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Elzeviro su Enria e la vigilanza bancaria

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Andrea Enria - Capo della Vigilanza della BCE

Tempo di lettura: un minuto. Leggibilità ***.

Ma che so’ Pasquale? ripeteva il grandissimo Totò in una famosa gag.

E’ venuto in mente ieri 4 maggio ascoltando il dr. Enria, neo Capo della vigilanza bancaria e finanziaria europea, il quale, durante la breve apparizione su Sky Tg Economia, ha dato un fendente non da poco. Alla maliziosa domanda del giornalista sulle cause delle crisi bancarie in Italia, il Capo del Consiglio di Vigilanza della BCE ha elencato tre fattori.

Essi sono: cattiva gestione da parte dei manager bancari, recessione economica e inefficacia della vigilanza della Banca d’Italia. Fuoco amico si direbbe, dato che Enria ha lavorato per oltre un decennio proprio in Banca d’Italia.

Parole come pietre che riaprono il dibattito sulla Banca d’Italia dopo le recenti e tormentate nomine al vertice e dopo che, negli ultimi due anni, l’Istituto, insieme a prestigiosi giornalisti, ha incontrato gli italiani in varie città, per spiegare le tante funzioni svolte e che è stato fatto tutto il possibile per evitare il tracollo delle molte banche andate in dissesto.

Tentare una sintesi razionale non è possibile. Vorrei evidenziare però tre punti incontrovertibili.

Il primo è che sembrano esistere due vigilanze, una europea molto efficace e una domestica meno efficace. La seconda è una sorta di vigilanza sovranista?

Il secondo si chiede il perchè nel Direttorio non vi è nessun componente espressione degli uffici di Vigilanza, come se fosse in atto una presa di distanza dai responsabili della struttura. Se fosse vero, sarebbe grave e comunque l’Istituto dovrebbe spiegare come mai da anni i vertici sono appannaggio dell’Ufficio Studi.

Il terzo riguarda le prospettive di chi lavora in Vigilanza. Difficile pensare a un prestigioso traguardo all’interno del Direttorio e quindi, raggiunti certi livelli apicali, non pagano più l’impegno e le competenze maturate. In aggiunta c’è il rischio di rappresentare un facile bersaglio alle critiche dei risparmiatori e della politica. E ora subire anche gli effetti del fuoco (ex) amico del dr. Enria, di passaggio al convegno di Firenze sullo Stato dell’Unione Europea.

Forse l’esternazione di Enria era solo una voce dal sen fuggita. O forse non è il tempo delle domande.

 

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1 COMMENT

  1. Puo’ capitare, come per questo articolo, di poter leggere per una volta quello che si pensa. Nel caso non interviene la metodica matematica assunta dai social che tende ad accomunare idee di soggetti secondo un algoritmo esclusivamente aggregativo. Occasioni come queste consentono di verificare la valenza del proprio pensiero indipendente e possono magari infondere coraggio per esternarlo. Comunque, in ogni caso, costituiscono eccellenti occasioni per il sano recupero dell’autostima.

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