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La partita delle nomine in Banca d’Italia sta assumendo toni inusuali e poco comprensibili per il comune cittadino. Proviamo a riepilogarli sulla base di documenti ufficiali.
L’8 febbraio sul sito Bankitalia si annuncia quanto segue:
Il 16 gennaio scorso il Consiglio Superiore della Banca d’Italia, ai sensi dello Statuto, ha deliberato in seduta straordinaria il rinnovo del mandato del Vice Direttore Generale Luigi Federico Signorini. L’iter procedurale, ancora aperto, prevede l’approvazione con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Consiglio dei Ministri.
Poi non accade nulla. L’iter di cui si parla nel comunicato risulta ancora aperto, a distanza di oltre un mese e mezzo. E quindi la nomina del prescelto sembra non avere avuto finora consacrazione operativa.
Ieri, sullo stesso sito, compare questo comunicato:
Il Consiglio Superiore della Banca d’Italia, su proposta del Governatore e ai sensi dello Statuto, in seduta straordinaria ha nominato Direttore Generale Fabio Panetta, già membro del Direttorio.Il Consiglio Superiore ha inoltre nominato Vice Direttori Generali il dott. Daniele Franco e l’avv. Alessandra Perrazzelli. Le nomine avranno decorrenza dal 10 maggio 2019.
E’ una decisione che segna una forte discontinuità nel Direttorio. Interessa tre elementi su cinque e tocca la posizione del Direttore Generale.
Come si evince, non viene fatto alcun riferimento ai successivi passaggi procedurali, come era avvenuto nel primo caso. Considerato che essi sono tuttora in vigore, si ritiene che dovranno essere comunque azionati entro il 10 maggio, al fine del dispiegarsi della piena efficacia delle nuove investiture. E pena, in caso contrario, lo stallo al massimo livello della Banca Centrale. È ipotesi cui non vorremmo nemmeno pensare.
Infine, oggi apprendiamo di una lettera del Presidente della Repubblica ai Presidenti di Camera e Senato dal tono anch’esso inusuale. Vi è il richiamo alle competenze del Parlamento, che non debbono estendersi al controllo nè degli enti creditizi nè delle Autorità di Vigilanza.
Anche qui riportiamo due passaggi che ci sembrano significativi.
”Non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa ‘analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento’. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia, sino a coinvolgere le stesse operazioni bancarie, ovvero dell’attività di investimento nelle sue varie forme”.
“E’ possibile, naturalmente, che l’operato di queste sia oggetto di inchiesta parlamentare – laddove così il Parlamento dovesse deliberare – ma occorre evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi – quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato – all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, IVASS, COVIP, Banca Centrale Europea”.
Non so se questa ennesima Commissione banche sarà utile a qualcosa. Tuttavia, lo spettacolo cui stiamo assistendo non è il massimo per le nostre Autorità di controllo. Si lamentano delle tante interferenze della politica ma nessuna di loro (Covip, Banca d’Italia, CONSOB ecc.) ha mai fatto un minimo di autocritica e molte hanno pure provato a farsi rinominare i massimi dirigenti. E in qualche caso ci sono pure riusciti.
Com’era quella? Errare è umano, perseverare è diabolico!!
e la vigilanza rimane ancora senza rappresentanti nel Direttorio ? Come e’ possibile un simile affronto ? Hanno pescato un esterno. Il messaggio politico ahime’ e’ fin troppo chiaro. La colpa di quel che e’ accaduto e’ della struttura, degli uffici non del Direttorio. Ma esistono i sindacati interni a difesa del personale e della dirigenza ?
Come nella favola di Esopo rischia di finire il Governatore. Al lupo al lupo gridava il pastorello. Così sta facendo anche lui. Attentato attentato alla Banca d’Italia e guai e rovine per l’economia e per l’Italia. E poi non è successo proprio niente.