Diamo il benvenuto su Economia&FinanzaVerde a Biagio Cosma, esperto di pagamenti digitali.
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Il 24 luglio 2019 è stata costituita la società per azioni a capitale pubblico denominata PagoPA, gestore dell’omonima piattaforma di pagamento. Quest’ultima si definisce come “sistema di pagamenti elettronici realizzato per rendere più semplice, sicuro e trasparente qualsiasi pagamento verso la Pubblica Amministrazione”.
L’iniziativa merita la piena conoscenza del cittadino perché ne assicurerà i servizi di pagamento verso tutti gli enti pubblici, rappresentando l’unica quasi novità di sistema prodotta in questi ultimi anni.
Utilizziamo il “quasi” perché l’avvio del progetto risale al 2012, anno in cui, attraverso il D.lg. 22 giugno 2012 n. 83, viene istituita L’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) che getta le basi per la costruzione della piattaforma pubblica dei pagamenti.
Successivamente, in attuazione dell’articolo 5 del Codice dell’Amministrazione Digitale e del D.L. 179/2012, la gestione viene trasferita direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che nel 2015 nomina Diego Piacentini per due anni, poi Luca Attias per altri due, Commissari straordinari per l’attuazione dell’agenda digitale. Arriviamo così al 2019, anno in cui, per effetto del D.L. 135/2018 (cd Semplificazioni), convertito in legge il 12 gennaio 2019, si dispone la costituzione di PagoPA S.p.A., società che oggi opera sotto la guida della Presidenza del Consiglio dei ministri.
L’obiettivo di PagoPA, oltre alla diffusione di pagamenti digitali verso la Pubblica Amministrazione, è la gestione di progetti innovativi legati ai servizi pubblici proposti attraverso l’applicazione mobile “IO” e la piattaforma digitale nazionale dati (PDND).
Obiettivi importanti che ci auguriamo possano essere portati a termine nel più breve tempo possibile.
Analizzarne alcuni aspetti è utile per favorirne la comprensione; la diffusione avrà un effetto dirompente nel rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione.
Soffermando l’attenzione su alcune funzionalità di PagoPA, questa si configura come una piattaforma di interscambio a cui aderiscono liberamente i prestatori di servizi di pagamento (Banche, Poste italiane, istituti di pagamento e di moneta elettronica) e che, in modalità standardizzata, multicanale e multipiattaforma, invia i pagamenti disposti dagli utenti a tutti gli Enti creditori della Pubblica Amministrazione centrali e periferici.
Questo sistema mette il cittadino nella condizione di scegliere le modalità tecniche del pagamento, senza alcun vincolo legato allo strumento.
In questo modo qualsiasi strumento di pagamento si integrerà in un sistema di concorrenza aperto, libero e flessibile.
Dopo una serie di proroghe, il D.L. 162/2019 (cd Milleproroghe) all’art.1, comma 8 ha stabilito che il prossimo 30 giugno sarà la data ultima entro la quale tutti i prestatori di servizi di pagamento che vorranno intermediare pagamenti verso le pubbliche amministrazioni dovranno allacciarsi alla Piattaforma PagoPa e le pubbliche amministrazioni saranno obbligate ad avvalersene.
Qualche settimana fa sono stati pubblicati i dati trimestrali dai quali emerge un’adesione massiva di 388 intermediari fra banche, Poste, istituti di pagamento ed istituti di moneta elettronica. È un novero sufficientemente ampio per garantire ai cittadini la libertà di scelta del canale e dello strumento di pagamento. Per gli intermediari vi sarà il vantaggio di intercettare enormi volumi di transazioni da gestire digitalmente.
Una recente (Aprile 2020) novità riguarda il rilascio della prima versione dell’App IO, prodotto tramite il quale PagoPA ambisce a offrire un “unico punto di accesso per interagire in modo semplice e sicuro con i servizi pubblici locali e nazionali, direttamente da smartphone”, raccogliendo servizi, comunicazioni e pagamenti in un’unica app.
Attualmente i servizi messi a disposizione sono ancora pochi, ma il progetto prevede l’integrazione di una gamma sempre più vasta. Al momento, oltre ad un giudizio sulla praticità d’uso e sull’estetica, facile e gradevole, di più non è possibile dire.
Merita però un cenno la modalità di adesione tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE). Entrambi costituiscono la cd “identità digitale forte”, per garantire l’identità certa e la massima protezione dei dati individuali.
Auspichiamo quindi che nel prossimo futuro l’App venga popolata del massimo numero di strumenti utili ai cittadini.
Parallelamente a ciò, la sfida di PagoPA, sarà infatti quella di fare in modo che tutti gli enti della PA (comuni, regioni, società a controllo pubblico, gestori di pubblici servizi, sanità, ministeri, ordini professionali e quanto altro) apportino servizi sull’App IO.
Non sembri affatto cosa agevole, stante la grande frammentarietà che connota il Paese in termini di autonomia di scelta dei singoli enti in materia di applicativi informatici, gestionali tecnologici e organizzativi. Un vero ginepraio frutto di mancate scelte di indirizzo sul tema della informatica pubblica.
Dobbiamo infine interrogarci su un aspetto cruciale come la comunicazione. Riteniamo infatti che l’informazione e la formazione costituiscano aspetti di assoluto rilievo per la diffusione di tali progetti al fine della familiarizzazione da parte dei cittadini.
Non può sfuggire a nessuno la complessità della questione. Dobbiamo però apprezzare finalmente l’audacia di una sfida che non potrà che essere impegnativa, per la determinazione e la chiarezza di obiettivi che richiederà.
Si può dire con un pizzico di ironia: meglio tardi che mai!
Noi vorremmo ottimisticamente aggiungere che l’occasione ci proietterà finalmente in una modernità digitale sulla quale abbiamo fatto troppo spesso inutili e reboanti proclami.