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Riceviamo e pubblichiamo volentieri la mail del Prof. Davide M. De Crescenzi. Contiene una proposta su un possibile utilizzo di parte dell’oro della Banca d’Italia. Non siamo in grado di valutarla compiutamente e quindi ci rivolgiamo a chi ci legge, chiedendo se può aiutarci.
Cari amici di Economia&FinanzaVerde è un pò che non ci sentiamo. Ho viaggiato molto, cosa per me nuova, data anche la mia non giovanissima età. Lo stupore che provavo davanti a certe cose in Italia mi ha spinto a rigenerarmi altrove. Al rientro mi ritrovo nel solito pantano economico-istituzionale-politico. Credo che ripartirò presto.
Un punto su cui vorrei soffermarmi sono ancora le vicende delle tante banche fallite. Si alza ogni volta uno stridore incontrollato, quando invece basterebbe “calma e gesso”. Si è deciso che chi è stato truffato per aver acquistato delle obbligazioni e forse anche delle azioni debba essere risarcito. Non in modo integrale, ma con delle soglie per evitare di diffondere una inopportuna garanzia sugli investimenti finanziari. Il principio è giustissimo e risale al Neminem Laedere, alla base della responsabilità extra contrattuale del diritto romano.
Chi sbaglia deve risarcire per i danni che ha causato.
Per quel che ho capito, tuttavia, non sono i banchieri almeno per ora a pagare. Sono stati istituiti vari fondi gestiti da varie autorità e la provvista di questi fondi proviene, di volta in volta, dai conti dormienti o da fondi stanziati nel bilancio dello Stato. Di questo passo anche i futuri truffati potranno pretendere parziali ristori. Per esempio perché non anche coloro che incautamente hanno acquistato i diamanti dalle banche? In questo caso non si tratta neanche di servizi di investimento ai sensi della normativa MIFID2.
Perché devo pagare io contribuente per le malefatte altrui ? E’ d’uopo che altri ci rimettano i soldi.
Da qui la mia proposta. Da un recente libro di Salvatore Rossi (L’Oro – Ed. Il Mulino, 2018) apprendo che siamo una superpotenza mondiale per la quantità di riserve auree che abbiamo. Dal punto di vista politico l’oro è del popolo, cioè nostro. Giuridicamente esso è invece della Banca d’Italia che lo amministra e lo usa per le proprie finalità istituzionali.
Tra l’altro, dai dati di bilancio della Banca, se escludiamo i titoli per operazioni di politica monetaria, i lingotti d’oro sono la voce cresciuta di più negli ultimi anni. 17 miliardi di euro in più tra il 2013 e il 2017. Cioè durante la più feroce crisi economica di sempre Bankitalia è arrivata a possederne oltre 85 miliardi. Perché ne accumuliamo tanto? Per farne che cosa? E come fare a capire quanto rende, atteso che la quotazione dell’oro è estremamente volatile ?
Qualcosa di simile è già capitato in Italia. Nel 1935 il regime fascista indisse la Giornata dell’Oro alla Patria per sostenere lo sforzo bellico in Etiopia. Furono raccolti fedi nuziali e oggetti d’oro e d’argento dagli italiani per quasi 200 tonnellate stipate poi nella Zecca dello Stato.
La mia domanda è dunque se possiamo usare le riserve auree per ristorare i truffati o coloro che hanno subito danni dal collocamento di strumenti finanziari di banche che sono poi fallite.
Sarebbe salvaguardato, oltre che il principio di indipendenza della nostra banca centrale, anche il principio di responsabilità di un’Autorità così importante e prestigiosa anche nell’esercizio delle sue funzioni di vigilanza.
Pensate che sarebbe possibile?