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Il progetto Florence Toy Museum (FTM)
L’obiettivo del progetto è quello di dare valore storico–artistico al mondo del giocattolo vintage da collezione. Tutto questo per tornare a donare a Firenze lo spirito originale di chi ha fatto della musealizzazione il vessillo della città dei fiori nel mondo.
Come gli Uffizi sono stati uno dei primi musei di concezione occidentale della Storia, grazie alle collezioni dei Medici, e come il Museo Stibbert stesso (espressione somma di un unico collezionista), Florence Toy Museum si prefigge di far parlare di Firenze nel mondo con lo stesso spirito antico, ma in una veste del tutto moderna, entrando in competizione con altre capitali mondiali della cultura.
La materia del giocattolo d’epoca viene trattata con la stessa attitudine filologica dell’archeologia moderna. Solo questo può dare una giusta collocazione ai preziosi reperti del design e della creatività del Novecento, nonchè mostrare il blasone culturale che gli spetta.
STORIA DELLA COLLEZIONE RISTORI
Iniziai a collezionare nel lontano 1994, ancora teenager, per semplice spirito nostalgico riguardo al mondo della mia infanzia. Periodo di poco posteriore all’arrivo massivo dei manga in Italia, assai tardivamente rispetto all’invasione da parte delle serie animate e dei film giapponesi, da fine anni ’70.
Inizialmente il mio interesse si focalizzò su oggetti in medio stato di conversazione, non necessariamente completi o accompagnati dalle proprie confezioni originali, non avendo ancora un piano di acquisti collezionistico.
Senza quasi rendermene conto mi ritrovai ad esigere un certo grado di perfezione negli oggetti da me reperiti. In questa fase gli acquisti avvenivano in negozi dell’usato o in mercatini dell’antiquariato. Piano piano venni a scoprire che altre persone avevano iniziato questo tipo di collezionismo e, unitamente ad altri appassionati, cominciai a compiere scorribande alla ricerca dei pezzi più rari, mai aperti o giocati.
Con l’avvento di internet incominciarono anche i primi contatti coi collezionisti internazionali, sui primi forum specializzati, in prevalenza americani. Si venne a formare un network di collezionisti ed aprirono i primi siti dedicati all’argomento, contestualmente all’avvento di Ebay.
Questo portò anche alla creazione di un linguaggio quasi esoterico, di matrice anglofona dove termini come “M.I.B.” (ovvero “mint in box”–“nuovo in scatola”) o “loose” (a.k.a. “senza packaging”) la facevano da padrone. Iniziarono i viaggi nel paese del Sol Levante alla ricerca dei pezzi più rari, mai affiorati sul nostro mercato.
L’hype generato da questo nuovo mercato si estese anche ai giocattoli di matrice occidentale, in gran parte americani, ed io stesso cominciai ad approcciare questa macro area collezionistica. La consapevolezza di essere diventato un esperto del settore era ormai arrivata ed ogni acquisto veniva portato a termine scientemente.
Mi ritrovo ad oggi con una collezione imponente, vasta nel numero di oggetti (quasi 6000, contando i soli giocattoli) e nell’estensione delle aree di interesse. Il know how acquisito in 26 anni di collezionismo ha riguardato la lettura di pubblicazioni inerenti all’argomento e a temi attigui, il reperimento in prima fonte di informazioni tramite interviste, comparazione dei pezzi per evidenziarne varianti ed evoluzione, monitoraggio costante del mercato, estimo di altre collezioni e pezzi rari, catalogazione fotografica, ecc.
MUSEO STIBBERT E GENESI DI FTM
Non pago del bagaglio acquisito, ho deciso di condividere anche questi tesori del sapere col grande pubblico, tramite pubblicazioni e mostre curate dal sottoscritto.
Il mero collezionismo, scevro dalla contestualizzazione sociale, storica e culturale non mi ha mai appagato. Con questo spirito mi sono approcciato al Museo Stibbert, luogo dei sogni fin dalla mia infanzia, proponendo un progetto espositivo, avvallato con entusiasmo dal direttore, Enrico Colle.
Coadiuvato nella curatela da Riccardo Franci, curatore dell’armeria, ho avuto il privilegio di poter selezionare dalla sezione giapponese i pezzi che più si addicevano al tema della mostra “Robot Fever: il Samurai nell’era dei Chogokin” (4 Aprile 2017- 8 Gennaio 2018).
La mostra è andata oltre ogni più rosea previsione di accessi, con oltre 3000 presenze nelle sole prime due settimane di esposizione, convincedomi a fondare l’associazione culturale Florence Toy Museum, di cui sono presidente.
ROBOT FEVER
Non avendo preventivato durante la progettazione della mostra la redazione di un catalogo, mi sono convinto a produrre una pubblicazione, concordemente col Museo Stibbert, posteriore alla fine della mostra. Esce così il mio primo tomo: “Robot Fever” (Proteus, 2019).
Il libro parla del mondo dei samurai, che fu umiliato, sconfitto e sottomesso dalle grandi potenze colonialismo d’occidente. Saranno in seguito i manga e le anime sui Super Robot, a riportare in auge i valori di questi antichi guerrieri. La foggia delle armature si riplasma nelle moderne corazze degli eroi fantascientifici del Sol Levante, pronti ad inscenare nuove battaglie di ritrovata epica.
La cultura popolare italiana fu invasa prepotentemente da quella nipponica, per restare indelebilmente impressa nelle menti di tutti. La produzione ludica affascinò negli anni ’70-’80 i bambini che oggi, in quanto genitori, ripropongono ai figli i miti della propria infanzia, facendoli assurgere a vere e proprie icone.
I valori guerreschi dei samurai hanno sempre convissuto con l’armonia dello zen, riflessa nell’estetica dettagliata e poetica dell’arte, anch’essa rinverdita e veicolata dalle produzioni animate e relativi giocattoli.
RISONANZA MEDIATICA
Il meraviglioso rapporto con Stibbert ha fatto sì che Florence Toy Museum desse una dimostrazione della propria eccellenza nell’approccio espositivo. Sono seguite interviste e pubblicazioni su “National Geographic”, la tv nazionale giapponese Asahi TV, Rai2, Rai3, libri di altri autori, cataloghi di altre mostre, trasmissioni su svariati canali e inserzioni su siti internet di livello. Il palinsesto di iniziative di FTM diventa così molto corposo, ricevendo feedback positivi da attori importanti del mondo della cultura.
THE ART OF TOYS – FLORENCE BIENNALE
La mostra “The Art of Toys”, con relativo catalogo, all’interno della Florence Biennale 2019, segna un altro goal importante nell’ambito della ricerca artistica, design e nuove tecnologie ispiratesi al mondo ludico, vincendo ben 3 premi in cima al podio della sezione Design.
Questo evento ha portato anche alla creazione da parte nostra di un nucleo di ricerca sui metodi espositivi tecnologici in ambito museale, cosa molto importante dato che in questo modo siamo riusciti a far toccare alla nostra associazione tutto lo spettro che riguarda la cultura: una freccia che collega la filologia storica al mondo dell’innovazione.
IL MUSEO 4.0
Ogni ambizioso progetto ovviamente comporta un grande lavoro di progettazione e strutturazione, una costante dedizione alla comunicazione tramite varie piattaforme e relative strategie per veicolare al meglio la cultura al grande pubblico.
La genuinità delle fonti di informazioni altrimenti introvabili, frutto delle ricerche comparative costanti di una vita, è per me punto sostanziale di eccellenza. Siamo pronti a creare nuovi stilemi di alto profilo per la nascita di un museo 4.0