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La drammatica situazione della Banca Popolare di Bari

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Riceviamo e pubblichiamo volentieri il  comunicato sindacale sulla situazione aziendale della più grande banca del Meridione:la Popolare di Bari.

Nei giorni scorsi è stato reso pubblico il primo dato ufficiale che, con la lampante evidenza dei numeri, indica quanto sia grave la situazione del Gruppo BPB: la Banca Popolare di Bari chiude il bilancio 2018 con trecentosettantadue milioni di euro di perdita, un risultato negativo senza precedenti nella storia di questa azienda.

Un risultato che dimostra come nel corso degli ultimi anni il top management tutto, nei continui avvicendamenti al vertice, abbia operato scelte sbagliate e condotto un’errata gestione.

Erogazione dei crediti – decisa agli alti livelli – poco accorta, politiche commerciali forsennate, hanno condotto il Gruppo nell’incerta situazione in cui si trova.

L’azienda versa in uno stato di profonda confusione e disorganizzazione e nessuno nei ruoli apicali pensa a rispettare le norme basilari che regolano il rapporto di lavoro e le relazioni industriali.

Leggiamo sui giornali delle preoccupazioni dei e per i risparmiatori, preoccupazioni che condividiamo del tutto come cittadini di questo Paese, e delle attese del mercato sui piani di rilancio.

Apprendiamo sempre da notizie di stampa e da comunicati aziendali di un piano industriale 2019-2023.

Dalla intranet aziendale, per il tramite di un job posting, veniamo a conoscenza della futura creazione di un ufficio che si occuperà del piano industriale.

Di tutto questo non è stata data la benché minima notizia alle OO.SS. violando le procedure previste.

Violazioni, queste, sanzionabili in tribunale.

E, mentre la narrazione e l’attenzione sono concentrate su questi temi, vi è un unico elemento del tutto misconosciuto e ignorato, i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo – i grandi assenti appunto – nonostante l’impegno profuso per far sì che l’azienda rimanga produttiva e nonostante siano stati il soggetto che in prima persona ha affrontato la delusione, la rabbia e, a volte, la disperazione dei risparmiatori “traditi”.

I dipendenti del Gruppo BPB sempre più di frequente sono vittime di aggressioni anche fisiche, spesso citati in ingiuste cause, proditori procedimenti penali e, come se non bastasse, destinatari di contestazioni disciplinari.

Nessuno si preoccupa dei dipendenti, anzi nemmeno si parla di loro, che rischiano di diventare i capri espiatori del difficile momento che la Banca sta attraversando.

A questo gioco

NOI NON CI STIAMO
Difenderemo con tutti gli strumenti a nostra disposizione i diritti e i posti di lavoro dei più di tremila dipendenti del Gruppo.

Non si può pensare di risolvere questa crisi facendone pagare, ancora una volta, il prezzo a lavoratori e lavoratrici.

Tuteleremo la stabilità occupazionale nel Gruppo BPB fondamentale per gli oltre tremila dipendenti e le loro famiglie ma anche per l’economia dei territori.

Al top management aziendale chiediamo CORRETTEZZA, COERENZA, CHIAREZZA, caratteristiche difficilmente riscontrate contemporaneamente nella lunga storia della Banca.

Correttezza nel trattamento dei dipendenti e nelle relazioni industriali, coerenza nella direzione aziendale, chiarezza nel percorso che si vuole intraprendere per uscire dalla profonda crisi in cui versa il Gruppo.

VICINI AI LAVORATORI DISTANTI DAL RESTO

Bari, lì 17 maggio 2019

Segreterie OdC
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
Gruppo Banca Popolare di Bari

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