Un atto “quasi politico”
“Medium” è la più bella realtà della nuova editoria.
Non solo perché non ha pubblicità, non tanto per la pubblicità in sé, quanto per quello è costruito intorno ad essa. Ma soprattutto perché il suo modello di contenuti premia e sprona i comportamenti corretti e esige una determinata etica da parte di chi ha da dire qualcosa sviluppando un ragionamento, come avveniva nell’Accademia platonica di Atene.
Se entri in un ambiente pulito, ben tenuto, ordinato e civilmente disposto, difficilmente ti viene di buttare la carta per terra o sporcare i bagni. L’ambiente che comunica rispetto, in genere, riceve rispetto. “Medium” è costruito intorno a questa reciprocità di rispetto che dovrebbe essere normale, ma che nel ciberspazio non lo è affatto.
È come se “Medium” fosse stato creato da qualcuno che, venendo da una esperienza distopica, ha un’idea precisa dei comportamenti che vuole sradicare e di quelli che vuole instaurare.
E in effetti, Ev William, il fondatore di “Medium”, è uno degli artefici di quella che lui stesso ha finito per riconoscere come una sorta di creatura distopica, Twitter.
Williams, che proviene da una famiglia di agricoltori del Nebraska, rimane tutt’oggi il maggior azionista individuale del microblogging e siede nel consiglio di amministrazione.
Però, in una intervista al “New York Times”, rilasciata subito dopo le elezioni presidenziali, ha espresso il suo disgusto per la piega che ha preso Internet sotto il dominio dei social media. Ha detto al quotidiano di New York senza misurare le parole, malgrado la sua natura mite e misurata:
Pensavo che il mondo sarebbe automaticamente diventato un posto migliore se chiunque avesse avuto la possibilità di esprimersi liberamente e scambiare idee e informazioni. E invece mi sbagliavo… Twitter ha messo Trump alla Casa Bianca… Chiedo scusa.
La parola al centro del sistema comunicativo
Dalla presa di coscienza che “Internet si è rotto” è nato il nuovo progetto di Williams. Quello di ridefinire un nuovo modello di media in un ambiente schiacciato dalle fake news e dai contenuti senza valore. “Uno spazio per leggere e scrivere e poco altro, con le parole al centro”.
Ed ecco proprio quello che vuole essere “Medium”.
Il progetto, avviato nel 2013, ha suscitato non poche perplessità, e anche scetticismo e ironia (l’hobby di Williams, il “vanity project”), ma anche un certo rispetto.
Robinson Meyer su “The Atlantic” ha definito Williams il “Forrest Gump di Internet”.
Al di là delle ottime intenzioni, di cui è da sempre lastricata la strada dell’Inferno, “Medium” ha saputo costruire un modello che funziona bene sul piano dei contenuti di qualità.
Soprattutto perché sa miscelare bene le tre fonti di cui sia avvale: gli autori indipendenti che pubblicano spontaneamente, gli autori a cui la redazione commissiona temi e infine i contributi delle grandi testate giornalistiche.
E inizia anche a funzionare sul piano della sostenibilità del business, perché nessuno vuole che i contenuti divengano un atto di mecenatismo da parte dell’un percento o un mero veicolo per aggregare big data.
È un modello strutturato e complesso non facile da discernere in tutte le sue articolazioni che riguardano i lettori, gli editori, ma anche e, soprattutto, gli autori. Nelle righe che seguono è proprio Ev Williams a illustrarcelo.
In “The rationalization of publishing”, ho sostenuto che gli abbonamenti per l’editoria su vasta scala sono inevitabili — e questa è una buona cosa. Ora descriverò l’approccio unico di “Medium” a questa tendenza.
Crescita degli abbonati a Medium
Innanzitutto, per chi non lo sa, “Medium” ha un’offerta di abbonamento denominata Medium Membership. È stata lanciata poco più di un anno fa con un buon successo.
Credo molto nei bundle e sono convinto che i pacchetti rappresentino una parte importante nel futuro della monetizzazione dei contenuti.
Ci abbiamo messo un po’ a capire e a mettere in atto le azioni che hanno dato il via a questo trend. In realtà queste azioni sono sostanzialmente due:
1. Mettere i post migliori dietro un metered paywall (accesso libero ad un numero limitato di articoli al mese e poi richiesta di abbonamento per leggerli tutti).
2. Aiutare i lettori a trovare le storie a cui sono interessati.
“Medium” ha un modello di abbonamento simile a quello di altre testate, come il “Washington Post” o il “New Yorker” — e persino simile a quello di Spotify e di Netflix.
Vendiamo contenuti agli abbonati. Come la maggior parte dei siti a pedaggio, offriamo gratuitamente alcune storie (al momento, sono tre al mese). Ma, a differenza della maggior parte delle pubblicazioni a pagamento, ci basiamo esclusivamente su abbonamenti senza pubblicità e abbiamo un mix di contenuti originali e non originali. “Medium” è anche una piattaforma aperta. Il che lo rende diverso dalla maggior parte dei prodotti ad abbonamento premium — tranne Spotify e gli altri servizi musicali. Chiunque può caricare un post ed, eventualmente, ricevere un compenso per il suo lavoro.
Molti di questi aspetti non sono, se presi da soli, unici di quel modello. Ma la loro combinazione crea una formula efficace e originale.
Offriamo molto per poco
“Medium” propone uno dei più grandi pacchetti di contenuti originali del suo genere, quindi è un ottimo investimento per i lettori.
Ed è sicuramente anche il modo più semplice per compensare direttamente la scrittura, con la conseguenza che potremmo avere una crescita significativa delle persone che decidono di scrivere per “Medium”
Accogliamo storie ed idee da qualsiasi parte provengano
Spesso parlo di “Medium” come un sistema per muovere idee tra i cervelli. Si potrebbe dire la stessa cosa della maggior parte di Internet, ma “Medium” è specializzato in idee che richiedono un po’ di spazio e di riflessione, “un pensiero intelligente sulle cose che contano” (smart thinking on things that matter). E se questo è il punto, perché limitare la sorgente del pensiero intelligente a coloro che lavorano con te o che già conosci?
Ogni settimana più di 50.000 scrittori pubblicano un pezzo su “Medium”. Sono politici, professori, cantastorie, esperti in un qualche campo e persone che non si sono mai sentite nominare. Le migliori di queste storie contengono conoscenza e intuizioni che non possono essere trovate in nessun’altra parte. Siamo orgogliosi di offrire condizioni di parità a queste voci diverse che provengono da tutto il mondo e vogliono essere ascoltate. Curando e organizzando queste storie, costruiamo l’equivalente di una pubblicazione che contiene più idee e talento di ogni altra ed è in continua crescita.
Per quanto riguarda il modello di business, un sottoinsieme delle storie pubblicate su “Medium” è dietro il paywall e contribuisce al nostro programma di abbonamenti. Il nostro Programma Partner è progettato per venire incontro a scrittori ed editori che desiderano essere pagati per il loro lavoro.
Il nostro team commissiona storie originali e promuove le migliori
Non abbiamo scrittori nel nostro staff e non abbiamo intenzione di aggiungerne alcuno (eccetto che per il marketing). Tuttavia, abbiamo un team editoriale in crescita che sta commissionando articoli di livello mondiale a giornalisti e autori professionisti. Il team sta inoltre collaborando con alcuni degli scrittori più autorevoli del mondo per progetti ambiziosi (come quello che abbiamo appena realizzato con Roxane Gay).
Abbiamo anche scoperto che molti grandi scrittori — in particolare, persone che sono degli esperti nel loro campo — stanno già scrivendo su “Medium”.
Dal momento che qualche piccola miglioria editoriale — un titolo migliore, qualche immagine efficace, una correzione di stile — può aiutare le storie a raggiungere ancora più persone, stiamo collaborando con gli autori per portare il loro lavoro a un livello superiore e aiutarlo a ottenere il pubblico che merita.
Questo è un modo molto efficace per avere storie di qualità, storie più professionali.
Collaboriamo con gli editori dentro e fuori la piattaforma
Il nostro obiettivo è offrire la migliore scelta di storie intelligenti. Non ci interessano le notizie. Per fare questo, dobbiamo andare oltre ciò che il nostro team editoriale e gli scrittori creano spontaneamente sulla piattaforma e collaborare con altri editori. Ciò avviene in due modi.
Innanzitutto, ci sono centinaia di piccoli editori che realizzano lavori originali. Alcuni di questi sono già nel nostro Programma Partner. Il che significa che pubblicano le loro storie dietro il nostro paywall e ricevono un compenso. Lavoriamo con alcuni di questi editori per progetti originali (come la grande serie sulla politica californiana).
In secondo luogo, prendiamo in licenza i contenuti dalle testate che non sono nel nostro Programma Partner. In questo modo, diamo ai nostri lettori una selezione accurata di storie eccellenti che possono essere lette nel nostro ambiente privo di annunci pubblicitari.
Utilizziamo la personalizzazione per offrire il meglio a ogni lettore
Infine, un elemento chiave del nostro modello — e un elemento di differenziazione per noi — è la personalizzazione. Serviamo una vasta gamma di interessi — e serviamo molti di questi interessi in profondità. Raccogliamo dati — sia dati espliciti (che otteniamo quando i lettori scelgono specifici argomenti e determinati scrittori) sia dati impliciti (che otteniamo dalle scelte di lettura) — al fine di suggerire storie a cui pensiamo che il pubblico potrebbe essere interessato.
A differenza della stragrande maggioranza degli editori, non vendiamo mai i dati a terze parte o cediamo l’attività dei lettori per costruire della pubblicità.
Inoltre, a differenza di come funziona la maggior parte di Internet, non portiamo in evidenza solo le attività più recenti. Le persone vengono su “Medium” per cercare una riflessione sulle cose che gli stanno a cuore.
Se l’interesse, ad esempio, è l’imprenditorialità o le relazioni sociali, è molto improbabile che la cosa migliore da leggere sia quella pubblicata nelle ultime 48 ore. Ma la maggior parte di Internet tratta tutto ciò che non è nuovo come un frutto andato a male. Questo è un enorme danno per lettori e scrittori. Incoraggia le persone a investire il loro tempo sulle novità piuttosto che sul valore e scoraggia i creativi dal concentrarsi in attività a valore duraturo.
Abbiamo risolto questo problema proponendo storie basate sulla loro rilevanza effettiva, non sulla loro data di pubblicazione. Alcuni argomenti richiedono più aggiornamento di altri, ma se arrivano storie più vecchie sui feed è perché hanno superato la prova del tempo.
Un grande vantaggio di questa scelta è che “Medium” e gli autori che fanno un investimento sul loro lavoro, possono ammortizzarlo in un lasso di tempo più lungo di un giorno. Significa anche che possiamo disporre di una libreria di storie in continua crescita a cui gli abbonati possono avere sempre accesso (rendendo così il loro abbonamento un affare migliore ogni giorno che passa). Questo è uno dei principali motivi per cui la crescita degli abbonati e in forte accelerazione — e stiamo solo grattando la superficie.
Ecco come funziona “Medium” oggi. E sta funzionando bene. Una cosa che non ho menzionato è che tutte le attività di “Medium” stanno crescendo, non solo il numero degli abbonamenti. Non usiamo quest’ultima come unica metrica, ma spesso ci viene chiesto per scopi di comparazione. Abbiamo raggiunto gli 80 milioni di visitatori unici negli ultimi 30 giorni. Con questi meccanismi di base in azione, possiamo continuare a crescere e investire, il che ci permetterà di fare un lavoro migliore al servizio di lettori e scrittori.
Dobbiamo migliorare la qualità e la rilevanza
Il nostro compito più importante è di offrire ai lettori grandi storie. E abbiamo grandi storie. Ma ne abbiamo anche altre che non lo sono. E non sempre riusciamo a far emergere le migliori. Siamo ossessionati dall’idea di portare le cose di qualità migliore all’attenzione delle persone — così come ciascuna persona vorrebbe trovare. Sappiamo che c’é un modo per realizzare questa intenzione.
Uno dei grandi insegnamenti che abbiamo appreso lo scorso anno è che è possibile misurare e ottimizzare algoritmicamente il coinvolgimento, così come fanno tutte le piattaforme pubblicitarie.
Non è, però, la stessa cosa del dare valore dell’utente.
Un altro modo è che possiamo usare gli algoritmi per capire quali storie avranno più lettori, ma abbiamo ancora bisogno del giudizio umano per sapere davvero se sono veramente buone (accurate, utili, ben scritte, non solo marketing mascherato da storie…).
Vogliamo promuovere la qualità. Stiamo anche ristrutturando la parte algoritmica dei nostri sistemi di raccomandazione, per dare ai lettori più di ciò che vogliono e meno di ciò che non vogliono.
Dobbiamo rendere l’esperienza utente sempre più semplice e diretta
È passato un po’ di tempo da quando abbiamo revisionato seriamente il design di “Medium”, dall’interfaccia utente, all’app e al codice sottostante. Faremo dei rimodellamenti importanti nei prossimi mesi. Revisioneremo anche alcune parti della nostra infrastruttura tecnica per rendere il sito più veloce (e, per i nerd, più veloce da sviluppare).
Ciò dovrebbe interessare marginalmente il lettore a meno che non discrimini sulla base della velocità e dell’efficienza, e a meno che non sia un ingegnere o uno sviluppatore che vuole aiutarci.
Con l’aumentare della nostra base di abbonati, crescerà anche il nostro budget per i contenuti. Continueremo a investire nei modi già sperimentati: attraverso il Programma Partner, commissionando direttamente storie o tramite partnership con gli editori. In ogni caso, cercheremo di rendere la qualità sempre più alta.
Guardiamo un po’ più lontano
Voglio menzionare altri due obiettivi che abbiamo all’orizzonte.
Non sono ancora del tutto definiti, ma ci siamo dati lo scopo di raggiungerli in tempi ragionevoli:
? Strumenti di collaborazione: fin dai primi giorni di “Medium”, siamo stati convinti che le persone, insieme, creano cose migliori di quelle che possono fare da sole. E in una certa misura l’abbiamo verificato, ma ora vogliamo fare molto di più. Anche per il fatto che le storie pubblicate sono opere collettive. Il processo di pubblicazione potrebbe essere notevolmente migliorato dalla collaborazione tra la struttura redazionale e gli autori.
? Audio: Vediamo l’audio come un formato altamente complementare per condividere i tipi di storie di cui “Medium” va fiero. L’anno scorso abbiamo iniziato ad aggiungere una narrazione audio ad alcune delle storie migliori. È ancora una caratteristica minore, ma sta aumentando di popolarità e c’è un sacco di lavoro ancora da fare su contenuti che vorremmo far anche ascoltare.
È stato un anno indiavolato per “Medium”, pieno di crescita e di insegnamenti. Sono fortunato a lavorare con un team impegnato a fare le cose per bene e a farle nel modo giusto. Siamo molto fiduciosi del futuro.
Se sei uno scrittore o un editore che vorrebbe collaborare con noi, ti preghiamo di contattarci. Se sei un ingegnere, un designer o uno sviluppatore che vorrebbe lavorare con noi, ti preghiamo di contattarci.
Come lavora il team editoriale
E Siobhan O’Connor ha spiegato altre peculiarità di Medium nel rapporto con gli autori.
Come molti di voi hanno notato, negli ultimi mesi abbiamo sviluppato un team di redattori e curatori all’interno di Medium. Questo è molto importante. Il nostro obiettivo è semplice: portare storie sempre migliori di fronte ai nostri lettori e, in particolare, ai nostri abbonati.
Gli autori hanno differenti motivazioni, quindi lavoriamo con loro in modi diversi. Alcuni scrittori vogliono lavorare con un editor, altri no. Altri desiderano raggiungere il maggior numero possibile di persone. Altri mirano a raggiungere un pubblico mirato e di nicchia oppure i loro colleghi di settore. Alcuni, ma non tutti, vogliono guadagnare soldi dal loro lavoro.
Quindi il nostro team editoriale è versatile e variegato. Alcuni, nel nostro gruppo, hanno il compito di commissionare le storie. Abbiamo editorialisti che scrivono pezzi esclusivi, come la scrittrice femminista Jessica Valenti e il tecnologo e massmediologo Douglas Rushkoff. Commissioniamo anche reportage, saggi, approfondimenti e opinioni. Abbiamo appena pubblicato un intero libro. Infine, ci piacciono molto le raccolte di “Medium”; hanno una logica intrinseca che è interessante per i lettori (e sono anche divertenti da mettere insieme per gli editor). Puoi trovarle qui.
Il modello di business di Medium è progettato per servire scrittori e lettori — tutto qui.
Oltre i post
Nel magazine “Medium”, lanciato a giugno 2018, c’è un nuovo tema ogni mese — come “Il futuro dell’uomo” nel mese d luglio e “Viaggio nel potere” in quello di ottobre .
Pubblichiamo articoli di giornalisti e storie di scrittori che ammiriamo. Abbiamo creato anche collezioni tematiche, come “The Crypto Collection”, “Alle soglie dell’età adulta”, or “L’arte della programmazione”. Molte di queste raccolte contengono sia storie appositamente commissionate sia storie pubblicate sulla piattaforma (comprese quelle degli scrittori che si auto-pubblicano su “Medium”).
Uno degli aspetti più interessanti è il crescente team di redattori dedicato a setacciare ogni giorno le storie autoprodotte su “Medium” per trovare le voci più interessanti da condividere con i lettori. Quando si trovano storie che ci convincono, cosa che accade molto spesso, raggiungiamo direttamente il loro autore.
Ci occupiamo del suo pezzo a vari livelli. Oltre a fornire un servizio di copyediting e di supporto alla produzione, provvediamo a promuoverlo. Molte di queste storie vengono anche inserite nella home page e nell’app o incluse in raccolte tematiche, insieme alle altre storie commissionate dal team editoriale.
Alcuni di questi scrittori indipendenti fanno parte del Programma Partner, a cui chiunque può partecipare, e, quando lo fanno, possono ricevere compensi in base alla rilevanza del loro lavoro. Ciò che è interessante nel Programma Partner è che gli autori possono continuare a guadagnare denaro su una storia finché i membri continuano ad interessarsi ad essa— un po’ come avviene con i diritti d’autore. Ci sono decine di migliaia di persone nel Programma Partner e stiamo lavorando direttamente con un numero crescente di autori.
Infine, mentre navighi su Medium, potrai aver notato anche estratti di libri. Siamo entusiasti di questa iniziativa e abbiamo un editor a tempo pieno che trova le novità librarie che i nostri lettori potrebbero apprezzare. (È anche l’editor del libro che ho citato sopra scritto da un ex dirigente di Google, il cui lavoro, seppur non fiction, si legge come un racconto). Paghiamo per prendere in licenza questi brani nello stesso modo in cui paghiamo le storie commissionate; noi non vendiamo il posizionamento agli editori.
Il modello di business di “Medium”
Il modello di business di “Medium” è progettato per servire scrittori e lettori — tutto qua.
È per questo che ci siamo allontanati dal modello della pubblicità, dai suoi banner fastidiosi, dai pop-up invasivi, dalle storie sponsorizzate, dai video ad auto-riproduzione, dai tracker di dati che ti seguono ovunque su Internet. Non c’è nulla di tutto ciò su “Medium”, e questo perché non accettiamo pubblicità. Invece, abbiamo un paywall misurato e un servizio di abbonamento, che costa 5 euro al mese o 50 euro all’anno.
Per coloro che non conoscono il gergo del settore, ecco come funziona un metered paywall: chiunque può leggere gratuitamente un certo numero di articoli ogni mese; le persone che si abbonano invece hanno pieno accesso a tutti i contenuti. Per chi intende sapere di più sul nostro paywall può leggere un intervento del nostro fondatore e CEO, Ev Williams, sul perché abbiamo lanciato questo modello.
In effetti sta funzionando molto bene. È una buona notizia per gli autori, perché man mano che la nostra attività cresce, crescono anche le risorse per pagare meglio il loro lavoro. Il budget editoriale aumenta ogni mese in relazione all’aumento degli abbonati.
Cosa che sta avvenendo rapidamente. Investiamo anche una quantità relativamente contenuta di risorse per acquistare articoli da altre pubblicazioni che proponiamo ai nostri abbonati senza pubblicità. Le storie sindacate e commissionate non gravano sulle risorse del fondo che utilizziamo per pagare gli autori del Programma Partner. L ’investimento del 2018 in contenuti e autori è ammontato a 5 milioni di dollari.
Medium è stato costruito intorno agli scrittori, e crediamo che rimanga il miglior posto su Internet per scrivere e leggere. Grazie per averci aiutato a renderlo così com’è.
Piace riscontrare che esistano simili belle iniziative ……. che si associano ad altre altrettanto valide e costruttive, come ad esempio questa piattaforma web in continua scescita, che persegue analoghe linee editoriali cultulari e di assoluta trasparenza, ovvero, fra i tanti altri meritevoli di attenzione, http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/