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Unione Europea ed economia circolare: che cosa debbono sapere le imprese italiane

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Conoscere, comprendere ad anticipare futuri passi dell’Unione Europea in tema di Economia Circolare serve per trarre vantaggi competitivi.

Nel mese di Marzo 2020, la Commissione Europea ha adottato il nuovo piano dazione per l’Economia Circolare come componente chiave del nuovo Green Deal annunciato a fine 2019 dalla presidente Ursula von der Leyen.

La Commissione sostiene che per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 in tutta l’Unione Europea e rafforzare la competitività delle imprese, leconomia debba diventare pienamente circolare.

Il piano di azione per l’Economia Circolare, più nel dettaglio, elenca le iniziative per stabilire un nuovo quadro politico che renderà prodotti, servizi e modelli di business sostenibili la nuova norma.
Questo quadro politico verrà progressivamente attuato con misure sia generali sia specifiche per alcune filiere produttive. È quindi di fondamentale importanza per unimpresa essere aggiornata e consapevole dei futuri passi dell’Unione per far sì di anticipare quanto più possibile la normativa trasformando questa evoluzione in un vantaggio competitivo.

Il piano di azione si basa su alcuni aspetti chiave che guideranno le prossime iniziative legislative, riguardanti ad esempio la revisione della direttiva Ecodesign, del Regolamento Ecolabel e dei criteri per gli Acquisti Verdi (Green Public Procurement – GPP), in modo da costruire un unico e coerente contesto normativo.

A titolo di esempio, la Commissione nel futuro prossimo si adopererà per istituire il “diritto alla riparazione” e considererà nuovi diritti sostanziali per i consumatori le garanzie estese, la disponibilità di pezzi di ricambio o laccesso alla riparazione. Per quanto riguarda il ruolo che le garanzie possono avere nell’offerta di prodotti più circolari, la Commissione potrà modificare anche la direttiva 2019/771 relativa a determinati aspetti dei contratti di vendita di beni.

Da quello che emerge poi dal piano di azione, saranno messe in atto ulteriori misure specifiche per quelle che sono stateindividuate come principali catene di valore essenziali per questo cambiamento di prospettiva, ovvero: elettronica e TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione), batterie e veicoli, imballaggi, plastica, prodotti tessili, prodotti tessili, prodotti alimentari, acque e nutrienti.

Ad esempio, per il settore dell’elettronica e TIC, il documento annuncia iniziative normative più stringenti in grado di “standardizzare” i caricatori di batteria già dal 2020 e quindi consentire di diminuire i rifiuti elettronici prodotti in Europa.

Infine, nelle future politiche e normative dell’Unione, maggiore attenzione sarà posta sulla necessità di evitare i rifiuti e di trasformarli in risorse secondarie di elevata qualità che beneficiano di un mercato delle materie prime secondarie efficiente. Ad esempio, il piano di azione illustra chiaramente la necessità di agevolare la simbiosi industriale.

Il concetto di “simbiosi industriale” sottintende il coinvolgimento di industrie tradizionalmente separate con un approccio integrato finalizzato a promuovere vantaggi competitivi attraverso lo scambio di materia, energia, acqua etc. Entro il 2022, si evidenzia nel documento, verrà avviato di un sistema di comunicazione e certificazione sulla simbiosi industriale promosso dallindustria.

Per prendere visione di tutte le novità annunciate dal piano dazione per l’Economia Circolare e capire quali saranno i futuri passi dell’Unione Europea sul tema, è possibile visionare il documento per intero qui.

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1 COMMENT

  1. Bell’articolo che fa il punto sulla situazione. C’è da sperare che almeno l’emergenza Covid abbia convinto tutti sull’interdipendenza globale e sulla necessità di intraprendere da subito percorsi virtuosi che consentano di limitare scarti e rifiuti, trasformandoli – nel riciclo continuo – in nuove opportunità di lavoro per produrre anche ricchezza economica.

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