivo la scienza ha chiamato la scoperta del bosone Z “la particella di Dio”. Ma la sorpresa per gli scienziati, è stata che il corpo umano è in comunione naturale con il flusso dei Bosoni, che sono come dei “messaggeri” neutri Z , che possiamo definire “il lato luminoso”. Ed è proprio con il Bosone che inizia il libro del Talento, perché oltre ad essere una grande forza luminosa invisibile ai nostri occhi, è sensibile come lo sono emozioni, sensazioni e intuizioni.  Il Bosone è alla base della Creazione dell’Universo e della Creazione dell’essere umano. È quel movimento, quella danza che permette alla materia di differenziarsi. 

La nostra esistenza, la nostra essenza è fatta di materia, è un combinarsi di atomi. Ma anche i nostri pensieri sono il prodotto di atomi, lo stesso avviene per le emozioni e per la creazione delle nostre immagini. Quando gli atomi si aggregano, le cose che esistono a livello elementare divengono forma, si dispongono e si combinano. Praticamente gli atomi sono come le lettere del nostro alfabeto, danno vita a miriadi di possibilità di scrittura: che sia una tragedia epica oppure una allegra commedia.

Il libro della Misura del Talento mette in evidenza questo processo che troppo spesso pensiamo che non ci appartenga. Noi dimentichiamo il grande miracolo e il mistero di come la materia si animi ed organizzi il corpo umano: È la Creazione, la Nascita, e il Talento. Connettere questi tre passaggi fondamentali può restituire all’uomo il valore, la Misura della propria esistenza. 

È la potenza del Talento che unisce l’Arte del pensare all’Arte dell’immaginazione. Ognuno di noi dovrebbe imparare a percepirsi come un atto creativo meraviglioso, e non solo come un veicolo da direzionare tra un punto A e un punto B, tra una partenza e un arrivo, il che sarebbe limitante alle infinite possibilità che custodiamo al nostro interno.

Diamo per scontato che durante la nostra vita, si apra una parentesi graffa, una quadra e una tonda, dentro le quali ci sono le nostre equazioni di svolgimento del procedere dei nostri anni: che lavoro vuoi fare? Che carriera è bene intraprendere? Cosa ti darà più sicurezza nella vita? Ed è qui che il Talento non viene assolutamente preso in considerazione, “se smetti di desiderare il carattere che ti appartiene, il Talento ti distruggerà, se invece riuscirai ad assecondare il tuo carattere andrai naturalmente verso il Talento, scoprendo che esso è la celebrazione di te, della tua nascita, del tuo essere venuto al mondo. L’essere umano non è solo un corpo, un contenitore vuoto, è un essere che deve camminare, sperimentare, fare errori e praticare la vita per poter trovare il Talento: esso è la propria realizzazione. 

Mettere in pratica, orientare il Talento a qualsiasi età. Il libro la “Misura del Talento” è diviso in tre parti. 

L’origine del Talento, le forme del Talento, dentro al Talento. La prima parte vuole ri-definire il significato dei doni che abbiamo ricevuto al momento che l’embrione si è formato, la seconda serve per conoscere le caratteristiche principali di questi doni, e la terza sono una serie di osservazioni per comprendere con “chi hai a che fare” quando si parla di Talento. L’aiuto per tutti noi che durante il nostro arco di vita, perdiamo il senso dell’orientamento del sé e delle nostre risorse. 

Rappresentazione del Talento

Una grande donna del passato, la pittrice Artemisia Gentileschi, dipinse sul soffitto della casa di Michelangelo a Firenze, l’Allegoria dell’Attitudine, il Talento.

Il dipinto raffigura una giovane donna nuda, che regge con ambo le mani una bussola, sospesa in aria, su una coltre di nubi celesti, mentre una piccola stella luminosa brilla in fronte al viso incorniciato da biondi capelli che sembrano ribellarsi a una troppo elaborata acconciatura.

Il Talento ci rappresenta, praticamente è la nostra carta d’identità esistenziale, è il punto fermo ma invisibile attorno al quale tutti noi ruotiamo, è la nostra realizzazione e la nostra felicità.

Non possiamo incontrare il nostro talento con la razionalità ma solo lasciando che la vita accada, assecondando l’intuito, l’inclinazione in modo naturale, e non adottando forzature che appaghino la società familiare o quella estranea. Il campanello di allarme per comprendere che non seguiamo le nostre attitudini  sono le nostre inquietudini. La percezione di insoddisfazioni non ci permette di essere e manifestare l’atto creativo unico con il quale ci siamo sviluppati fin dal momento che eravamo embrioni.  

Alibi ne troviamo continuamente per allontanarci dal nostro Talento, il ritmo frenetico della vita, i problemi che si aggrovigliano, il caos della mente, il rumore nel quale siamo immersi, ci evidenziano giudizi e pregiudizi, ma anche la nostra mancanza di coraggio di Essere, esattamente quella definizione che usiamo così spesso inconsapevolmente di esseri umani. L’inquietudine è quella voce interna che ci lancia segnali di disagio e che assurdamente vogliamo mettere a tacere.

Tutto ha una misura, anche il Talento, se una crescita diventasse esponenziale, senza regole, tutto sarebbe eccessivamente grande, l’uomo non può mettersi al pari della Creazione, sarà la Creazione stessa ad impedirglielo vagando nel Nulla. È il viaggio pratico nel regno dell’Organizzazione del SE, è l’equilibrio tra le due polarità umane, l’energia che si sviluppa tra due estremi differenti, Genio e Caos, e che si equilibrano con l’organizzazione del nostro Talento.

Il Talento per celebrare la vita 

Il Talento è al nostro servizio per godere di noi. In natura tutto serve, tutto è in relazione, l’individuo singolo è in relazione con la collettività: Pensiero, Passione ed Energia si attivano con responsabilità, impegno e perseveranza. Noi siamo responsabili dei nostri doni, non possiamo desiderare o avere quelli altrui, dobbiamo sviluppare la nostra “matrice unica”, proprio come ci viene trasmesso dalla Parabola del Talento.

Gli aspetti del Talento sono sempre in relazione alla materia, la nascita è l’evento fondamentale che ci dà l’essenza di concretizzare la nostra vita attraverso il Talento, è una strada da praticare, un cammino che leggendo questo libro vuole recuperare materia e spirito, per prendere coscienza della responsabilità della fisicità del vivere. Ogni giorno la vita ci richiama al nostro posto e al nostro compito: quello di esseri umani. Connessione, Gentilezza, Dominio di sé.

Il Talento non vive della pretesa che si manifesti in pochi anni o poco tempo, e le regole non sono uguali per tutti, ma se non ci auto-sabotiamo, la fioritura, con la giusta misura del Talento sarà inevitabile. Una cosa sulla quale non portiamo quasi mai attenzione è che il Talento ha bisogno di sbagliare per venire alla luce, non conosciamo le sue regole finché non facciamo l’esperienza del Talento, lo sbaglio gli conferisce Misura e Direzione. Non per nulla Errore viene da Errare, andare avanti. Fretta e pigrizia sono le nemiche del Talento, loro escludono il Ritmo che è il nostro respiro.

Cosa vuol dire celebrare la vita? Avere la possibilità di esplorare dentro di noi la risposta, di trovare le nostre connessioni e scoprire se ci sentiamo connessi con il nostro valore umano, in una frase di Pablo Picasso troviamo le infinite prospettive che spesso non riusciamo a vedere: “Ci sono pittori che trasformano il sole in una macchia gialla, ma ci sono altri che con l’aiuto della loro arte e della loro intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”.

 

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