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Conflitti tra razionalità e emotività
Siamo in un passaggio storico molto importante, una situazione talmente complessa che non riusciamo più a capire il senso della politica mondiale, dei disastrosi cambiamenti economici e delle rivoluzioni geopolitiche che avvengono intorno a noi.
Per decenni siamo stati convinti che l’essere umano sia dotato di una forza di razionalità potente nel seguire precise regole economiche che definivano importanti decisioni, per poi scoprire che il comportamento economico umano è il risultato di un conflitto neurale tra razionalità ed emotività.
Praticamente un continuo fluire tra automatismo e consapevolezza, una oscillazione mentale che ha permesso di studiare e rendere concreti i dati tecnologici che produciamo, che sono analizzati e monetizzati per rendere reale una economia globale, un modo nuovo di generare “business”.
Stiamo assistendo ad una distruzione, subendo una pandemia, della quale conosciamo ancora molto poco, e inevitabilmente stiamo coltivando pericolosi sentimenti di paura e rabbia che prima o poi dovranno venire a galla.
Siamo in uno snodo cruciale nel quale la nuova realtà che si è creata, genererà un futuro completamente diverso anche da ciò che possiamo immaginare.
L’avanzata velocissima della tecnologia ci sta salvando da un’apparente distruzione del vecchio mondo, ma dobbiamo fare attenzione all’uso della parola apparente, perché nulla mai è come sembra, e il cambiamento in atto diventerà esponenziale, inevitabile e irreversibile.
La bellezza ci salverà
Dall’altra parte, il vecchio mondo cerca di ruggire come un leone ferito attraverso il concetto di estetica.
Quel concetto così caro a Dostoevskij nella sua citazione “la bellezza salverà il mondo”; poche parole che potrebbero ribaltare la scena.
Se avete tre minuti mi fa piacere se guardate questo video.
È la radice a produrre i nuovi semi, oppure abbiamo bisogno di semi per far nascere solide radici?
L’uomo, anche il più moderno, è nel suo profondo lo stesso di millenni fa. Deve fare esperienza per progredire. Senza esperienza non può venire in contatto con la conoscenza, certo potrà studiarla, capirla, ma non potrà discernerla per farla divenire parte di se’.
Quindi l’essere umano, con tutti i problemi complicati che si ritrova a gestire in questo nuovo decennio degli anni venti del XXI secolo, deve fare l’esperienza del bello per poter comprendere la complessità della quale fa parte?
La scienza e lo spirito si stanno riappacificando, stanno tornando a camminare ognuno al fianco dell’altro senza battibeccare. La bellezza, intesa quale sentimento morale di elevazione, e l’esperienza del bello, sono effettivamente capaci di modificare in meglio i molteplici aspetti dell’essere umano.
La bellezza è un’arma contro la paura, la rassegnazione, la mancanza di stupore, il cinismo e la curiosità, che è poi il vero motore che muove l’essere umano dalla sua condizione statica di pigrizia. Bellezza, critica e libertà sono valori imprescindibili per comprendere la democrazia.
La bellezza non ha un fine o un confine, essa è ovunque e non può essere catalogata, comprata o posseduta. Ed è proprio questa peculiarità che la rende infinita e libera. La Bellezza permette di sviluppare comportamenti di senso comune, di creare una coscienza morale divenendo linguaggio universale in grado di instaurare un contatto con i nostri simili in tutto il mondo.
E sarà sempre più accessibile grazie ai mezzi tecnologici che la connetteranno. Ovunque ci sia conoscenza e cultura c’è la resistenza all’oppressione.
La bellezza è una forza rigenerativa che troviamo nella natura, in un sorriso, nelle parole gentili, nell’accoglienza e nelle Arti. La bellezza è in grado di attraversare i millenni e i secoli, smuovere le coscienze di tutti i popoli e parlare un linguaggio che non ha confini di spazio e di tempo.
I telomeri, questi sconosciuti
Mi rendo conto che queste parole, all’apparenza, sembrano concetti di filosofia che non danno risposte ai problemi quotidiani. Praticamente è come raccontare un concetto astratto per positivi incalliti.
Ma è proprio per questo motivo, per non generare continue divisioni tra scienza e mente, che ho voluto guardare meglio nel mondo scientifico.
Dalla botanica alla più moderna neurobiologia vegetale, alla Neuro economia, scienza che mette in evidenza la relazione individuale con i processi decisionali nella soluzione di compiti economici, riuscendo a coniugare multi discipline quali, neurologia, psicologia, economia, sociologia, economia e matematica.
Il premio Nobel per la medicina nel 2009 fu assegnato a Elizabeth Helen Blackburn insieme a Jack Szostak e Carol Greider, in merito ai loro studi riguardo a come i cromosomi sono protetti dai Telomeri e dall’enzima dei Telomerasi.
Cosa c’entrano questi termini con il concetto di bellezza direte voi?
La rivoluzionaria scoperta fu quella dei Telomeri, dei cappucci che preservano il DNA dallo “sfilacciamento”. Praticamente i Telomeri sono come quei cappucci che, agli estremi delle stringhe da scarpe, evitano che i fili si sfilaccino.
Ma i Telomeri che sono alle estremità del nostro DNA si possono accorciare o allungare, e questo dipende anche dall’atteggiamento psicologico, dallo stress cronico, dall’alimentazione, dal buon sonno e dall’attività motoria che contraddistingue la nostra vita quotidiana, agendo direttamente su particolari strutture cromosomiche che determinano la nostra qualità, longevità ed aspettativa di vita.
Nel corso degli ultimi anni gli studi di Elizabeth Blackburn sono andati avanti con la psicologa Elissa Epel ed insieme hanno indagato la stretta relazione tra mente e corpo. La scoperta è stata che i Telomeri non prendono comandi solo dal codice genetico, ma subiscono l’influenza dei nostri pensieri e stili di vita. Quindi Conoscenza e Consapevolezza sono già dentro di noi. Abbiamo bisogno di imparare a conoscerli per coltivarli.
Il valore della cultura
La bellezza dell’arte può aiutarci ad apprendere come coltivare la conoscenza e la consapevolezza.
Siamo una nazione molto fortunata, abbiamo città che racchiudono tesori d’arte inestimabili, siamo una penisola con mare e monti di grande bellezza, una campagna invidiata e molto amata anche dagli inglesi (che in fatto di campagna sono grandi intenditori), con un clima mediterraneo che rende l’Italia uno dei paesi più desiderati al mondo da visitare.
Le nostre biblioteche e i nostri monumenti celano antichi manoscritti e preziosi simboli lasciati a memoria di conoscenza per i posteri. Una trasmissione di lungimiranza attraverso i secoli, l’antica conoscenza dell’Umanesimo del quale abbiamo bisogno per comprendere il concetto di bellezza e per uscire da questa pozzanghera nella quale il mondo si è arenato.
Tecnologia scienza ed arte
Creatività significa semplicemente collegare cose. Quando chiedi a persone creative come hanno fatto qualcosa, si sentono quasi in colpa perché non l’hanno fatto realmente, hanno solo visto qualcosa e, dopo un po’, tutto gli è sembrato chiaro. Questo perché sono stati capaci di collegare le esperienze e sintetizzarle in nuove cose.
Steve Jobs amava molto Firenze e la Toscana, tanto da studiare attentamente i nostri musei e monumenti.
Si dice che la famosa foto che lo ritrae per tutti gli eventi pubblici fosse stata ispirata dalla posa della statua di Machiavelli agli Uffizi.
Per la costruzione di tutti i suoi Apple Store del mondo, Jobs ha voluto che i pavimenti fossero in pietra serena proveniente da Firenzuola: “Sapendo che è la stessa pietra dei marciapiedi di Firenze, siamo sicuri che è in grado di superare la prova del tempo”.
La tecnologia da sola non basta, si deve incontrare, accoppiare, fondere con le Arti e le discipline umanistiche. Ed è da quel punto di incontro che impariamo a Ri-nascere.
Tecnologia, scienza ed arte per costruire nuovi ponti verso il futuro. La tecnologia è un nuovo mezzo velocizzato all’ennesima potenza al quale non deve essere permesso di inghiottire l’essere umano, non può farlo divenire solo un dato da analizzare per fini commerciali. Ma dal punto di incontro con la bellezza si può creare una energia dirompente che potrà fare la differenza tra ieri e il domani di questo secolo.
Una serie di suggestioni, collegamenti, interrogativi su che cosa può attenderci. Davvero un bell’articolo!
Daniele Corsini, grazie. Credo che tutto sia collegato senza che noi realmente ci rendiamo conto di ciò. Forse perché dovremmo imparare Ad abbandonare il nostro io, il nostro corpo e tutte le scorie di giudizi e pregiudizi al nostro interno, per essere osservatori di noi stessi e del mondo nel quale siamo immersi. Dividiamo e non uniamo, intuitivamente la forza dirompente la sento in quel nodo. Grazie