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Uscito il Bollettino Economico di Bankitalia, che botta per le banche

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Ricco di informazioni e dati e inusualmente lungo sulla situazione delle banche, così si presenta il Bollettino di Bankitalia. La mitragliata di numeri fa da cortina sulla reale condizione delle banche.

Si mostra che gli impieghi alle imprese nel periodo marzo-aprile-maggio sono aumentati dell’11 per cento su base annua, un valore stellare da primi anni duemila per le nostre malandate banche. Ciò’ grazie agli interventi della BCE e del governo che hanno messo a disposizione del settore ingenti risorse per contrastare gli effetti economici della pandemia.

L’analisi che si dovrebbe invece fare è di comparare la situazione economica e patrimoniale delle banche prima della pandemia e a maggio 2020, data cui si riferiscono le informazioni raccolte da Bankitalia.

L’immagine che si ricava è terribile. I prestiti sui dodici mesi aumentano pochissimo, intorno al 3 per cento per le imprese  e restano fermi per le famiglie. Vale a dire che a malapena si mantengono i livelli di erogazione, del tutto modesti, del primo semestre del 2019. All’opposto  aumentano le sofferenze e in misura notevole le rettifiche su crediti. La redditività si abbassa notevolmente per effetto anche della riduzione congiunta del margine di interesse e del margine di intermediazione.

Se tutto finisse oggi ci troveremmo con un sistema bancario in ginocchio, piegato dalla pandemia e dalla sua intrinseca e persistente fragilità.

Queste poche righe vogliono segnalare la necessità di comprendere quello che sta accadendo. Andrà tutto bene è uno slogan sicuramente empatico, ma del tutto erratico. Applicato alle banche poi da un messaggio di segno opposto. Con quello che si è visto dai tanti fallimenti bancari, quando “le cose andavano bene”, siamo a una situazione di difficile prospezione.

E anche in tempi di pandemia il ricordo di quello che è stato e’ drammaticamente presente non va dimenticato. Ci pensano i numerosi procedimenti penali sparsi per le corti di giustizia del paese a rinfrescarci la memoria.

Nel Corsera del Veneto dell’8 luglio 2020, si parla della lunghissima ispezione di Bankitalia alla Banca Popolare Vucentina, ispezione detta in gergo l’INCOMPIUTA, perche’, iniziata nel 2012, in realta’ non si e’ mai conclusa. Esilarante e’ il breve e inappuntabile resoconto della giornalista Benedetta Centin sulla testimonianza di Carmelo Barbagallo, all’epoca Capo della Vigilanza creditizia della Banca d’Italia davanti ai giudici a proposito delle cosiddette operazioni “baciate”. Erano si ricorderà i crediti concessi dalla Banca a propri clienti per acquistare azioni della banca medesima.

Non hanno visto gli ispettori quello che era palesemente davanti a loro, riporta la giornalista, perché, secondo la testimonianza del funzionario, i suoi colleghi erano intenti a misurare alcuni profili parziali della Banca popolare.

Come se una banca fosse costituita da tanti business separati, che non hanno rapporti tra di loro. Una ben strana spiegazione della relazione che lega il tutto alle sue parti.

La vicenda dell’udienza rievoca l’apologo evangelico di San Tommaso che, per credere, aveva bisogno di vedere. Forse questo è il motivo per cui l’austero burocrate, interrogato ora a Vicenza, è salito nel frattempo al vertice dei controlli antiriciclaggio delle finanze dello Stato del Vaticano.  Da lì godrà di un punto di prospettiva senza dubbio superiore. Sic transit gloria mundi.

Continuando così non andra’ mai tutto bene da noi, prima e dopo il virus. E quando gli slogan saranno passati, altre banche rimetteranno il conto alle esangui casse dello Stato.

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