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Il comunicato dell’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento

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È con grande soddisfazione che pubblichiamo il Comunicato Stampa dell’APSP, che interviene con una proposta organica sul tema dei pagamenti elettronici, sul quale siamo in grave ritardo rispetto agli altri paesi europei. Essa recepisce anche i nostri suggerimenti contrari a qualsiasi imposizione in favore del riconoscimento di un credito di imposta a chi ricorre agli strumenti di pagamento diversi dal contante, con la copertura finanziaria che può essere agevolmente trovata nel gettito derivante dalla riduzione dell’evasione fiscale. Si veda su questa piattaforma “Lo Stato (di polizia) e il contante”. 

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PIMPINELLA (APSP): EVASIONE E PAGAMENTI, PROPOSTE A COSTO ZERO, STOP ALLA CONFUSIONE

“Non è riducendo le commissioni sul POS e sulle carte che aumenta il loro utilizzo”, puntualizza il numero uno dell’A.P.S.P. ,” anche perché i dispositivi per incassi e pagamenti sono sempre meno costosi ed alla portata di qualsiasi attività commerciale”.

Roma, 20 sett. – Il Centro Studi A.P.S.P. avanza proposte a costo zero per lo Stato immediatamente realizzabili. “Prendiamo spunto da altri paesi che le hanno già applicate”.
L’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento ‘scende in campo’ con un pacchetto di proposte volte a contrastare la piaga dell’evasione fiscale, far emergere l’economia sommersa e incentivare i metodi di pagamento elettronici liberando preziose risorse da destinare a infrastrutture, scuole, sanità e sociale.

La filosofia dell’iniziativa è ben precisa: nessuna guerra al contante e nessuna tassa sui prelievi, ma un uso sapiente della leva fiscale per favorire un progressivo cambiamento culturale.

“Giochiamo sempre con gli stessi soldi delle stesse persone di cui già conosciamo il profilo finanziario, diamo, invece, più servizi ai cittadini e, nel frattempo, realizziamo una serie di incentivi che si muovono su un doppio binario”, spiega il Presidente dell’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento (A.P.S.P.), Prof. Maurizio Pimpinella.

In primo luogo, l’incentivo all’uso dei pagamenti elettronici. “La misura di partenza è l’estensione dell’obbligo di qualsiasi sistema di incasso e pagamento elettronico a ogni licenza commerciale o altre attività di contatto con il pubblico. Sia presenti sia future”. Sottolinea Pimpinella, aggiungendo che “ad oggi, per esercenti e professionisti c’è solo un generico obbligo privo di sanzioni”.

Inoltre, “introdurre la previsione di un meccanismo premiante per il contribuente in base al suo livello di spesa e di reddito. L’esempio è quello greco (che ha già dimostrato di essere vincente) in cui il contribuente, per avere una detrazione fiscale su qualsiasi spesa , è tenuto a pagare con qualsiasi forma di denaro elettronico un ammontare stabilito in base alla propria fascia di reddito”.

“A questo proposito, il Centro Studi APSP sta elaborando una proposta dettagliata”.

“Non è riducendo le commissioni sul POS e sulle carte che aumenta il loro utilizzo”, puntualizza il numero uno dell’A.P.S.P. , “anche perché i dispositivi per incassi e pagamenti sono sempre meno costosi ed alla portata di qualsiasi attività commerciale. Sfatiamo quindi la leggenda metropolitana secondo cui i pagamenti elettronici in Italia sono più costosi che negli altri Paesi”.

“In secondo luogo, nella proposta che avanzeremo, l’emersione dei capitali sommersi potrà essere utilmente affrontata”. Osserva il Presidente. “A questo scopo, sarà possibile incentivare gli esercenti all’uso dei pagamenti elettronici applicando un’aliquota fiscale forfettaria, naturalmente inferiore a quelle attuali, sui fatturati incrementali realizzati con pagamenti digitali. Il sistema è semplice.
Tutto ciò che viene fatturato in più, rispetto all’anno di partenza della norma, ed è stato incassato con pagamenti elettronici, potrà essere tassato con un’aliquota ridotta”.
“Con l’emersione dei capitali sarà possibile reperire le coperture necessarie a finanziare dinamicamente il credito d’imposta di cui beneficeranno i contribuenti, dando impulso anche ai consumi”.

 

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L’ Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento nasce con l’obiettivo di favorire lo sviluppo, l’informazione e la conoscenza di tutte le procedure di incasso e pagamento, promuovendo l’attività di carattere culturale a essi connessa mediante tavole rotonde, convegni, conferenze, ricerche, pubblicazioni.
L’expertise di cui è forte l’Associazione è espressione di oltre 70 aziende leader di mercato, (tra cui Nexi, Telepass Pay, Sisal Pay, Carta LIS (Gruppo Lottomatica), Visa, Mastercard, Euronet, Diners, PayPal, Postepay di Poste Italiane, Banca 5 del gruppo Intesa Sanpaolo, Banca Sella, CheBanca!, Iccrea, Sia , TAS Group, Hera, Ingenico, Verifone, NTT Data, Axepta Gruppo BNP Paribas, Edenred, CSE, City Poste Payment, Iconto, Airplus, Cedacri, Depobank, Cabel, Factorcoop, Infocert, Pay Reply, Cerved Group, Epipoli, Crif, Ernst Young, HERA, ENEL, Experian, G + D, Hipay, Moneygram, Nordiconad, Bancomat spa e molte altre) ed è la prima nata e la più grande Associazione europea del settore per numero di membri, diventata negli anni un interlocutore importante per le Istituzioni cui collabora svolgendo un ruolo attivo nel processo legislativo e regolamentare, per creare un contesto favorevole allo sviluppo dei servizi e sistemi di pagamento.

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