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Caos Ecologico e Terminologico

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Tempo di lettura: 3’. Leggibilità ***.


Vocabolarietto

temi, problemi, situazioni, aspetti, definizioni, frasi, parole ricorrenti che si sprecano nei discorsi, nelle promesse, negli inutili protocolli, nei congressi, nelle tavole rotonde, nelle passerelle dopo disastri idrogeologici, nei trattati, nelle dichiarazioni sull’ambiente, nelle riunioni dei saggi, nei comitati, nelle associazioni, nei programmi ministeriali, nelle pubblicità ecologiche, nelle comunicazioni religiose, ovvero…

salute ecologica, ecologia sociale, ecologia, ecologismo, variazioni climatiche, deforestazione, piantagioni di milioni di alberi, protezione del paesaggio, equilibrio del territorio, filosofia Green, investimenti per difesa idrogeologica, bombe d’acqua, riscaldamento globale, desertificazione, carestie, primavere silenziose, riduzione effetto serra e calcoli relativi, eliminazione inquinamento, sfruttamento ambiente, specie in estinzione, estetica dell’ambiente, no combustibili fossili, energie pulite, difesa delle sorgenti, della Natura, protezione della fauna, valore culturale delle foreste, architettura del paesaggio, evangelismo ecologico, coronavirus e cambiamenti climatici, Ricovery Found, Task Force, Unità di crisi, comitati scientifici, gruppi di ricerca, associazione ambientale, volontariato ambientale, educazione ambientale, psicologia ed ambiente, caccia ai rifiuti, sanificare, sfruttamento della Natura, autodistruzione, biodiversità, sicurezza ambientale, commissioni speciali, religiosità cosmoteandriche, trasformazione dell’economia, dissesto idrogeologico, scioglimento dei ghiacciai, stiamo lavorando per l’ambiente, faremo, finanzieremo, debito ecologico, ecologia del lavoro, responsabilità dell’uomo verso il creato, preminenti esigenze del popolo, il pianeta umano, sfida dell’ambiente, catastrofismo ambientale, amici della terra, matrici laico-ecologiche, matrici religioso- ecologiche, giornata della Terra, sconvolgenti verità ecologiche, catastrofismo mediatico, dichiarazioni evangeliche, carenze idriche ambientali, urbanizzazione selvaggia, consumo del suolo, crescita, decrescita, decrescita felice, ecologia integrale, conversione ambientale, agenzie ecologiche, sostenibilità, etica ecologica, armonia uomo-terra, opzioni ecologiche, peccati ecologici, l’ideologia circolarista, fine della Natura, pensiero verde, cambiare il mondo, gretismo, gretini, radicalgretismo, modelli matematici, riserve biogenetiche, riserve integrali, nubifragi e chi più ne ha ne metta.

PAROLE   PAROLE   PAROLE   PAROLE   PAROLE

Ma le realtà sono ben altre talvolta collegate a vari megainteressi e non si vedono CONCRETI RISULTATI NE’ PROSPETTIVE.

Ma QUALE FUTURO?

Ad esempio la montagna appenninica è da molti decenni abbandonata e vi sono 5/6 milioni di ettari di terreni a forte dissesto idrogeologico con gravi rischi per le zone vallive sottostanti. Avendo perduto valore economico per la globalizzazione dei mercati, gran parte dei boschi non venivano più utilizzati, ma da qualche anno, per la sensibile richiesta del mercato, ha preso valore per scopi energetici il materiale cippato ed il pellet”.
Si è
quindi ritornati ad utilizzare selvaggiamente i boschi abbandonati non rispettando spesso la legislazione forestale vigente mancando i controlli, danneggiando negli esboschi, effettuati con mezzi pesanti, vegetazione e suolo con conseguenti forti erosioni e trasporto a valle di enormi quantità di materia solida che tutto distrugge.

Dimenticata la manutenzione dei rimboschimenti e la loro gestione, rimboschimenti costati molti milioni di lire prima al Real Corpo delle Foreste poi alla Milizia Forestale ed infine al Corpo Forestale dello Stato e così le opere idrauliche ad essi connesse.

A giustificazione di mancati interventi in montagna si diffonde informazione che la superficie forestale italiana aumenta di circa 70.000 ettari all’anno a causa dell’abbandono di terreni agricoli considerati impropriamente boschi. Molti di essi non diventeranno mai boschi e nei casi migliori passeranno molti decenni prima che dette superfici possano avere le reali caratteristiche selvicolturali dei boschi.

L’agricoltura ha già perduto circa 600.000 ettari di colture a grano essendo il costo di produzione ben superiore al prezzo di mercato del prodotto. Ma che importa, importandosi grano dal Canada, grano trattato con disseccanti (glifosati) non certo corroboranti per la salute degli italiani e poi ammassato nelle mefitiche stive delle navi. Evviva la “globalizzazione”!

Si dimenticano disinvoltamente le decine e decine di migliaia di ettari percorsi ogni anno dal fuoco comprese le devastazioni meteoriche e si dice anche che, dopo un incendio, il bosco si ricostituisce da sé! Perché allora un tempo si provvedeva alla ricostituzione dei boschi incendiati?

La montagna appenninica non ha più un efficiente presidio e non si supporta lo sviluppo delle possibili economie montane. Il Corpo forestale dello Stato è stato “sublimato” trasferendolo nei carabinieri e lo ritroviamo sulle strade a fare contravvenzioni agli automobilisti indisciplinati suscitando grande ilarità negli ambienti forestali stranieri.

La Montagna ha bisogno di presidio e non di una forza di polizia, di tecnici esperti, di valorizzazione senza inconcepibili errori o di strane interpretazioni selvicolturali che in diversi casi portano alla regressione dei boschi costati sacrifici umani e finanziari.

Ciò premesso, la domanda sorge spontanea: “e negli altri settori ambientali cosa succede”? Si ricorda che “salus populi suprema Lex”.

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1 COMMENT

  1. Professore buonasera,
    grazie per aver ricordato lo stato di abbandono delle nostre colline e montagne.Abbandono progressivo al quale nessuno sembra voler porre un limite. Riportare vita e lavoro in Appennino è tecnicamente e finanziariamente possibile.bastano idee e saperle realizzare.

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