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La cultura della sostenibilità si diffonde.
La Banca d’Italia, nel comunicato stampa diffuso il 15 maggio scorso, ha dichiarato la sua decisione di modificare le modalità di gestione dei propri investimenti finanziari.
Ciò avverrà attribuendo maggior peso ai fattori ESG (acronimo di Environmental, Social e Governance) che favoriscono una crescita sostenibile, attenta all’ambiente e alla società.
In tal modo la Banca d’Italia privilegerà, nelle proprie scelte di investimento, le imprese con le migliori prassi ambientali, sociali e di governance, che impiegano metodi produttivi rispettosi dell’ambiente, che garantiscono condizioni di lavoro inclusivo e attente ai diritti umani.
La decisione di privilegiare investimenti sostenibili è la conseguenza di una più attenta consapevolezza sulla necessità di ridurre costi e rischi che possono derivare da inappropriate condotte aziendali, con ricadute sul sistema economico e sulla stabilità finanziaria e crescita economica.
Vari studi empirici confermano che le imprese attente ai fattori ESG sono generalmente meno esposte ai rischi operativi, legali e reputazionali e sono più orientate all’innovazione e all’efficienza nell’allocazione delle risorse. Pertanto, queste imprese son valutate più interessanti da investitori e beneficiano di un minore costo del capitale. Per tali ragioni, appare quanto mai necessario valorizzare la responsabilità sociale delle imprese e migliorare la gestione del rischio finanziario e reputazionale, e contribuire così all’attuazione dell’Agenda 2030 e ai sui 17 SDGs.
Strategie di investimento
Nel documento di approfondimento, dopo una spiegazione tecnica dei criteri prescelti e delle conseguenti variazioni di portafoglio nel patrimonio della Banca, si indicano anche le iniziative che verranno prese in futuro:
“La Banca d’Italia intende proseguire il percorso di miglioramento dei profili Esg del suo portafoglio azionario e condurre approfondimenti per estendere l’adozione dei criteri Esg anche agli investimenti in obbligazioni societarie. La Banca è infine impegnata ad accrescere la sensibilità del mondo finanziario verso obiettivi socialmente responsabili anche attraverso la partecipazione in organismi internazionali. Essa aderisce al Network for Greening the Financial System, costituito alla fine del 2017 da alcune delle principali banche centrali e autorità di supervisione del mondo; il Network coordina iniziative di studio e scambi di esperienze sulla gestione del rischio ambientale e climatico nel settore finanziario e svolge un ruolo di catalizzatore della transizione verso un’economia sostenibile.Inoltre la Banca d’Italia per essere trasparente fornirà un’informativa periodica sui risultati raggiunti, al fine di rendere note le proprie iniziative nel campo degli investimenti sostenibili.”
La sostenibilità è nell’interesse delle imprese
Le imprese devono porre attenzione al cambiamento climatico per mitigarne l’impatto finanziario, per evitare possibili rischi sul futuro approvvigionamento finanziario sui mercati. I grandi investitori istituzionali, ormai guardano con diffidenza chi non inserisce il climate change nella gestione dei rischi e non pone attenzione riguardo ai temi della sostenibilità.
Le imprese dovranno adottare buone pratiche che portino a modificare rapidamente stili di vita e di consumo, il modo di produrre, il modello economico tradizionale, ad esempio è prioritario ridurre gli sprechi, utilizzare energie rinnovabili, ottimizzare i processi produttivi, organizzare la logistica in chiave più sostenibile. Se al cittadino si chiede di cambiare il proprio stile di vita per renderlo più sostenibile, alle aziende si chiede di modificare il modo stesso di fare impresa, con l’adozione di business model orientate alla sostenibilità. Tra le imprese innovative e virtuose rientrano le società benefit che integrano nel proprio business model anche una strategia volta a raggiungere impatti positivi sulla società e sull’ambiente.
Inoltre, le istituzioni non possono esimersi dall’avere un ruolo fondamentale per promuovere e realizzare politiche e azioni che favoriscono la riduzione o l’eliminazione di impatti negativi sull’ambiente e sulle persone.
Ho letto con meraviglia il fatto che ormai la BI è più sensibile all’ecologia che ai suoi compiti istituzionali. Magari fare l’uno senza trascurare l’altro …… chissà?