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FlowPay, prima start up autorizzata da Banca d’Italia per i pagamenti tra imprese

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Tempo di lettura: 6’. Leggibilità **.
Una novità assoluta nel Fintech italiano.

In questi giorni FlowPay, start up tecnologica fiorentina, ha ottenuto dalla Banca d’Italia l’autorizzazione ad operare come istituto di pagamento.

Essa è particolarmente orgogliosa di essere la prima impresa della specie ad avere conseguito il riconoscimento, che ingloba la valutazione della originalità della soluzione che proporrà al mercato.

Flowpay infatti fornirà, ai sensi della Direttiva Europea nota come PSD2, servizi di informazione sui conti e di inizializzazione dei pagamenti tra imprese, grazie a una applicazione innovativa proprietaria, che utilizza gli archivi della fatturazione elettronica. 

Il processo messo a punto usa la tecnologia genericamente nota come blockchain (Distributed Ledger Technology o tecnologia a registri distribuiti) e ottimizza i pagamenti B2B, facendo risparmiare liquidità alle imprese e consentendo alle banche di ridurre le inadempienze della clientela pmi e corporate, per una migliore qualità dei crediti autoliquidanti. Flowpay propone dunque una soluzione di sistema, unica nell’attuale panorama del Fintech.

In questo articolo, racconto, in qualità di Presidente, l’inizio di questa esaltante avventura.

Il contesto di riferimento

Come noto, l’industria dei pagamenti, sospinta da incentivi pubblici, nuove infrastrutture, nuovi intermediari e nuove applicazioni, è fortemente impegnata a far crescere le attitudini digitali dei consumatori italiani, ancora troppo propensi a preferire il contante.

Minore attenzione è stata finora rivolta a rendere più efficienti i pagamenti tra imprese, flussi che svolgono un ruolo essenziale nel governo della liquidità aziendale, anche per migliorare la qualità del credito erogato dalle banche.

Queste, dal canto loro, da inizio anno, debbono rispettare regole più severe nella classificazione dei crediti in base alle inadempienze (default) delle obbligazioni assunte dalla clientela.

Il mondo delle imprese dovrà dunque rispondere con maggiore puntualità agli impegni di pagamento assunti.

In Italia ci sono oltre 5 milioni di imprese con un transato B2B di 2.200 miliardi di euro annui; ogni giorno vengono emesse 1,2 milioni di fatture, di cui il 37% è a pagamento differito e il 42% va in past-due per due principali ragioni: la prima è per mancanza di fondi, la seconda per l’abitudine all’utilizzo del debito commerciale come forma di finanziamento, ritardando l’esecuzione dei pagamenti. 

Questi ritardi portano le aziende che non vengono pagate in tempo a possibili scenari avversi che vanno dal bisogno di accrescere il debito bancario, ad aumenti di capitale finalizzati al mantenimento di scorte di liquidità a breve, invece che agli investimenti, a ritardare a loro volta i pagamenti. Nell’ipotesi estrema l’azienda può fallire perché non può saldare i debiti in quanto non incassa in tempo i propri crediti, pur potendo produrre beni e servizi in condizioni di efficienza economica.

È un pernicioso effetto domino, come evidenzia l’indice che misura i giorni medi per l’incasso dei crediti (Days Sales Outstanding), che vede strutturalmente l’Italia in coda alla classifica europea, con oltre settanta giorni per la liquidazione di una fattura contro una media europea poco superiore a quaranta.

Gli effetti economici della pandemia hanno peggiorato la situazione come ha rilevato l’Osservatorio dei pagamenti Cerved, mostrando a fine anno la crescita dei numero dei giorni di ritardo (da 11,9 a 14,3) e della quota di imprese (8,1%) fortemente ritardatarie, fino a tornare ai massimi del 2012. Ai ritardi va sommato il periodo di circa 60 giorni, che rappresenta la media dei tempi concordati per il pagamento.

I dati indicano anche che il Covid-19 ha avuto un impatto molto significativo sulle imprese: nel secondo trimestre del 2020, il 17,7% delle fatture scadute non sono state saldate, una quota che torna ai valori del 2014. Le conseguenze sono state particolarmente gravi per le PMI: dati mensili indicano che il picco è stato toccato a maggio, con il 44% di fatture non saldate.

Per le Banche, le simulazioni in ordine ad una compressione dei crediti in past due porta a valutare tre categorie di benefici: sulla probabilità di default del debitore, grazie alla riduzione del Risk Weighed Asset, sulla riduzione delle perdite attese,  grazie alla quota di crediti past due ritornati in bonis, e infine sulla riduzione del totale delle esposizioni autoliquidanti, grazie ad una maggiore velocità di rotazione dei crediti commerciali anticipati alla propria clientela.

Il miglioramento delle singole esposizioni autoliquidanti può inoltre contribuire a rivedere il rating dell’affidato e condurre a un pricing più accurato del credito concesso.

Da tenere poi presente la normativa di vigilanza europea sugli sconfinamenti continuativi, appena entrata in vigore, essendo molto più severa in caso di ritardi nel rientrare nei limiti di fido, imporrà alle banche maggiori accantonamenti e alle imprese di operare con estrema attenzione, pena il peggioramento del merito creditizio, fino alla classificazione in default.

Nascita di una start up

FlowPay srl è nata poco più di un anno fa a Campi Bisenzio, zona industriale dell’area metropolitana di Firenze, come start up tecnologica per iniziativa di quattro giovani e brillanti imprenditori con esperienze importanti in ambito informatico. 

Ha incontrato le difficoltà tipiche delle start up, ottenendo i mezzi finanziari per portare a termine lo sviluppo della soluzione da due family banker catturati dalla novità della soluzione.

La scelta di prospettiva è stata quella di non limitare l’attività allo sviluppo di applicazioni informatiche nel campo dei pagamenti, per quanto innovative potessero essere, ma di inserirsi nel contesto regolamentare dei fornitori di terza parte di servizi di pagamento, secondo la Direttiva Comunitaria meglio nota come PSD2.

FlowPay ha così avanzato istanza per essere autorizzata a svolgere servizi di iniziazione dei pagamenti B2B e di informazione sui conti, sviluppando una soluzione efficiente, rapida e sicura per il trattamento delle informazioni generate nel settore del credito commerciale e dei pagamenti tra imprese.

Oggi l’autorizzazione ad operare da start up come istituto di pagamento è un fatto concreto ed è anche un unicum nella industria dei pagamenti italiana. 

A tale scopo, la società si è dotata di un assetto organizzativo in linea con la complessa normativa di settore, con particolare riferimento ai severi presidi in materia di controlli interni. In questa fase un attento governo dei costi ha permesso di utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dai soci a titolo di capitale di rischio, senza far ricorso a indebitamento.

Il piano di attività predisposto per i prossimi tre anni su basi cautelative prevede una rapida crescita dei volumi aziendali e il conseguimento di solidi equilibri economico-finanziari.

La piattaforma informatica ha superato i test in ambienti altamente specializzati sia nazionali che internazionali ed è ora pronta per integrare i sistemi informatici dei clienti che hanno deciso di aderire alla piattaforma.

Nella fase di completamento della soluzione due sono stati i fattori che hanno incoraggiato a portare a termine l’iniziativa. 

La prima è stato il concreto interessamento manifestato da alcuni grandi operatori informatici, che hanno visto la possibilità di ampliare con FlowPay la gamma di applicazioni al servizio di banche e imprese, proponendo partnership commerciali. 

La seconda sono riconoscimenti ricevuti nel frattempo da prestigiose organizzazioni per premiare le innovazioni di processo. FlowPay è risultata, tra l’altro, finalista del Company Idea Prize, promosso dal Premio Marzotto 2020 e ha ricevuto il Premio del Pubblico al Web Marketing Festival.

FloyPay ha immediatamente chiesto di essere ammessa al Milano Hub, avviato a dicembre scorso dalla Banca d’Italia, per creare un ambiente di confronto tra gli operatori del Fintech.

La soluzione FlowPay

L’applicazione FlowPay collega gli archivi della fatturazione elettronica delle imprese, la tecnologia blockchain utilizzata per costruire una rete aperta per la validazione delle informazioni trattate e le piattaforme europee dei pagamenti istantanei per l’indirizzamento immediato e non revocabile delle operazioni disposte dalla clientela. Il sistema FlowPay è stato anche implementato per gestire le funzioni del Request to Pay, standard europeo di recente introdotto su input dell’European Payment Council e implementato da EBA Clearing quale mezzo di pagamento ad uso delle imprese. Esso permette ad un beneficiario di inviare una richiesta di denaro, in tempo reale ad un pagatore attraverso diversi canali digitali. Il pagatore può successivamente approvare ed eseguire l’operazione via bonifici SEPA.

Ne deriva un approccio integrato di infrastrutture istituzionali e tecnologiche per un servizio on line rapido, sicuro e tracciabile, che consente di procedere dall’origine dell’impegno a pagare fino alla disposizione per l’esecuzione del pagamento, una volta verificate le disponibilità e le priorità impostate dal debitore.

Le imprese che aderiranno alla piattaforma potranno così disporre di programmi ottimizzati per la gestione dei pagamenti a fornitori e degli incassi dai clienti, per contenere gli effetti che si generano strutturalmente dall’eccessivo distacco tra incassi e pagamenti.

I vantaggi per le banche sono stati stimati, in base a un business case applicato ad una azienda di credito di medie dimensioni, in circa 20 punti base del patrimonio regolamentare.

Flowpay propone dunque una soluzione di sistema, unica nel panorama del Fintech non soltanto italiano.

Uno sguardo alla tecnologia

Lo sviluppo di questa applicazione, che ha già incontrato l’interesse di importanti operatori informatici che operano a supporto di banche e imprese, ha richiesto soluzioni tecnologicamente innovative.

Esse riguardano sia l’architettura, concepita a pacchetti di servizi definiti come nodo in dotazione a ogni cliente, da collocare entro i loro sistemi. I nodi comunicano tra loro e si mantengono allineati tramite una Distributed Ledger Technology (blockchain), che funge anche da database condiviso.

Tale architettura permette a FlowPay di integrare rapidamente ogni end point, affinché le imprese aderenti possano verificare in ogni momento la bontà dei dati inseriti.

Flowpay ha sviluppato altri layer di integrazione, compresi quelli previsti dalla PSD2 e dai gateway attivi per connettersi con gli ambienti del Berlin Group e dell’Open Banking Directory dell’Autorità Antitrust inglese, oltre che con quello del già citato del Request to pay.

FlowPay è anche in grado di calcolare, tramite un apposito servizio di analisi, quale sia l’ordine preferibile secondo cui eseguire pagamenti, così da avviare l’estinzione di debiti correlati a fatture, attingendo a vari data base, compresi quelli dei provider di fatturazione elettronica, oltre ovviamente a quelli da essa stessa generati. Sfruttando la tecnologia di cui sopra, FlowPay fornisce servizi, quali il calcolo della data migliore per richiedere un pagamento e suggerirla all’utente in fase di creazione della disposizione.

Prospettive

Come detto, FlowPay si presenta come una soluzione di sistema, per banche e imprese di ogni dimensione, per offrire risposte sempre più precise alle esigenze di ottimizzazione della liquidità aziendale. 

D’altro canto l’interoperabilità e l’intreccio dei rapporti di debito credito tra imprese può naturalmente innescare processi di ampliamento del circuito degli operatori aderenti alla piattaforma, incentivando anche il ricorso a meccanismi di compensazione.

La diffusione dell’applicazione consentirà poi di incrementare il patrimonio informativo, permettendo di costruire servizi aggiuntivi per una sempre più esatta previsione delle occorrenze di liquidità delle imprese.

Anche per questo FlowPay ritiene che applicazioni come quella ora messa a punto svolgeranno un ruolo essenziale, stante anche le attuali condizioni di criticità dell’economia, indirizzando le imprese verso ogni strumento utile per un razionale utilizzo delle risorse disponibili.

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2 COMMENTS

  1. Più che un raggio di luce, una schiarita che si apre su un panorama finanziario del tutto trascurato fino ad ora dalle istituzioni, riguardo all’impegno di trovare soluzioni adeguate a gestire montagne di crediti che talvolta si rivelano sostanzialmente inesigibili.
    La start up che è nata costituisce una soluzione intelligente e pratica per anticipare rischi di insolvenze e default di realtà produttive sane che, specie se coinvolte nel settore pubblico, spesso si trovano in situazioni paradossali di indebitamento bancario.
    Era ora che si introducessero novità come queste, rimane da sperare che l’economia reale ne riesca a comprendere a pieno l’utilità e i vantaggi e che la politica utilizzi anche queste nuove opportunità.

  2. Grazie del commento. Sono del tutto fiducioso che il mondo della produzione comprenda pienamente il punto essenziale di FlowPay che, come ho brevemente descritto, integra in un solo processo infrastrutture fondamentali quali gli archivi della fatturazione elettronica, la tecnologia blockchain e piattaforme per pagamenti instantanei come TIPS, sviluppata da Bankitalia e fatta propria da altre banche centrali europee. La frontiera dei pagamenti B2B è da oggi spostata in avanti!

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