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Cosa è oggi un quotidiano?

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Per vari motivi ho assistito alla diretta televisiva del Forum sul futuro del giornalismo con i relatori indicati nella locandina sopra riportata. Gli interventi erano moderati dal Direttore di SalernoSera Andrea Manzi.

La registrazione è disponibile su Facebook SalernoSera e dura circa due ore. La consiglio vivamente a chi ha voglia di capire che cosa sia oggi il giornalismo e locale e nazionale.

Non trovate soluzioni all’evidente stato di crisi del settore, ma una serie di analisi, che trovo molto precise pur non essendo io un professionista, ma un semplice, quanto accanito, divoratore di quotidiani.

Hegel ha scritto che il giornale è la preghiera quotidiana del borghese. Fedele a questo slogan, prima di andare a scuola e poi prima di avviarmi a lavoro, sorseggiando un caffè e accendendomi una sigaretta, iniziavo a scorrere dapprima le pagine e i titoli più grandi, poi sceglievo gli articoli che mi interessavano.

Prima pagina, esteri, terza pagina, economia e sport una dietro l’altra le pagine mostravano un intero mondo, quasi un incantesimo che nessun altro media poteva offrirmi. Oggi il giornale lo compro raramente e se lo compro è per leggere la cronaca locale.

Vorrei sottolineare due o tre cose che mi hanno colpito nel dibattito.

Il giornale si produce senza qualità 

La prima è una breve lezione, quasi un cameo montato in un film, del dr. Manzi sul giornalismo prevalente oggi che, come ha ripetuto più volte, è un giornalismo senza qualità.

L’eco del romanzo interminabile di Robert Musil, scritto tra gli anni trenta e quaranta dello scorso secolo, è fortissima. E’ senza qualità per Musil l’uomo moderno, perché racchiude tutte “le non qualità” del suo tempo. E così è per il giornalismo di oggi che tende a privilegiare informazioni prive di reale interesse o scarso valore aggiunto. E’ dunque segno dei tempi.

E Manzi chiosa in modo paradossale che una notizia priva di qualità è una non notizia, del tutto inutile. Se un giornale è composto di notizie di bassa qualità, è un giornale inutile. Sicuramente lo è – e me ne accorgo da lettore – quando la redazione si limita a pubblicare i comunicati stampa di soggetti pubblici e privati, diventando cassa di risonanza di costoro.

E si distribuisce con artifizi

Altro aspetto che non conoscevo è legato alla distribuzione e alla vendita dei quotidiani e in genere della carta stampata. Il calo dei lettori si riflette ovviamente nelle difficoltà delle edicole che spesso, come accade a Salerno o in altre città, sono costrette a chiudere.

Ma non c’è solo questo perché la contrazione del volume d’affari dell’editoria si associa a conflitti dei distributori, tecniche predatorie nei confronti degli edicolanti, surrettizi tentativi di aumentare le vendite di questo o quel giornale. Entra di diritto in questa categoria la regola del pacco 49, incellofanatura di 49 giornali invece di 50, che come si può immaginare genera rapporti tesi di prima mattina tra il distributore e l’edicolante. Esilarante e tragico esempio della situazione, ascoltatelo nel video.

Non tutti i giornali sono uguali

Difficile, dunque, a giudizio dei più trovare una via di uscita e men che meno io saprei cosa suggerire. In fondo la crisi dei quotidiani riflette anche la crisi sociale in cui ci troviamo. Eppure i social e internet veicolano milioni di informazioni al giorno.

Per quel che ne so il New York Times rivoluzionando il proprio approccio editoriale vende più di prima, essendosi trasformato in una vera piattaforma editoriale che genera servizi informativi e culturali a livello mondiale.

Dal mio punto di vista, se dovessi dare un suggerimento preferirei  un giornale di poche, non tante pretese, qualità, con una linea editoriale chiara, cioè con una identità ben precisa. Linea radicata nelle convinzioni pluraliste della nostra società e della nostra cultura anche se non tutti, di necessità, devono riconoscersi e ritrovarsi.

Tematiche quali l’ambiente, l’ecologia, il risparmio consapevole, le imprese vicine al territorio possono avviare operazioni verità di cui abbiamo una terribile esigenza per contrastare le notizie senza qualità, che in definitiva rappresentano il rischio di oggi di vivere una vita senza qualità. D’altro canto non si può lasciare a qualche caso di giornalismo di inchiesta su specifici argomenti di rappresentarci la società. Perché un lettore di giornali ha bisogno soprattutto che qualcuno gli racconti con onestà intellettuale i tempi che è chiamato a vivere.

P.S.: La nostra piattaforma ha dedicato numerosi articoli alla crisi del giornalismo. La ricerca di un giornalismo di qualità è necessaria per avviare operazioni verità su tanti aspetti sociali ed economici della nostra vita collettiva: banche, risparmio, debito pubblico e altro ancora. A questa esigenza si contrappone il rischio di una deriva irreversibile innescata dalle fake news, cui abbiamo riservato un articolo specifico.

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