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Le Public Utilities punteranno al modello di business “disruptive” delle Società Benefit

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“Non è imprenditore chi compie operazioni economiche, intendendo lucrarne profitto, 
bensì colui che introduce atti innovativi” Joseph Schumpeter.

Una delle principali sfide odierne, è quella di favorire nelle imprese una consapevolezza maggiore rispetto all’impatto delle attività che esse hanno in termini di sostenibilità socio-ambientale.

Oggi più che mai il bene dell’azienda è strettamente connesso con quello dei territori in cui opera e con quello delle loro comunità. Un modello virtuoso rispondente a questa urgente esigenza è quello della Società Benefit, che va oltre la veste giuridica dell’impresa tradizionale, per abbracciare motivi ancor più etici e sostenibili che la spingono a rimanere sul territorio. Si badi bene che non si tratta di una nuova forma giuridica societaria, ne’ di ente non profit, ma di una società “tradizionale” che sceglie di assumere la qualifica giuridica di società benefit così come previsto dalla legge 208/2015, che ne ha introdotto la normativa.

L’essenza della Società Benefit

In risposta alla teoria dell’economista Milton Friedman, per il quale la massimizzazione del profitto rappresenta l’unica “Responsabilità sociale d’impresa”, le imprese for-benefit lavorano anche per dare un futuro migliore al mondo. La loro mission è duplice: da un lato operano come un’impresa tradizionale secondo i dettami economici del capitalismo, ma dall’altro mirano a usare il business per creare un valore nel medio-lungo periodo e condiviso.

Le società benefit hanno la consapevolezza che non vi può più essere spazio per un’impresa che ignori la necessità di migliorare le condizioni di vita, ambientali e sociali del territorio in cui opera. Lo sviluppo sostenibile è un processo oggi necessario per migliorare le nostre condizioni di vita senza distruggere o danneggiare senza rimedio le risorse che utilizziamo, preservandole per la popolazione futura.

Il loro modello di business prevede legislativamente la peculiarità di avere un duplice scopo: quello di massimizzare il profitto per i soci, ma anche quello di prevedere nel proprio oggetto sociale e quindi nel proprio statuto delle attività con finalità di beneficio comune e quindi un’attenzione verso specifiche categorie di stakeholders.

Le Società Benefit “naturale” estensione delle Public Utilities

Questo modello virtuoso delle società benefit ben si sposa con la ragion d’essere delle Public Utilities, aziende di servizio pubblico,partecipate in tutto o in parte dallo Stato, che erogano prodotti e servizi sulla base del loro principio “naturale” di interesse pubblico e di utilità sociale. Vi è quindi un naturale nesso tra l’utilità sociale cui è improntato il modello di business delle utilities e le finalità di benefico comune incardinate nel modello delle società benefit. Ulteriore peculiarità della società benefit è quello di “dare valore” alla propria attività economica e di beneficio comune mediante la misurazione e la rendicontazione annuale dei propri impatti generati in un report da allegare il bilancio d’esercizio (da depositare presso il registro delle imprese) da pubblicare sul proprio sito così da soddisfare il requisito di operare in modo trasparente.

La sostenibilità è fare bene impresa con un impatto positivo sull’economia reale, è un valore che entra nei processi aziendali, nella cultura e nella governance. Le public utilities adottando il modello della società benefit e, pertanto, integrando lo sviluppo sostenibile nella propria strategia aziendale si impegnano a bilanciare le scelte per ottenere risultati e impatti non solo sul piano economico-finanziario, ma anche su piani ambientale, sociale e della governance, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente.

Uno dei motivi essenziali per scegliere di diventare società benefit è innanzitutto di generare valore non solo per i soci ma per la collettività e di preservare le risorse utilizzate. L’obiettivo è di superare il paradigma imprenditoriale estrattivo, cioè prendere input più di quanto si restituisce in output, a favore del paradigma rigenerativo, producendo elevato valore sociale, ambientale ed economico rispetto a quello usato per poter funzionare o, in altri termini, si creano più valore di quanto si distrugge.

Questo modello benefit di “fare bene impresa” potrebbe esser ben visto non solo dai consumatori/cittadini, ma anche dei potenziali investitori oggi sempre più attenti al rispetto dei valori ESG (Environmental, Social e Governance) garantendo anche i requisiti di responsabilità sociale e trasparenza.

Altro vantaggio dell’essere società benefit è che consente a imprenditori, manager, azionisti e investitori di proteggere la missione in caso di aumenti di capitale e cambi di leadership, crea una maggiore flessibilità nel valutare i potenziali di vendita e consente di mantenere la missione anche in caso di passaggi generazionali o quotazione in Borsa.

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2 COMMENTS

  1. Non abbiamo bisogno di individualità, quanto di modelli da gestire con competenza, integrità e visione da tutti coloro che hanno a cuore la vita delle aziende.

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