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E due! Il dr. Rossi è il secondo alto dirigente ad andare incontro ad un probabile stop nella riconferma del secondo mandato. E ieri ha preferito dimettersi. Mai, a nostra memoria, abbiamo assistito a eventi del genere.
Due tesi avanzano al riguardo. La prima è che si tratta di una inammissibile violazione di campo da parte del governo giallo verde. Da sovranisti essi hanno chiesto e ottenuto una forte discontinuità nelle nomine in Bankitalia. “E’ nelle nostre prerogative, in fondo”. Sostengono i medesimi.
La seconda tesi affonda le radici in quel che è avvenuto negli ultimi anni. Essi si sono caratterizzati per crisi bancarie a ripetizione, oltre che per scandali e malaffare. L’atteggiamento della vigilanza è stato di rintuzzare tutte le critiche e gli appunti rivolti alla sua azione.
Non sono mancate le Commissioni di inchiesta, ma a livello di vertice dell’istituzione nulla è cambiato. Questo chiama in causa la strategia messa in campo per resistere.
In un’epoca in cui si mette in discussione anche il magistero del Papa, arroccarsi nella torre eburnea di palazzo Koch ha significato qualcosa di molto preciso. Ha voluto dire: “Siamo oggetto di tutte le più ingiustificate critiche e di tutti i possibili assalti all’indipendenza dell’istituzione”. Questa linea non sembra aver funzionato. E, a ben vedere, era forse difficile che alla lunga potesse funzionare. E’ finita male la difesa ad oltranza.
D’altronde si tratta di incarichi pubblici, non di natura privata. L’exit strategy è parte integrante di ogni gruppo dirigente. Alcune reazioni scomposte dei media e della politica non fanno che peggiorare la situazione. Bisogna capire quando è importante uscire di scena e dedicarsi ad altro. Nel caso di Rossi, all’insegnamento e all’Educazione Finanziaria.
L’expertise e la bravura istituzionale non sono una rendita perpetua, ma vanno dimostrate sul campo. La performance di una istituzione è come una partita di calcio: è fatta di momenti. Ogni volta si viene giudicati senza sconti per il risultato che si porta a casa.
Queste riflessioni sono importanti soprattutto per il futuro.
Si stanno preparando rilevanti processi di integrazione bancaria a livello europeo. Essi interesseranno probabilmente anche le nostre banche. Le principali non hanno al momento la dimensione adeguata a quella degli altri competitori, francesi, tedeschi, spagnoli. Inoltre, ci sono ancora punti di crisi da risolvere tra le banche di media dimensione e bisogna superare rapidamente altri gradi di arretratezza del banking nostrano.
Saranno dunque importanti la direzione da far prendere al sistema e la strategia per la difesa del nostro risparmio in un contesto di forti cambiamenti. Risparmio che fa gola a tanti e che dobbiamo presidiare nel migliore dei modi possibile.
Infine, una notazione di carattere più generale per i tanti opinion leader. Si sono stracciati le vesti, perchè un traballante ed incerto governo stava attentando all’autonomia di Bankitalia. Se si combatte in nome dell’indipendenza e poi si perde su tutto, che cosa rimane per il futuro? Forse è di questo che anche i media dovrebbero parlare di più.