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Per provare a spiegare in termini più accattivanti e meno aridi tematiche di carattere economico e finanziario diversi autori hanno fatto ricorso a esempi tratti da opere cinematografiche o musicali.
Due esempi autorevoli sono i libri di Marco Onado (Prendi i soldi e scappa. La finanza spiegata con i film) e di Federico Rampini (All you need is love. L’economia spiegata con le canzoni dei Beatles).
Abbiamo provato in qualche modo a seguirne l’esempio, con obiettivi e, soprattutto, con esiti molto più modesti. Il tentativo era quello di selezionare alcune canzoni che potevano essere citate in un piccolo manuale di educazione finanziaria.
In un primo momento, venivano in mente solo componimenti internazionali che richiamano esplicitamente il denaro: una per tutte Money dei Pink Floyd, con un testo ironico sull’ossessivo attaccamento ai soldi.
Poi abbiamo pensato che musica nostrana e finanza nostrana, qualche punto di contatto dovessero averlo.
Abbandonato il mondo anglosassone abbiamo trovato numerosi spunti.
D’altro canto l’Educazione Finanziaria sembra soprattutto un problema nostro, ancora avvolti in scandali e truffe (l’ultima è quella del gruppo Marenco, 4,5 miliardi dalle prime stime e, a quanto si dice, seconda solo a Parmalat, 14 miliardi di euro). E, trattandosi del gruppo proprietario del famoso marchio di cappelli Borsalino, ecco subito Giorgio Gaber con la sua Torpedo Blue “indosserò un bel doppiopetto ed un cappellone, come Al Capone”.
Non poteva mancare a questo punto una canzone appartenente alla tradizione napoletana.
Renato Carosone declamando allegramente “Vaco truvanno na casciaforte! E andivinate pe’ ne fá che? Non tengo titoli, non vivo ‘e rendita…” (titolo, ‘A Casciaforte) fa pensare ai casi dei risparmiatori disillusi non più propensi a ricoverare i propri averi in banca. Ma anche alla impossibilità di reperire cassette di sicurezza libere. Tutte impegnate a ricoverare contante a nero? Questo non è bello, finanziariamente educando!
Reminiscenze di gioventù hanno quindi richiamato alla mente frasi di altre canzoni, il cui uso richiede in verità accostamenti più arditi. Versi di Lucio Battisti sembrano volti a incentivare comportamenti oculati e prudenti nell’uso del denaro (“Al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”- Giardini di marzo), ora problema risolto (?) con il reddito di cittadinanza, ovvero a simboleggiare l’incertezza dei mercati e dei nostri contrasti con l’Europa ( “lo scopriremo solo vivendo” – Con il nastro rosa).
Ma del grande Lucio Battisti, va ricordata anche “Per una lira, mi vendo tutti i sogni miei” che prosegue “per una lira, ci metto dentro pure lei”, che all’epoca fece scandalo morale, non finanziario, però.
Ancor più audace può essere il richiamo a Senza fine di Gino Paoli, il cui titolo è evocativo dell’andamento del debito pubblico italiano.
Però non avremmo mai pensato che un caso di risparmio tradito ancora agli onori delle cronache (la vicenda dei diamanti acquistati in banca: cfr Le partite delle banche si allarga: bancari contro banchieri su questa piattaforma), potesse far includere nella lista di un ipotetico manuale di educazione finanziaria una canzone, che per il contenuto e il tono letterario, è quanto di più lontano si possa immaginare dal tema.
Una delle più conosciute melodie di Fabrizio de Andre’, “Via del campo” si chiude, infatti, con il famoso, poetico e diremmo, soprattutto, “profetico” verso “dai diamanti non nasce niente”… che oggi, in verità, ha trovato una sua smentita, perché qualcosa quelle pietre hanno fatto spuntare: “una lacrima sul viso” di tanti sfortunati acquirenti e lucrosi e per nulla trasparenti guadagni per le banche coinvolte.
In ogni caso, nessuno avrebbe mai immaginato che il grande cantautore Vasco Rossi (stando alla notizie di stampa, anche lui uno dei clienti raggirati nella vicenda) avrebbe finalmente provato gli agognati brividi di “una vita spericolata” solo dopo prosaici contatti con un funzionario di banca!
Vabbè una “vita esagerata”, ma forse finanziariamente un po’ più educata non avrebbe guastato…
Il Festival di Sanremo, che anticipa gli umori e le tensioni della nostra fantasiosa e controversa società, ha già chiuso la partita, con Mahmud, il vincitore di quest’anno. Che si è lasciato andare con
Pensavi solo ai soldi, soldi. Come se avessi avuto soldi, soldi”.
Come per l’ascolto dei brani musicali anche in finanza bisogna verificare la sussistenza di una melodia e diffidare da possibile accenno di stonatura 😉